Paperback #10: il Vangelo secondo Biff
Paperback è la nostra rubrica quindicinale in cui parliamo di libri non strettamente legati al mondo dei videogiochi. Visto che per quelli legati al mondo dei videogiochi c’è quell’altra.
Ci sono due cose che più o meno tutti conoscono (o credono di conoscere) di Gesù: come è nato e come è morto. Del resto, poi, di quello che è raccontato nei vangeli, i più hanno un'idea vaga: le nozze di Canaa, la moltiplicazione dei pani e dei pesci, la passeggiata sull'acqua, la resurrezione di Lazzaro, Ponzio pilato e bla bla bla. Ma nessuno, almeno non "ufficialmente", sa cosa il Messia abbia combinato tra l'infanzia e i trent'anni.
Ed è proprio su richiesta di Gesù che, duemila anni dopo la Sua morte, un angelo, Raziel, resuscita il suo migliore amico, Levi detto Biff, a cui spetta il compito di scrivere un nuovo Vangelo che racconti, finalmente, la vera storia di Gesù di Nazareth. Un Gesù... decisamente diverso da come ce la vorrebbe raccontare la religione ufficiale. Un Gesù più umano, ecco.
Parto subito con il dire che il libro è esilarante. No, non è una versione anglosassone di Parola di Giobbe, né nello stile narrativo né nel contenuto. Tuttavia, Il Vangelo secondo Biff è ricolmo di quell'ironia arguta, colta, irriverente ma mai irrispettosa, propria della letteratura anglofona.
Il principio che sta alla base del romanzo è semplice. Come fa un bambino, che, parenti illustri a parte, è un bambino come tanti, a diventare il Messia? Frequenta delle scuole? Ha dei precettori? No. E, lasciatevelo dire, non è semplice per un ragazzino appena adolescente imparare ad essere il Messia e capire cosa ci si aspetti da lui in quanto "Figlio di Dio".
Biff, per contro, è il più grande amico d'infanzia di Gesù: un bravo ragazzo, non particolarmente pio né particolarmente ferrato nella teoria della propria religione. Insomma, diciamo che "il ragazzo è intelligente ma non si applica". In compenso è fedele sino alla morte a Gesù. Perché è suo amico. Punto. E quando Gesù decide di dover imparare ad affrontare il proprio destino e, per farlo, si incammina alla ricerca delle uniche persone che sembrano sapere chi lui sia veramente e cosa ci si aspetti da lui, ossia i Re Magi, Biff lo accompagna. Per aiutarlo a imparare e ad accogliere il Divino, ma anche per preservare la sua umanità. Come dice Giuseppe, insegnargli ad essere umano per prepararlo ad essere uomo.
Così Gesù e Biff si incamminano in un lungo viaggio che li porterà sino ai confini del mondo allora conosciuto. E non. Dal Medio Oriente all'esotica India, passando per la lontana Cina. Si tratta di un viaggio lungo vent'anni, fatto di miracoli, scoperte, demoni, morti viventi, kung fu, folli monaci tibetani e abominevoli uomini delle nevi.
Alla fine di questo lungo romanzo (circa 600 pagine), avremo riso molto, ma ci saremmo commossi altrettanto, scoprendo o riscoprendo quanto di profondamente umano, commovente e struggente c'è nella storia di Gesù, che duemila anni di "storia ufficiale" ci fanno troppo spesso dimenticare.
In tutto questo, Biff, per scrivere questo benedetto Vangelo, viene rinchiuso in un hotel di Gerusalemme, assieme a Raziel, angelo decisamente rincoglionito ingenuo, appassionato di soap opera sudamericane e grande fan di Spider-Man, convinto che esistano veramente e che quella grande scatola luminosa chiamata televisione sia una sorta di finestra divina sulle vite degli altri. E che Soap Opera Digest, una guida TV con i programmi delle telenovelas, una sorta di libro sacro di previsioni del futuro. Raziel è fermamente intenzionato a tenere Biff lontano da qualunque indicazione sulle conseguenze, chiamiamole così, della predicazione di Gesù. Perché Biff è morto prima che Gesù diventasse il fenomeno globale che è oggi. E c'è un motivo per cui Biff è stato tenuto al di fuori della cosiddetta "storia ufficiale".
Non preoccupatevi, non vi ho raccontato veramente nulla di tutto quello che troverete tra le pagine di quest'opera. Che non ha pretese di raccontare LA storia, ma solo di raccontare UNA storia. Che potrebbe, per quel che ne sappiamo, essere la storia vera. O più probabilmente no. Ma non è questo che importa. Quel che importa è che alla fine, chiuso il romanzo e riposto il tomo nella libreria, porteremo con noi una carrellata di buon umore e la segreta speranza che, chissà, in fondo, in qualche modo, il Gesù del Vangelo di Biff non sia troppo lontano da quello che Egli fu veramente: un uomo pio, un po' buddhista un po' hippiy ante litteram, molto peace and love. Soprattutto love.
Se non si è capito, vi sto cercando di dire che, sì, il libro merita e veramente tanto, e che 12,90 € raramente vi sembreranno meglio spesi. Purtroppo non è disponibile, almeno in italiano, in formato Kindle. Christopher Moore, l'autore del romanzo, non è comunque nuovo al genere ironico/fantastico/surreale. Il suo romanzo di esordio (Demoni, istruzioni per l'uso), racconta di un demone e un seminarista legati da un'antica maledizione che tentano disperatamente di spezzare, mentre altri suoi romanzi raccontano di tizi involontariamente trasformati in vampiri (e dei problemi pratici che ne conseguono), di insospettabili sostituti della Morte, e di un lucertolone preistorico con un debole per le autocisterne, per il blues caldo e avvolgente e per i miseri cittadini in astinenza da antidepressivi. Tutti romanzi attualmente nella mia Wishlist, in viaggio in un pacco celere verso casa mia!