Paperback #8: scappate dai Rattodonti assieme ai Bone
Paperback è la nostra rubrica quindicinale in cui parliamo di libri non strettamente legati al mondo dei videogiochi. Visto che per quelli legati al mondo dei videogiochi c’è quell’altra.
In inglese esiste un termine molto bello ed elegante: storyteller. È un termine che adoro e che trovo molto più completo del nostrano “cantastorie” o “narratore”.
Uno storyteller è una persona che racconta storie, come si può evincere dalla traduzione, indipendentemente dal mezzo utilizzato. Capita così che uno Storyteller che risponde al nome di Jeff Smith, Ohio classe 1960, con una storia bella ed epica, dotato di humor molto yankee à la Peanuts e con un dono speciale per il disegno, scriva un romanzo fantasy per immagini. Volgarmente detto fumetto.
Ecco, ancora una volta il termine italiano per definire quella che è una vera e propria arte letteraria risulta decisamente insufficiente, come già avevo detto nell’articolo su Zerocalcare.
Bone, questo è il titolo dell’opera, non è solo un “fumetto”. Bone è un vero e proprio romanzo fantasy, à la Il Signore degli Anelli per intenderci. Insomma, un romanzo corposo che però utilizza il mezzo linguistico del fumetto per raccontare se stesso.
Il romanzo racconta dei tre cugini Bone (Phoney, Fone e Smiley), creature di specie non ben definita (qualcuno potrebbe dire tre “Topolino” senza naso e orecchie, ma soprassediamo), costretti alla fuga da Boneville a causa dell’ingordigia di Phoney Bone, che è una sorta di Paperon de' Paperoni più smaliziato ingegnoso e borioso. E qui , diciamolo, si esauriscono le analogie con la saga disneyana, in quanto rispetto ai personaggi del buon Zio Walt & Co. i protagonisti di questa saga sono molto più tridimensionali, meno caricaturali, se vogliamo. Non rappresentano, come spesso accade nelle storie Disney, degli archetipi dei pregi e dei difetti umani, ma sono, ognuno con la propria distinta personalità, personaggi a tutto tondo, e in quanto tali più affini al romanzo che non al fumetto pur prendendo da questo molti degli spunti, in genere umoristici.
I tre cugini, nella loro rocambolesca fuga da Boneville, vengono inseguiti da due creature mostruose, che scopriremo essere dei rattodonti, e costretti quindi a separarsi. Fone Bone, che potremmo considerare più che il protagonista una sorta di alter ego dell’autore (ingenuo, coraggioso e romantico), finisce quindi, inseguito da questi rattodonti, in una valle sconosciuta dove conosce la bella e coraggiosa Thorn e sua nonna Ben. Una volta riuniti, i tre cugini si ritroveranno coinvolti in una guerra epica tra Il Signore delle Locuste, a capo dei rattodonti, e gli umani, per il possesso del mondo dei Sogni e di quello Reale.
Mai come in questo caso occorre dire: regine e principesse, cavalieri, draghi ed eroi (più o meno consapevoli) si ritroveranno ad affrontare le forse del Male in un’epico scontro dall’esito incerto. La forza del racconto sta nella trama, come sempre, ma mai come in questo caso anche e soprattutto nei meravigliosi personaggi inventati da Smith. Il Drago Rosso, Ted, Nonna Ben, Bartleby (Bartleby!!!); tutti, buoni e cattivi, riescono a emergere dalle pagine di questa storia fantastica e a popolare e arricchire, definitivamente, il nostro immaginario letterario.
Bone è una favola divertente e a tratti cupa, che insegna ai ragazzi ad amare le belle storie che hanno il sapore delle fiabe di una volta. Quelle, per intenderci, dove la regina cattiva non è solo una povera isterica maltrombata (sì, mi riferisco all film Biancaneve con la Roberts) ma un'assassina psicolabile e gli orchi mangiano per davvero i bambini. Le fiabe, insomma, quelle dei fratelli Grimm, che educano e fanno crescere senza indorare una pillola che, nel bene e nel male, va mandata giù per imparare il che il mondo, anche quando gli uccellini ti fanno da colf spazzando il pavimento e rifacendo i letti, ha il suo lato oscuro che dobbiamo saper riconoscere e combattere.
Ma Bone parla anche e soprattutto agli adulti, riportandoli (riportandoCI) indietro nel tempo, in quel luogo della memoria dove albergano le belle storie divertenti e appassionanti che un tempo ci hanno aiutato a crescere e che oggi ci aiutano a non crescere troppo.
Panini Comics, a partire dal 2007, ha fatto partire una nuova ristampa completa in dieci volumi a colori, che potete ancora trovare on line.
Invece, se siete per il bianco e nero (secondo lo stile originale del fumetto) e per il tutto-e-subito, per il qui-e-ora, per il... ok, la pianto. Insomma, se volete, Bao Publishing (sì, sempre quella di Zerocalcare 8 bit) ha pubblicato il fumetto in un unico volume in versione integrale. Peccato che la traduzione, allo scopo di essere più fedele all'originale inglese, abbia fatto alcuni cambiamenti: i rattodonti sono diventati, ad esempio, le creature ratto (e per questo non li perdonerò mai). Nel complesso, però, l'idea vale, perché Bone, tutto sommato, è un'opera compiuta e i volumi, come dicevo, non sono altro che i capitoli di un solo grande romanzo.
Per completezza, sempre per Bao, è disponibile il prequel La Principessa Rose, già pubblicato illo tempo da Star Comics.