Beat Cop: La multa più veloce del west
Avevo già avuto modo di provare Beat Cop nella sua versione di anteprima e, per quanto il concetto di base mi avesse colpito, la sua esecuzione mi ha trovato piuttosto freddo. L’idea di interpretare un ex detective della omicidi, destituito e ridotto a semplice agente di strada a causa di uno scandalo e con il compito di ripulire il proprio buon nome era intrigante, ma di fatto tutto ciò che si faceva era scrivere multe e risolvere tediose missioni secondarie. Con la versione finale del gioco, come spesso ci si augura accada, gli sviluppatori hanno corretto il tiro e mi sono trovato di fronte a situazioni più stimolanti e ricche di citazioni. Gli amanti dei film d’azione anni Novanta andranno in brodo di giuggiole, quando si riceverà l’incarico di affiancare un famigerato poliziotto russo in visita in America… peccato che l’individuo in questione somigli decisamente poco a Danko.
Il sistema di gioco è basato tutto sul pattugliamento quotidiano di una strada da parte del poliziotto di cui si vestono i panni. I compiti vanno dal banale fare multe a gestire situazioni critiche in cui dei cultisti stanno organizzando un suicidio di massa. Anche la gestione delle multe stesse, comunque, è più complessa di quanto potrebbe inizialmente apparire: alcuni cittadini provano a offrire una mazzetta per evitare la multa, ma bisogna stare attenti ad accettare, perché potrebbero esserci nei paraggi (o esserlo loro stessi!) degli agenti degli affari interni, pronti a fare le scarpe al corrotto ex detective.
A dare un’immagine di come ci si sta comportando vi sono dei valori, che indicano la reputazione del personaggio sia nei confronti della polizia, che verso la cittadinanza o le associazioni criminali locali. Ad esempio, se si ha una buona reputazione con i cittadini, si può godere di pasti gratuiti e di collaborazione quando servono testimoni. D’altro canto, se ci si comporta da poliziotti oltremodo “rigidi”, i cittadini inizieranno a fare ostruzionismo. Anche la mafia e la criminalità organizzata hanno la loro importanza e cercano di ottenere favori, creando una danza a tre, dove il terzo partecipante è naturalmente la polizia. Bisogna sapersi dividere a dovere, perché rovinare troppo la propria reputazione verso uno dei gruppi equivale a un game over… e in alcuni casi anche a un proiettile in testa.
La trama stessa si presenta piuttosto interessante, anche se decolla lentamente, e il principale difetto del gioco è rappresentato da una fondamentale ripetitività delle azioni che si devono compiere, tanto che ho trovato difficile immergermi nelle avventure di Jack Kelly più a lungo di un’oretta per volta. Ogni volta, però, finché è durata, ho trovato l'esperienza piuttosto piacevole. La sfida maggiore del gioco, poi, è rappresentata dalla difficoltà di poter fare tutto e dalla impossibilità di accontentare sempre tutte le parti in causa: se si aiutano i malavitosi si perde reputazione con la polizia o la cittadinanza e viceversa. Bisogna quindi essere rapidi nel prendere le decisioni e, andando avanti nella partita, il livello di multitasking raggiunge vette insospettabili.
In definitiva ho trovato Beat Cop un buon gioco e mi ci sono divertito, ma non saprei dire se sia per tutti. Non è un’avventura grafica in senso stretto, tanto meno si tratta di un gestionale vero e proprio: è più un genere unico, che potrebbe magari somigliare a Papers, Please.
Ho giocato a Beat Cop grazie a un codice fornito gentilmente dallo sviluppatore. Completare l’avventura non richiede molto tempo, oserei dire che chiunque possa finire il gioco in massimo quindici ore. La possibilità di avere stili di gioco diversi offre anche un certo tasso di rigiocabilità, se lo si desidera, e il livello di difficoltà, escludendo il multitasking, è piuttosto basso, rendendolo un titolo che chiunque può prendere in mano facilmente.