L'ombra della guerra si addensa sulla Terra di Mezzo
Nel marasma generale della GDC 2017, Warner Bros. ci ha invitati ad un evento a porte chiuse in un cinema poco distante dal Moscone Center, per la presentazione di un titolo non ancora annunciato. Tuttavia, la notte prima qualche buontempone che lavora (o più probabilmente lavorava) presso la nota catena americana di Target ha pensato bene di spifferare al mondo (volontariamente o meno) che il titolo in questione era La terra di mezzo - L'ombra della guerra, seguito del blasonato L'ombra di Mordor, action-stealth in open world ambientato nella tolkeniana Terra di Mezzo. Per chi non lo sapesse, L'ombra di mordor aveva sorpreso tutti all’uscita con un approccio singolare al trito genere degli action game open world, affiancando a una realizzazione tecnica e artistica pressoché esemplare un innovativo sistema di micro-narrazione dinamica chiamato Nemesi. Questo sistema riusciva a mantenere interessante l’azione del gioco, generando casualmente aspetto e caratteristiche dei comandanti nemici e adattando dinamicamente le loro gerarchie e i loro tratti caratteristici a seconda delle azioni e delle decisioni del giocatore.
Nonostante la perdita dell’effetto sorpresa, io e giopep ci siamo recati all’evento venendo premiati con un corposo video di gameplay, che metteva in evidenza le novità del gioco rispetto al suo precursore.
Ciò che è chiaro fin dal principio è che gli sviluppatori di Monolith non hanno voluto cambiare più di tanto la formula vincente di L'ombra di Mordor, ma piuttosto espanderla per dimensioni e scala, ponendo particolare accento sul sistema Nemesi che aveva fatto la fortuna del loro titolo precedente. Infatti, in L'ombra della guerra non saranno soggetti a questo sistema solo i comandanti nemici (che oltre ad essere orchi e uruk-hai potranno essere anche troll), ma anche le roccaforti sparse nella mappa, che smetteranno di essere semplici luoghi per diventare entità dinamiche e viventi, integrate a fondo nella trama di gioco.
Oltre a un’area di influenza, ogni roccaforte da conquistare avrà anche un livello di potere e una gerarchia di comandanti ad essa assegnati, che bisogna sconfiggere uno dopo l’altro in vere e proprie battaglie campali, che sembrano avvenire in istanze separate rispetto alla normale mappa di gioco. Fortunatamente è possibile contare sull’aiuto dei nostri comandanti alleati, soggiogati grazie al potere dell’anello, ognuno caratterizzato da particolari caratteristiche e soprattutto da una certa lealtà nei nostri confronti. Queste battaglie per la conquista delle roccaforti sembrano essere l’aspetto più interessante e centrale del gioco, da cui il Guerra nel titolo.
Ciò che ci è stato mostrato è abbastanza impressionante. Dopo una fase iniziale di preparazione in cui poter scegliere con cura il nostro esercito per sfruttare le debolezze nemiche (ad esempio la forza bruta di un troll per sfondare facilmente i cancelli nemici o la resistenza al fuoco di un corazzato), si è catapultati in una battaglia sotto le mura nemiche. La scala sembra essere piuttosto grande, col brulicare di minion alleati e nemici attorno a noi che ricorda per numero quasi quelli di un musou. Abbiamo anche visto una serie di eventi dinamici verificarsi durante la battaglia, spesso in concomitanza col palesarsi di uno dei comandanti alleati o nemici. Ad esempio, in una scena il protagonista Talion veniva salvato da morte certa, grazie alla freccia scagliata drammaticamente da un comandante alleato dall’elevata fedeltà; oppure, in un’altra scena, il nostro fidato troll veniva ucciso brutalmente da una colata di fuoco dettata dall’entrata in scena di un comandante nemico, particolarmente abile nell’uso delle armi da assedio.
Talion ora sfoggia poteri ben più impressionanti e tamarri grazie anche all’aiuto di Celebrimbor, il potentissimo elfo forgiatore degli anelli del potere, il cui spirito vive all’interno del corpo di Talion fin dal primo capitolo. Il sistema di equipaggiamento del nostro eroe è inoltre migliorato, permettendo al giocatore di equipaggiare armi ed armature, oltre alle rune e agli artefatti, in grado di modificare aspetto e caratteristiche di Talion.
Insomma, pur non avendo potuto toccare con mano quanto visto, nel complesso L'ombra della guerra sembra espandere nella giusta direzione il franchise, non solo fornendo “more of the same” ma anche aumentando drammaticamente la scala e il respiro dell’azione, grazie a vere proprie battaglie tra eserciti nella Terra di Mezzo. Se e dove troverà posto l’elemento stealth, tanto prezioso nel primo, rimane ancora da vedere.