Growbot e la piccola grande avventura di Nara
Negli ultimi anni abbiamo visto diversi esempi di studi indipendenti che riescono a farsi largo in un mercato affollatissimo, con titoli che possono fregiarsi di un design ispirato, artistico, molto riconoscibile. Alcuni di questi team passano anni e anni su uno stesso progetto per portare sugli scaffali (digitali, in questo caso) dei prodotti curatissimi, belli da vedere e con quel qualcosa in più che ce li fa preferire ad altri magari con budget molto più alti, ma meno di’impatto.
Growbot è un esempio perfetto di gioco dalla gestazione quasi infinita ma che alla fine si è rivelato un piccolo gioiellino, combinando arte visiva e suoni in un modo davvero particolare.
Il titolo di Wabisabi Play ha iniziato il suo cammino ben sette anni fa e, prima di raggiungere la pubblicazione nell'ottobre 2021, è passato anche tra campagne di crowdfunding e le forche caudine di Steam Greenlight.
Growbot, come è anche abbastanza semplice capire dalle immagini, è un’avventura bidimensionale punta e clicca, molto classica, che ricorda in prima battuta Machinarium, sia ovviamente per il genere, ma soprattutto per lo stile grafico, una sorta di steampunk “fantasy”. In realtà parte del gameplay ci porta con la mente ad un titolo Lucasarts che è sempre stato ingiustamente snobbato rispetto ai grandi classici, quel Loom le cui meccaniche sull’uso della musica qui ritroviamo declinate in maniera floreale.
La protagonista del gioco di Wabisabi Play è Nara, un growbot appunto, che si occupa della manutenzione della stazione spaziale dove è stata assegnata e che sogna, un giorno, di doventare capitano. Ma cos’è un growbot esattamente? È un robottino la cui testa è sovrastata da una sorta di cupola trasparente dove solitamente vive un esserino, una sorta di ospite senziente, che aiuta il robot nelle sue mansioni.
La situazione sulla stazione spaziale dove si trova Nara però cambia repentinamente. Il complesso spaziale viene attaccato e in un attimo Nara si ritrova da sola in mezzo a misteriosi cristalli senza sapere che fine abbiano fatto gli altri membri dell’equipaggio.
Così la piccola robot inizia la sua avventura: all’inizio bisogna capire cosa sia successo al team e soprattutto al capitano, dopodiché provare a risolvere la situazione, fermando la minaccia e ripristinando il normale status all’interno della stazione spaziale.
Come anticipato Growbot è un’avventura 2D ed è veramente piacevole attraversare le varie stanze della stazione analizzando un po’ tutti gli oggetti che troviamo lungo il nostro cammino. Per provare a rendere fruibile il gioco anche a un pubblico più ampio rispetto alla solita nicchia di appassionati, gli sviluppatori hanno deciso di colorare il cursore in maniera diversa a seconda delle circostanze: se diventa rosso vuol dire che possiamo interagire con l’oggetto o il personaggio indicati, se è bianco no, se è blu significa che è in corso un evento (un dialogo, un’animazione, eccetera).
Altro aspetto che ho apprezzato veramente molto riguarda l’organizzazione dell’inventario. All’inizio questo sembra poco efficiente, ma col procedere del gioco diventa più intuitivo: sul lato destro dello schermo sono elencati gli oggetti raccolti che devono essere utilizzati con questo o quel personaggio, o combinati con altri strumenti. Una volta creato un macchinario o un attrezzo “consumabile”, questo viene spostato a sinistra, mentre a destra restano i “tool”. Uno degli utensili che ci ritroveremo a creare durante la prima parte di Growbot è l'Arrangiatore Floreale.
Questo bizzarro attrezzo è il motivo per cui Growbot ha un pizzico di Loom nel suo cuore. L'Arrangiatore Floreale è una sorta di strumento musicale che “suona” utilizzando i fiori che man mano incrociamo nel nostro cammino. Inserendo i suoni dei fiori nei sei slot dell’oggetto possiamo creare delle brevi melodie che servono a fabbricare le chiavi utili ad aprire gli scudi. Questi scudi sono solitamente degli ostacoli che non ci permettono di attraversare delle porte o che impediscono ad alcuni personaggi di compiere determinate azioni.
Nara deve ascoltare la melodia che lo scudo produce, scegliere i suoni corretti, inserirli nell' arrangiatore e creare la chiave (vi assicuro che è molto più semplice da fare che da spiegare).
Tecnicamente parlando Growbot è una classica avventura grafica con dalla sua un aspetto grafico veramente piacevolissimo che ricorda un libro illustrato per bambini con folletti, luci, personaggi dall’aspetto buffo e persino un sottotesto ecologista.
Essendo parte integrante del gameplay, l’aspetto sonoro è riuscitissimo, e quando non siamo impegnati a creare melodie per distruggere scudi vari una musica delicata ci accompagna lungo l’avventura.
Growbot è un titolo piacevolissimo, bello da vedere e da sentire, con delle idee che pur essendo originali ci riportano indietro a vecchi classici mai dimenticati. Si dimostra anche un gioco fruibile da un pubblico che non vive a pane ed avventure grafiche, aspetto che dal mio punto di vista è più che positivo.
Growbot è disponibile su Steam dal 21 ottobre 2021. Noi lo abbiamo provato grazie a un codice gentilmente fornito dallo sviluppatore.