Anteprima - Headsnatchers non mi ha fatto perdere la testa
Girare con un pass “MEDIA” alla GDC è un po’ come essere un agnellino in giro a una sagra degli arrosticini dell’alto Molise: tutti ti vogliono ma non è per le ragioni che spereresti. Per carità, il mondo dello sviluppo indipendente, ormai, è talmente affollato che ogni singola menzione o riga scritta può fare la differenza fra oblio e successo, quindi capita che, presentandosi agli appuntamenti con questo o quel publisher, magari ingolositi da un titolo in particolare, si venga in contatto con giochi ben diversi. Del tipo che Headsnatchers lo spizzavo sott’occhio mentre provavo l’ennesimo revamp del genere di corse futuristiche Antigraviator (che alla fine non ha convinto né me né Giongiani).
Sarà stata l’euforia dell’evento, o forse il fatto che pompano ossigeno nel Moscone Center per mantenere tutti belli svegli come vogliono le (false) leggende metropolitane sui casinò di Las Vegas, ma questo colorato e scintillante party/arena game sembrava divertente abbastanza da farmi promettere una chiave per un’anteprima. Ed eccola qui, peccato che alla prova dei fatti sia stato un po’ più deludente di quanto sperassi.
Headsnatchers è costituito da una serie di minigiochi che vertono sostanzialmente tutti sulla stessa meccanica, ovvero quella di abbattere gli avversari, staccargli la testa e poi usarla per tutta una serie di amene attività. I comandi sono gli stessi per ogni tipo di arena: è possibile correre in giro, saltare, schivare ed effettuare attacchi semplici o caricati. Se si riesce a colpire un avversario con un attacco, questo finisce a terra per qualche secondo ed è in quel momento che è necessario avvicinarsi per staccargli la testa, e correre via per utilizzarla nei vari modi blasfemi ed umilianti che i vari livelli propongono. Ad esempio, in alcuni bisogna usare la testa del malcapitato di turno per fare canestro o per fare strike su dei birilli a mo’ di bowling. In altri, è necessario sacrificare la testa a un’entità simil-Cthulhu, oppure darla in pasto a degli squali.
Non essendo possibile giocare da soli, a parte una ben poco interessante modalità Zombie, per testare il tutto ho cercato di ricreare al meglio le condizioni in cui questo tipo di giochi dà il meglio: divano, amici e una discreta quantità di birra. Pur nel suo ambiente ottimale, Headsnatchers ha faticato a divertirci per più di una mezz’oretta, a causa di vari limiti meccanici. È vero, le mappe di gioco sono tante (per ora una decina, ma nel gioco finale dovrebbero essere almeno il doppio) ma comunque sono tutte molto simili fra loro per concezione. Anche quando l’ambiente cambia completamente, di fatto, sembra che sia cambiata solo la veste grafica, e le modalità per vincere, alla fine, sono sempre le stesse: se riesci a colpire qualcuno e strappargli la testa, sarà difficile per l’altro recuperare, nonostante possa cercare disperatamente di colpirti a sua volta, aggirandosi per la mappa col corpo decapitato. L’altro grande problema sono i controlli, troppo imprecisi e incoerenti. Anche fare la cosa più semplice del gioco, ovvero strappare la testa a un avversario a terra, è una discreta sofferenza: a volte funziona, altre volte, pur nelle stesse condizioni e premendo il pulsante corretto, non succede niente e si rimane a guardare impotenti l’avversario rialzarsi. Combattimenti e movimenti risultano abbastanza lenti e pesanti, quasi tattici più che caciaroni, forse la cosa sbagliata da fare in un gioco che sulla caciara si basa. Però, dal punto di vista visivo, grazie alle grandi capacità di personalizzazione dei personaggi, è veramente carino, con questa estetica ipersatura sfacciatamente giapponese.
Non metto in dubbio che con l’atmosfera giusta, e magari un po’ di messa a punto da parte degli sviluppatori, visto che il gioco è ancora in Accesso Anticipato, Headsnatchers possa divertire. Ma per ora, questo strano ibrido fra un Mario Party e Gang Beasts è ancora un po’ acerbo e pescione, nonostante le buone idee. Headsnatchers è al momento disponibile esclusivamente su Steam in Accesso Anticipato, con la prospettiva di uscire dalla fase di sviluppo nei prossimi mesi. Riuscirà a farmi cambiare idea?