We. The Revolution non è divertente
Mi piacerebbe dirvi che We. The Revolution è un ottimo gioco, ricco di idee interessanti e vario nel gameplay, ma davvero non posso mentirvi. La verità è che sono arrivato alla fine stanco, pure ammorbato, a causa del continuo inserimento di meccaniche solo abbozzate, spiegate male e che non si ha mai la sensazione di padroneggiare completamente. Mi aspettavo un gioco di tribunali, una sorta di Phoenix Wright ambientato durante la Rivoluzione francese, e invece quella parte è solo una delle tante e persino troppo semplificata. Tutto il resto è noia, casualità e boh, non capisco.
Parlo solo di meccaniche, attenzione, perché tutto il resto è invece quasi sorprendente. Sembra assurdo, ma è proprio dalle sue banalità e dalle sue semplificazioni che il gioco prende vigore per raccontare la storia di un giudice, costretto a impartire giustizia tenendo a mente l’umore di una miriade di fazioni pronte a fargli la pelle. Giusto e sbagliato cominciano quindi ad accavallarsi tra loro e, mentre gli eventi continuano a spalare merda sulla sua buona volontà, il giocatore/giudice è spinto ad agire più per il suo tornaconto che per altro.
La prima ghigliottina ti stringe la gola, è un’immagine forte, ma col tempo quasi smetti di leggere le parole dell’accusato, perché sai con anticipo quale sentenza ti farebbe più comodo. E il gioco lo sa che sei debole, alla fine ti spiattella in faccia ogni tua mancanza e debolezza, ecco perché dico che, di colpo, tutta quella inutile struttura ludica che porta avanti la narrazione, quel tempo perso a cercare di capire chi debba fare cosa, assume un significato diverso. È lì non per divertirti, ma per tirare fuori il peggio di te: il giudice e il giocatore, come fossero tutt’uno, lentamente sprofondano nell’abisso della moralità e, quasi senza accorgersene, smettono di fare la cosa giusta.
E chi lo sa, forse sono troppo sensibile io all’argomento, ma questo svilimento della verità, queste masse inferocite in cerca di sangue, mi sono sembrate una critica feroce ai giorni nostri. In ogni singolo momento di questa Rivoluzione francese ho pensato agli hater di internet, alle fake news e ai movimenti per la legalità. Perché, se la storia si ripete, è parecchio brava a concentrarsi sopratutto sui nostri errori.
Ho giocato a We. The Revolution dopo averlo acquistato al day one su Steam. Ho terminato l’avventura principale in circa sedici ore, rinunciando a vedere l’ultima parte di gioco e arrendendomi al finale pigro. We. The Revolution è disponibile solo tramite download su PC.