Nintendo Labo: ho visto il futuro ed è di cartone
Molti di noi, vedendo il trailer di Nintendo Labo, bizzarro progetto con cui creare periferiche e giocattoli di cartone da utilizzare con Nintendo Switch, anche rimanendo piacevolmente colpiti dall'idea particolare, hanno pensato che fosse l'ennesimo divertissement della casa di Kyoto, che non potendo combattere la console war ad armi tecnologicamente pari, si è inventata una roba che rompe gli schemi ma, appunto, non va oltre l'essere un simpatico esperimento.
Io, lo ammetto, la pensavo così: "Trailer molto carino, ah, il cartone come la Nintendo degli inizi che produceva giochi di carte, e vabbè, bella idea ragazzi, ma tanto non funzionerà mai così come ce la fanno vedere". E invece funziona, eccome, e ho potuto toccare con mano le enormi potenzialità di Nintendo Labo all'interno di un evento a Milano, che ha permesso sia ad adulti che a bambini di costruire, giocare, capire questo nuovo progetto di Nintendo.
Per iniziare a capire di che si tratta, le varie persone presenti all'evento sono state fatte sedere a diversi tavoli, dove dei ragazzi dello staff spiegavano cosa fare, fornendo supporto ai giocatori in caso di domande o problemi. Come primo oggetto... anzi, come primo Toy-Con, è stata fatta costruire la macchinina RC, quella più semplice da realizzare.
La macchinina, in realtà, è una sorta di struttura a cui poi sono agganciati i due Joy-Con. È l'oggetto di Nintendo Labo più semplice da costruire ma, in un certo senso, è uno dei più immediati per capire che Nintendo non scherza assolutamente.
Infatti, una volta costruita la macchinina e incastrati i Joy-Con, tramite il touch screen del Nintendo Switch è possibile muovere la nostra costruzione. La cosa incredibile è che, semplicemente con la vibrazione dei due Joy-Con, il piccolo mezzo va avanti, gira, può addirittura seguire automaticamente degli oggetti scintillanti grazie alla fotocamera a infrarossi, o seguire fonti di calore vicine tramite la rilevazione termica della fotocamera (ignoravo che ci fosse questa funzionalità nel Joy-Con!). È bastato questo per far capire più o meno a tutti che non stiamo parlando di una roba per bambini, ma di un progetto con uno studio di ingegnerizzazione alle spalle veramente gigantesco.
Finita la costruzione della macchinina, è partita una piccola gara stile Robot Wars, dal momento che si può giocare con due Switch, ma anche con uno solo, associando quattro Joy-Con alla singola console. L'obiettivo era di far inclinare o capottare il mezzo dell'altro. Veramente notevole.
Nello spazio dedicato all'evento, è stato possibile provare praticamente tutti i Toy-Con che faranno parte dei due diversi bundle che saranno disponibili dal 27 aprile: la macchinina RC, la canna da pesca, la casa, la moto e il pianoforte, che fanno parte del Kit Assortito, e il Toy-Con robot, che è il secondo e più costoso prodotto della linea, venduto a se stante.
Ovviamente, gli altri Toy-Con necessitano di decisamente più tempo per essere montati. Abbiamo potuto costruire anche la canna da pesca e, mettendoci di buona lena, siamo riusciti a realizzarla in una cinquantina di minuti, che pare sia un tempo di tutto rispetto. Anche nel gioco della pesca, che è poco più di una demo tecnica, quello che colpisce è la precisione che questa struttura di cartone con i due Joy-Con incastrati può raggiungere. Il filo che simula la lenza sembra veramente entrare dentro lo schermo di Switch, e anche ondeggiando il tutto a sinistra o a destra, si ha l'impressione che sia tutto vero. È una fusione tra digitale e reale, di costruzione manuale e videogioco, che sinceramente non mi era mai capitato di provare.
Stesso discorso per il gioco delle moto. Addirittura, è presente la leva del freno sul manubrio, che va a premere uno dei dorsali del Joy-Con infilato nella manopola destra. È in queste piccole cose che si capisce che i due piccoli controller di Switch sono un concentrato di tecnologia ben superiore a quello che si può immaginare.
Tecnologia che viene sfruttata ancora di più nei due Toy-Con più complessi che abbiamo potuto provare (ma non costruire, ché qui si parla di ore), ovvero il pianoforte e il robot. Certo, parlare di "pianoforte" è un po' esagerato, in quanto si tratta di una struttura di cartone con i tasti che coprono appena un'ottava, ma ciò che sta dietro al funzionamento è una cosa veramente notevole: anche in questo caso, gran parte del lavoro la fa la telecamera a infrarossi del Joy-Con destro, che "leggendo" la parte posteriore dei tasti (quella all'interno della struttura di cartone), è in grado di dire alla console quali vengono premuti. E si possono suonare più tasti contemporaneamente, in modo da fare accordi anche complessi. Grazie a delle rotelle, sempre di cartone, da incastrare nella parte sinistra della struttura, è anche possibile modificare il riverbero degli strumenti (che vanno da voci umane a gattini che cantano!).
Il kit più complesso è sicuramente quello del robot, che prevede diverse parti da costruire e indossare: lo zaino, che è il cuore del kit, le manopole per le mani, una sorta di staffe per i piedi e un visore di cartone per la testa. Le manopole per le mani e le staffe per i piedi sono collegate allo zaino tramite dei fili che, dall'interno dello zaino stesso, muovono dei pezzi, anche in questo caso identificabili dalla telecamera del Joy-Con destro. Tramite questi pezzi che vanno su e giù, la console sa quale arto si sta muovendo, con che velocità e in che direzione.
L'altro Joy-Con è piazzato sul visore per la testa e non solo permette di capire in maniera precisissima se il giocatore inclina il capo, ma capisce anche se il visore è sollevato o abbassato, cosa che modifica la visuale sullo schermo: in prima persona, se il visore è abbassato, in terza se è alzato.
Le istruzioni per costruire tutti gli oggetti che si possono realizzare con Nintendo Labo sono a schermo, precise, senza punti oscuri, e ricordano molto i libretti di istruzioni dei set LEGO. In questo caso, spesso possiamo ruotare i modelli a schermo tramite Joy-Con o touch screen, per poter vedere meglio cosa dobbiamo fare.
Dopo un pomeriggio intero passato più a costruire che a giocare, quello che rimane ancora da approfondire è la vera profondità della parte "videogioco" di Nintendo Labo, perché la parte non videoludica è assolutamente convincente. Vedremo per altro se questa serie di periferiche di cartone (e le future che sicuramente arriveranno) faranno gola a terze parti, in modo da dar vita a giochi ed esperienze che possano risultare davvero innovative.
Insomma, non so se si è capito, ma per me Nintendo sta davvero creando qualcosa di unico.