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Marvel vs. Capcom: Infinite - Verso l'infinito e poi indietro

Marvel vs. Capcom: Infinite - Verso l'infinito e poi indietro

Adoro i picchiaduro 2D, i personaggi Capcom e i cross-over in generale. Del mondo Marvel, tuttavia, apprezzo poco o nulla. Ricordo con nostalgia la vecchia serie TV di Hulk, quella con Lou Ferrigno e i cartoni animati di Spider-Man. Eppure, nonostante i miei gusti (che qualcuno non esiterebbe a definire apocrifi), ho amato tutti i picchiaduro "promiscui" su cui Capcom ha messo mano. Ho sempre visto con gli occhi disincantati e adoranti di un bimbo queste ammucchiate di improbabili e variopinti eroi.

Marvel vs. Capcom: Infinite è l'ultimissimo episodio della saga e, per quanto ludicamente apprezzabile, patisce una direzione artistica e un'interfaccia grafica assolutamente atroci, fredde come il marmo e scialbe come una pubblicità di Mondo Convenienza. Per fortuna il gioco c'è, e lo scheletro che lo sostiene è anche bello robusto, quindi è un vero peccato che i personaggi siano tutti laccati e lucidi come utilitarie in un concessionario. Sembra quasi di veder combattere le action figure di Marvel e Capcom, e non è esattamente il massimo.

La grafica non è male, peccato per il font stile tesina delle medie.

Dopo la sassaiola ricevuta da Street Fighter V per le sue pecche single player, Marvel vs. Capcom: Infinite propone diverse modalità per il giocatore solitario. In primis la storia:  in pieno stile NetherRealm Studios, la narrazione mostra il classico scontro tra universi paralleli. Sigma e Ultron, antagonisti provenienti da ciascun mondo,  finiscono per unire le forze e tentare di conquistare il neo-universo appena formatosi. Per mettere in atto il proprio piano, la dinamica coppia recupera due delle sei Infinity Stone, gemme in grado di alterare lo spazio e il tempo. La trama, come potete supporre, è un bizzoso coacervo di luoghi comuni, con filmati tra l'esaltante e il ridicolo, ma proprio per questo, praticamente irresistibili. Ogni personaggio, anche il più serio del roster, diventa involontario protagonista di ilari teatrini, e la cosa non è affatto male, visto che la sceneggiatura non si prende mai troppo sul serio.

Furenda! Oh, no: credo di aver sbagliato cane robot.

Nonostante le sole due ore richieste per completare la campagna, al termine verremo premiati con lo sblocco di tutti e quindici gli stage (che rimangono comunque pochi), garantendo un minimo di soddisfazione in più rispetto al mero gongolio sui titoli di coda. Oltre alla campagna, c'è una (ormai non più) classica modalita arcade, contornata da allenamenti, Missioni e altra chincaglieria assortita, come le gallerie, i filmati e le musiche da sbloccare.  Imprescindibile per il genere, il multiplayer - in sede di matchmaking, - si è rivelato insolitamente guizzante, almeno per gli standard Capcom, e anche una volta scesi nell'arena, il lag non ha mai rappresentato un grosso problema. Non è tutto rose e fiori, chiaramente: mettete in conto la possibilità di combattimenti in stile stop-motion. Per fortuna, si tratta di casi piuttosto rari.

"C'ho sotto un cannone!"

Il gameplay elimina di netto la formula del 3 vs. 3 per passare a un più agile 2 vs. 2. Spariscono i colpi al volo dei compagni, sostituiti dal semplice avvicendamento col nostro unico partner. La mossa prevede un veloce attacco e, mentre ne approfittiamo per infilare un buon numero di combo, chi torna in panchina rigenera leggermente la propria energia. Proprio come avveniva nei primissimi, apprezzati capitoli in 2D. 

Le sei Infinity Stone che incorniciano la storia sono protagoniste anche della parte ludica. Ogni gemma può essere associata alla propria coppia di lottatori e ciascuna elargisce poteri particolari. Abbiamo a disposizione un colpo singolo, mediamente forte e privo di limiti, e una super mossa da caricare, che altera lo spazio circostante e ci dà man forte, coerentemente con la sua natura (la Power Stone ammanta il livello di un'aura arancione, potenziando tutti i nostri colpi).

L'effetto metallo fa un po' Rise of the Robots, e non è certo un complimento.

Marvel vs. Capcom: Infinite si gioca maledettamente bene: i soli quattro tasti deputati ai colpi risultano efficaci e senza fronzoli, la chirurgica risposta ai comandi restituisce un'ottima giocabilità. Tuttavia, il piattume della direzione artistica, l'assenza delle voci giapponesi per i personaggi Capcom e un roster largamente incompleto finiscono per inquinare l'intera produzione. Ovviamente la grafica non è tutto, ma con un DLC da sei nuovi personaggi pronti a entrare in gioco e una serie di bilanciamenti necessari a limare i lottatori più forti, mi risulta impossibile consigliarvi il gioco a cuor leggero.  Soprattutto se a meno di due mesi potreste trovarlo a metà prezzo e... infinitamente più completo. Capcom e storia insegnano, purtroppo.

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Ho giocato a Marvel vs. Capcom: Infinite su PlayStation 4 grazie a una copia review offertami direttamente dal distributore. Ho completato la modalità storia in circa due ore, e accumulandone molte altre tra Arcade mode e scontri online. In questi ultimi ho preso sonore mazzate. Marvel vs. Capcom: Infinite è disponibile anche su PC e Xbox One. Come al solito, se acquistate il gioco su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.

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