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Racconti dall'ospizio #23: 3D Sonic The Hedgehog 2

Racconti dall'ospizio #23: 3D Sonic The Hedgehog 2

Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.

Nel lontano tempo in cui Sony e Microsoft pensavano alle TV e ai sistemi operativi, il mondo del videogioco era terra di Nintendo e SEGA. La console war tra le due case giapponesi, iniziata anni prima con NES e Master System, era approdata ad un nuovo livello, quello dei 16-bit, con Super Nintendo e Megadrive. A quel tempo, nella compagnia di disadattati in cui ero perfettamente incastonato, eravamo in due a nutrire la passione videoludica: io, uomo Nintendo fiero del mio Super NES Americano, e un mio amico, possessore di un Megadrive modificato, che quindi poteva usufruire di cartucce provenienti anche da USA e Giappone.

Indimenticabili le sfide a Streef Fighter II, ognuno con una versione diversa (Capcom a mia memoria non ha mai pubblicato la stessa versione per entrambe le console), o le discussioni su quale fosse lo sparatutto migliore tra Super Aleste e Thunderforce IV (era Thunderforce ma non l'ho mai ammesso).

Questo dualismo videoludico continuò negli anni. Io, dopo aver fatto tutta la trafila Nintendo (N64, Cubo e seguenti), abbracciai Sony con la sua PlayStation, mentre l'amico, dopo Saturn e Dreamcast, passò al lato oscuro di Microsoft, con il primo Xbox.

Nei lontani giorni dei 16-bit, però, un giorno decidemmo di scambiarci le console, smaniosi di provare come si deve la ludoteca del rivale.  Allora era facile, nessun problema di rompere hard disk nel trasporto, nessun lettore ottico danneggiato: zainetto e via, bastava ricordarsi tutti i cavi. Fu così che tra le diverse cartucce che il mio fido amico mi prestò c'era anche Sonic 2 (oltre al primo episodio del riccio blu, uno Shinobi e appunto Thunderforce IV).

Il secondo capitolo dedicato al riccio blu faceva notare ancora più del primo episodio la grande predisposizione dell'hardware del Megadrive nel gestire velocemente la grafica bitmap. Il Super Nintendo, pur con una componentistica superiore e il suo mode 7, non sarebbe mai riuscito a gestire uno scrolling così fluido e veloce, e questo aspetto, più forse dei livelli in senso stretto, fu la grande killer application di Sonic.

Dopo ventitré anni Sonic e Tails tornano a sfrecciare velocissimi su 3DS con il nuovo (ultimo?) capitolo dei classici SEGA riproposti per la console portatile Nintendo: 3D Sonic The Hedgehog 2.

Come ci hanno abituato SEGA e M2, la conversione per 3DS è praticamente perfetta. Il 3D, per ovvi motivi di struttura tecnica del gioco, non ha l'impatto incredibile che possiamo vedere in un Out Run, ma è innegabile che i livelli di parallasse, grande punto di forza del Megadrive ai suoi tempi, con lo slide del 3D attivato, diano un senso di velocità se possibile ancora superiore.

Il team M2, responsabile della conversione, ha messo in campo alcune nuove feature che permettono di fruire del gioco anche senza tirare giù tutti i santi del paradiso, e oltre al "save state" ormai classico in queste produzioni (che permette di riprendere dal punto esatto in cui si salva), è da citare l'opzione per cui, se si viene colpiti, viene perso solo il 50% degli anelli conquistati, rendendo così il procedere più semplice ed evitando morti premature anche per i più giovani o meno avvezzi al genere. È inoltre possibile iniziare da qualsiasi stage e scegliere se giocare alla versione occidentale o giapponese, oltre ad attivare l'opzione, a mio avviso totalmente inutile, che permette di simulare un televisore CRT del tempo che fu, con un simpatico effetto di distorsione.

Se un appunto si può fare a questa produzione è che per il multiplayer non è stato implementato il Download Play, ovvero la possibilità di avere una sola copia del gioco da condividere con un amico. Sarà quindi necessario avere due console e due copie del gioco per poter godere di una feature che al tempo era stata la grandissima novità di Sonic 2, il multigiocatore. E comunque, anche in questo caso, lo schermo rimane diviso due, riducendo in maniera drammatica l'area di visualizzazione del giocatore.

Detto questo, 3D Sonic The Hedgehog 2, come praticamente tutti gli altri titoli della serie SEGA 3D Classics, è un gioco che nel 2015 ha ancora molto da dire, soprattutto su una console che ormai sembra pensata proprio per queste (riuscitissime) operazioni nostalgia, grazie a controlli precisi, grande ottimizzazione e molte opzioni, che permettono a tutti di godere di questi capolavori. Certo, vedere quando è ancora divertente Sonic 2 oggi e pensare alla fine tremenda che ha fatto il riccio blu nelle produzioni odierne non può che far venire una fitta al cuore ai fan storici di SEGA.

Ho giocato a 3D Sonic The Hedgehog 2 grazie ad un codice gentilmente inviatomi dagli sviluppatori. Ho sfruttato tutti gli aiuti messi in campo da M2 per rivivere con gioia I fasti di un tempo e devo dire che tutto ha funzionato a dovere. Purtroppo ho scoperto che su Netflix c'è una serie animata che si chiama Sonic Underground, probabilmente sceneggiata dalla stessa persona responsabile del film di Super Mario. Non sono mai riuscito a chiamare Genesis il Megadrive.

Videopep #116 – I miei giochi di ottobre 2015

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Old! #134 – Ottobre 2005 (Seconda parte)

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