DuckTales Remastered: quando il ricordo è un valore aggiunto
Remake, rimasterizzazioni e reboot: sepolti vivi sotto questo strato di codice digitale, respiriamo a stento, cercando di guardarci intorno e scegliere in maniera oculata come spendere i nostri soldi. Se Capcom ci ha da tempo abituati a rivisitazioni fatte di rom spennellate con filtri da emulatore, questa volta, grazie ai virtuosi Wayforward, possiamo metter mano su un vero remake di un classico del passato. DuckTales Remastered, infatti, non si limita a presentare l'originale, infiocchettandolo con obiettivi e trofei, ma ci propone un titolo rifatto da zero, che cerchi di catturare lo spirito goliardico e fascinoso dell'originale.
In una legge non scritta, tuttavia, non ci rendiamo conto che qualsiasi titolo giocato prima dei quattordici anni, è ammanto di un'aura di misticismo, un alone di tiepida nostalgia capace di renderlo, nei nostri ricordi, straordinari esempi di arte videoludica. Con quest'assunto non è certo mia intenzione sminuire l'originale DuckTakes, un platform classe '89 griffato Capcom. Anzi: il titolo originale, nella sua struttura semplice e aperta, non ridisegnava gli stilemi del platform, ma li interpretava con straordinaria dovizia. Questo remaster è decisamente coraggioso, oltre che tecnicamente ben fatto, e il suo coraggio si nota nell'altissimo livello di difficoltà che già a "normal" ci coglie del tutto impreparati.
Certo, c'è la solita storia dei videogiocatori viziati, dei save e i checkpoint che ci hanno rammollito e compagnia cantante. Bisogna considerare, però, che ogni videogioco è figlio del suo tempo, e se a dieci anni potevamo ricominciare uno stage per la quindicesima volta, ringalluzziti e spronati dall'ennesimo game over, oggi, nel 2013, una struttura simile deve essere molto apprezzata per "subirla" senza frustrazione. Fa sorridere l'idea di non essere più "bravi come una volta", eppure - nella rivisitazione di un classico - l'importante dovrebbe essere convogliare quella frustrazione su un binario dritto e preciso. DuckTales fa tutt'altro: o ti prendi il pacchetto con la sfida improba, ripetendo dozzine di volte gli stessi passaggi, oppure giochi a facile, dove per magia il titolo va avanti praticamente da solo. Cercare una via di mezzo era così complicato?
Oltre al danno, la beffa: l'incedere dei livelli è rallentato da inutili chiacchiere tra Paperone e il suo parentame. Lode all'ingaggio dei doppiatori originali, per carità, ma un simile stop è improponibile vista la struttura scelta dagli sviluppatori: se muori, ricominci tutto daccapo. Sì, anche se lottavi contro il boss. E persino lo skip è macchinoso, facendoti passare per le opzioni con la classica domanda: - "sei sicuro di voler saltare i dialoghi?". Ma no, dai, ho cambiato idea... Ora, che i Wayforward abbiano svolto un ottimo lavoro in ambito tecnico è innegabile: pur presentendo sfondi poligonali spesso caratterizzati da una certa freddezza da titolo indie amatoriale, l'insieme è delizioso. Soprattutto i protagonisti, disegnati a mano, sono assolutamente splendidi nelle loro animazioni. I controlli sono più agili e per puntare il bastone e precipitare sui nemici, non c'è più bisogno di premere "giù" dopo il salto: è sufficiente premere un tasto.
E allora che dire per non rimbrottare come un vecchio e incapace trombone? Gli sviluppatori hanno catturato l'idea di base cercando di dilatarla con la ricerca di collezionabili assortiti e una base narrativa più corposa. Il risultato è buono, per chi ha il tempo e la pazienza di ritornare ai fasti del passato, fatti di tre vite, tre cuori e zero checkpoint: sulla carta la sfida è persino intrigante. Ma proprio come una bella donna, che una volta sfiorita si rimette a lucido con la chirurgia plastica, la bellezza di DuckTales brilla in gran parte di luce riflessa. Si fa forte del carico emotivo che lo circonda, apparendo più appetibile di quanto sia in realtà. Quindi, pur essendo un titolo senza dubbio sufficiente, risulta un tantino algido e patinato, privo di quel carisma autentico e verace che caratterizzava il gioco originale.
Ho scaricato DuckTales Remastered dal PSN Store tramite un codice fornitomi dal produttore. Ho completato il gioco in 7 ore complessive: iniziato a normale ho dovuto soccombere di fronte al livello di difficoltà d'altri tempi e sono sceso a facile. Il titolo, per quanto sfizioso, una volta concluso non mi ha spinto a soffermarmi sui collezionabili, anzi: l'ho istintivamente accantonato pensando subito di passare ad altro.