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Steel Division: Normandy 44 – Pignolo, accurato, apre tutto

Steel Division: Normandy 44 – Pignolo, accurato, apre tutto

Durante la prima giornata di GDC 2017, ho fatto un salto in albergo a incontrare i rappresentanti di Paradox, che presentavano svariate novità per giochi già noti ma anche una primizia assoluta realizzata in collaborazione con Eugen Systems, nome sicuramente noto agli affetti da erretiessite allo stadio terminale. Lo studio parigino lavora ormai da diciassette anni sul genere degli strategici in tempo reale e si è costruito un nome per la sua attenzione al realismo e alla complessità dei propri prodotti, anche se la risposta della critica non è stata sempre calorosa al cento per cento. Il grande pubblico, forse, li conosce per quella puntata fugace verso la zona tripla A con R.U.S.E., un gioco che non ha esattamente sfondato il mercato ma ha comunque saputo conquistarsi una sua nicchia, proponendo un RTS pensato anche per l'ambito console e vendendo il suo bel milioncino di copie.

Oggi, reduce da Act of Aggression (2015), lo studio francese è al lavoro appunto su un gioco che verrà distribuito da Paradox Interactive, un RTS ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale, intitolato Steel Division: Normandy 44 e ancora una volta incentrato su una cura maniacale per la riproduzione accurata di unità, veicoli, armi e dinamiche di combattimento. Il gioco mi è stato mostrato attraverso una riproduzione del conflitto in zona Omaha Beach: lo sbarco in Normandia vero e proprio non è presente, perché ritenuto poco interessante nell'ottica di un gioco di strategia, quindi la demo era incentrata sugli scontri nell'entroterra. E l'impatto è subito molto gradevole.

Le mappe proposte da Steel Division: Normandy 44 sono tutte basate sulle foto d’epoca delle ricognizioni alleate, a favore di una riproduzione realistica degli ambienti ma anche di un bel colpo d’occhio, quando si parte dalla distanza massima per poi zoomare e ritrovarsi in mezzo alle truppe. L’impianto di gioco è largamente basato sull’idea di dare importanza alla conquista del terreno e alla spinta del fronte per ottenere un controllo sempre maggiore sul territorio. Chiaramente, in questo senso, giocano un ruolo importante la riproduzione delle varie asperità e lo sfruttamento degli spunti tattici offerti da dislivelli, abitazioni e quant’altro.

Le battaglie sono strutturate secondo una divisione temporale in tre fasi, pensata per dare un certo tipo di ritmo ai conflitti ma anche per restituire il senso della difficoltà nel mandare in campo determinati tipi di unità. Nel passaggio dalla prima alla seconda e poi alla terza fase, infatti, cambia il tipo di truppe disponibili, con i veicoli pesanti e, quindi, più lenti da mandare in campo, che si fanno utilizzabili solo nel tempo. Chiaramente è una semplificazione un po’ schematica, ma che ha una sua logica e spinge a un approccio tattico specifico, dato che diventa importante saper sfruttare determinate caratteristiche del proprio esercito, ma anche rispondere a quelle corrispondenti degli avversari, nella prima fase, preparandosi nello stesso tempo a quel che arriverà poi.

Un altro aspetto del gioco che vuole provare a restituire un senso di realismo sta nell’attenzione data al morale delle truppe. Steel Division: Normandy 44 simula lo stato d’animo delle singole unità e fa in modo che eventuali soldati bloccati dal fuoco nemico perdano coraggio e siano spinti magari alla ritirata. Questo può succedere anche, per esempio, a chi si trova all’interno di un carro armato e viene bersagliato in maniera martellante, magari anche da armi che, teoricamente, non dovrebbero rappresentare un pericolo: il panico in battaglia, talvolta, è irrazionale. Chiaramente, nel dettare lo stato d’animo delle truppe, conta molto anche come si sta evolvendo la battaglia in senso ampio, sul piano del controllo del territorio, ma il punto sta nel riprodurre una situazione in cui per vincere non è strettamente necessario uccidere ogni singolo nemico, basta portarlo alla resa controllando la mappa e le risorse. Diventa in questo senso fondamentale anche l’utilizzo delle unità di ricognizione, che possono essere piazzate al di là del fronte per ottenere informazioni e svelarsi poi utilissime in maniere inaspettate, pur non essendo armate pesantemente (magari per tagliare linee di rifornimento rubando veicoli carichi di armi).

A monte del sistema di gioco c’è un sistema basato su mazzi di carte, tramite cui organizzare il proprio esercito per la battaglia, spendendo i Requisition Point per assemblare le truppe in previsione delle tre fasi diverse. Nella campagna di gioco in singolo, poi, si aggiunge un ulteriore strato di gestione, dato dal fatto che il sistema è persistente, quindi le unità vanno organizzate con cura nell’arco di tutta la campagna, affrontabile ai comandi dell’esercito statunitense, tedesco o britannico.

E insomma, Steel Division: Normandy 44, per quanto è possibile dirimere da una breve dimostrazione di gioco condotta dagli sviluppatori, senza poter mettere mano a mouse e tastiera (e per quel che posso intuire io, onestamente poco ferrato sul genere), sembra promettere bene. Vedremo a tempo debito se manterrà.

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