Axelay, lo shoot 'em up in Mode 7 | Racconti dall'ospizio
Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.
La mente umana percepisce il passare del tempo in maniera del tutto soggettiva e spesso bizzarra. Ci sono avvenimenti che ci sembrano accaduti eoni fa e che non sono neanche lontanamente accomunabili ad altri che ricordiamo molto più recenti. Eppure, dati alla mano scopriamo che a volte certe cose tra di loro contemporanee. Per esempio, per rimanere in ambito videoludico, Wolfestein 3D e Indiana Jones and the Fate of Atlantis per me sono divisi almeno da cinque anni buoni, e invece sono entrambi del 1992. Così come Sonic 2, Super Mario Kart e Final Fantasy V.
Ma, sempre videoludicamente parlando perchè il 1992 ahimè è stato per l’Italia uno degli anni più tragici della storia “moderna” con la strage di Capaci, non mi ero mai accorto che proprio in quell’anno sono stati pubblicati tre degli sparatutto spaziali che in assoluto preferisco ovvero Thunderforce IV, Super Aleste e Axelay.
Se per giocare a quel capolavoro assoluto di Thunderforce IV ho dovuto barattare per qualche settimana il mio Super NES con il Megadrive del mio amico (che aveva tutte le console nemesi delle mie), con Super Aleste e Axelay è stato tutto più semplice dato che erano esclusive Nintendo. Laddove, ancora, Super Aleste è un gioco abbastanza classico, sparatutto a scorrimento verticale frenetico e spettacolare, Konami con Axelay decide di creare qualcosa di nuovo, un gioco con livelli a scorrimento orizzontale e altri verticale, questi ultimi impreziositi dall’utilizzo del mitico Mode 7, prerogativa del Super NES.
Al contrario dei classici shoot 'em up 2D, dove gli upgrade si acquisiscono distruggendo i nemici e raccogliendo i power up, la navicella D117B di Axelay acquisisce i potenziamenti progredendo nei livelli. Prima di iniziare il nuovo stage viene richiesto al giocatore di scegliere un upgrade per una delle tre armi di cui la navicella è dotata. Da un punto di vista prettamente strategico è una scelta che deve essere ponderata a seconda di cosa si preferisce utilizzare (se il fuoco standard, l’arma speciale o i missili), purtroppo questa opzione di gameplay priva un po’ Axelay di quella frenesia tipica di quando si cerca di uccidere un nemico per avere l’upgrade necessario in quel momento.
Dicevamo che il titolo Konami presenta uno scrolling diverso a seconda dei livelli. Quelli a scorrimento orizzontale sono abbastanza “consueti”, ricordano non poco R-Type e Gradious mentre quelli a scorrimento verticale fanno ampio uso del Mode 7, la modalità del Super NES che permette lo zoom e l’inclinazione degli sprite, per simulare la curvatura del pianeta dove ci si trova.
Infatti, al contrario di un Super Aleste, i nemici non appaiono nella parte alta dello schermo, ma in prospettiva, come se arrivassero dall’orizzonte del pianeta e piano piano diventano più grandi man mano che si avvicinano. Questa soluzione tecnica al tempo era visivamente una novità assoluta, dando la reale impressione di star sorvolando un corpo celeste poco sopra una distesa di nubi infinita.
La particolare attenzione al lato tecnico non è certo un caso visti i nomi coinvolti nello sviluppo del gioco. Innanzitutto il capo progetto è Kazumi Kitaue, produttore di Castlevania IV, mentre i membri del team sono i medesimi che da lì a breve avrebbero creato una certa Treasure, responsabile di gioielli come Gungstar Heroes, Radiant Silvergun e Ikaruga.
Purtroppo nonostante un’accoglienza molto positiva sia della critica che del pubblico, le vendite non furno alte quanto Konami si aspettava, e pur citando al termine del gioco l’arrivo di Axelay 2, un seguito vero e proprio non è mai stato messo in cantiere. É un peccato perchè di idee da sviluppare il titolo di Konami ne aveva tante, e anche perchè il gioco era figlio di unazienda che ancora osava, sperimenta, caratteristiche che - ahimè - oggigiorno sono completamente scomparse. Per fortuna i creatori di Axelay con il cappello di Treasure hanno poi soddisfatto negli anni la sete di shoot 'em up degli appassionati anche se non più sotto l’egida di Konami.
Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a Konami, che trovate riassunta a questo indirizzo.