E alla fine arriva forma.8
Metroidvania è una parola che non mi è mai piaciuta molto. Certo, apericena è peggio, ma anche la crasi tra Metroid e Castlevania a mio avviso ha poco senso, in quanto il capostipite di questo genere di giochi è il solo Metroid. La saga Konami è arrivata ben dopo a quei meccanismi, più o meno dalle parti di Simphony of the Night, e quindi metroidvania, per il sottoscritto, non va bene. Ora che ho tediato chi legge con questa mia personalissima crociata linguistica, veniamo a forma.8 (rigorosamente minuscolo e col punto), nuova fatica degli italianissimi MixedBag (già responsabili del sorprendente Futuridium) uscito per tutte le principali piattaforme.
Attendevo forma.8 da molto tempo. Ancora prima dell'uscita di Futuridium (parliamo del 2014), già si vociferava di un gioco basato sulle meccaniche care agli appassionati di Metroid, con uno stile grafico minimale ma di impatto e un gameplay innovativo. È passato tantissimo tempo, così tanto che forma.8 ha rischiato, almeno nella mia testolina, di rimanere nel limbo dei videogiochi mai usciti. Per fortuna MixedBag ce l'ha fatta, e forma.8 ha preso finalmente... forma (stacco di batteria, grazie), dimostrando ancora una volta cosa è capace di fare il team torinese che, pur non disponendo di budget faraonici, ha dalla sua molte frecce da scoccare.
In forma.8 siamo al comando di una sonda di forma sferica lanciata, insieme a molte altre, su un pianeta sconosciuto. Purtroppo, come spesso capite nei videogiochi, qualcosa va storto e la nostra piccola amica tonda si ritrova da sola in balia di una ambiente ostile e alieno. Il nostro sferico avatar può volteggiare nello spazio a sua disposizione e sprofondare in tunnel verticali o seguire cunicoli angusti.
Nonostante il concetto di fondo sia quello alla Metroid, ovvero non poter accedere a determinate porzioni di mappa per manifesta mancanza di feature, proprio il fatto di poter volare limita un po' quella frustrazione psicologica che deriva dal vedere una piattaforma lì a qualche pixel di distanza e non poterci arrivare.
MIxedBag ha astutamente gestito la limitazione di movimento della sonda tramite muri, rocce, porte da aprire con chiavi particolari, elementi (fuoco, acqua) o zone in cui è necessaria una abilità specifica per poter procedere molto veloci ed evitare situazioni altrimenti mortali.
Tecnicamente, forma.8 è, a mio parere, bellissimo. Visivamente super minimal, tutto molto curato, mai un effetto o una cosa fuori posto. Nonostante l'apparente semplicità della grafica, è stupefacente il senso di respiro che si prova uscendo dai cunicoli sotterranei per volare nel cielo azzurro, e viceversa, l'addentrarsi nei tunnel sempre più profondi si rivela a tratti claustrofobico. Anche l'accompagnamento sonoro non vuole strafare, ma aiuta quel senso di mistero che pervade l'intera esperienza. Una musica pacata, suoni delicati e contestualizzati fanno in modo di creare un mondo coerente e credibile.
La marcia in più di un aspetto tecnico così semplice all'apparenza, ma così ben curato, sta nel fatto che il giocatore si immedesima in un attimo in questa piccola sonda e cerca in tutti i modi di evitarne la distruzione, trasportato dalla voglia di sapere cosa ci sia oltre quell'ostacolo. Ecco, la distruzione. Sì, capita e capita spesso di vedere la piccola sfera esplodere, perché forma.8 è un gioco che se all'inizio sembra addirittura semplice, col proseguire diventa decisamente impegnativo e alcune parti mi hanno aiutato a ripassare i santi del calendario.
Non che questo sia un male, eh, anzi, finalmente si torna a cercare di capire come uccidere un nemico particolarmente ostico, o a sgranare gli occhi mentre si tenta di illuminare tutti gli interruttori in un determinato lasso di tempo per sbloccare un bonus, però si sappia che si tratta in un gioco che in più punti riserva momenti in cui bisogna avere nervi saldi.
Un altro aspetto che può disorientare è l'omogeneità di alcuni ambienti: a volte orientarsi non è semplicissimo, ma premendo un pulsante è possibile avere a schermo una mappa che indica a macrozone dove siamo e dove siamo stati, aspetto abbastanza tipico dei titoli di questo filone, anche se qui, come il resto del gioco, la mappa è molto essenziale e stilizzata.
Insomma, forma.8 è bello, difficile, stiloso e, in ultimo, un gran progetto italiano. Direi che c'è tutto il necessario per dare una chance al gioco di MixedBag e aiutare la nostra piccola sonda a compiere la sua missione.
Ho giocato a forma.8 su PC grazie ad un codice Steam gentilmente inviatomi dagli sviluppatori. Ho esplorato i più profondi cunicoli e gli azzurri cieli di questo pianeta sconosciuto per circa 7 ore, accompagnando la suggestiva colonna sonora con qualche parolaccia di troppo. Il gioco è completamente localizzato in italiano, anche se si tratta di veramente di poca roba, dato che nel gioco non ci sono scritte di nessun tipo ed è tutto lasciato all'intuizione del giocatore. Cosa che ho apprezzato è la possibilità di avere più salvataggi separati (che a molti non dirà nulla ma è una mia fissa).