Le parole che sparano a salve di Typoman: Revised
Typoman Revised è un gioco un po’ stronzo. Perché ha delle belle idee, delle fantastiche trovate artistiche e tanto cuore. Peccato però che la sua realizzazione non sia sempre impeccabile e che, a volte, ti faccia davvero sbuffare dal nervoso dell’occasione sprecata. E no, il fatto che duri appena una manciata di ore - tre, per la precisione - non è il punto nevralgico della questione.
Ma andiamo con calma. Parlavamo di belle idee. E di fatto, quella portante alla base di Typoman Revised (e della sua versione senza suffissi prima di lui) è semplice ma intelligente: le parole hanno un proprio potere e il protagonista, combinando tra loro lettere diverse, deve comporre dei sostantivi in grado di influenzare oggetti e personaggi nel corso della sua breve ma intensa avventura. Che poi anche l’omino in questione sia formato da lettere varie è solo la punta di un iceberg che fa dei caratteri tipografici la base di partenza non solo per costruire figure geometriche varie, ma anche per enfatizzare elementi dello scenario o caratterizzare gli avversari che troveremo nel corso del gioco.
Le scale su cui arrampicarsi sono delle lunghe sequenze di H, le leve da tirare delle iconiche L e le parole HATE e DOOM vanno a comporre gli arti e il corpo dei cattivoni che tenteranno di farvi scoppiare in mille pezzi. Sì, Typoman Revised è in sola lingua inglese. Ciò potrebbe rendere quasi del tutto inaccessibile il gioco dei Brainseed Factory a chi non ha conoscenze della lingua che fu di William Shakespeare o comunque complicare la vita a chi non sa “pensare” nella lingua dei cugini d’Oltremanica che han deciso per la Brexit.
La formazione di nuove parole avviene spingendo, tirando o lanciando lettere l’una contro l’altra, oppure premendo un apposito pulsante che attiva la modalità “Wordscrambler”. Il tempo si ferma, o quasi, e con rapidi colpi di pad si spostano all’istante lettere e se ne scartano altre, fino a formare la parola desiderata. Uno stratagemma che velocizza decisamente la formazione di nuovi sostantivi ma che spezza spesso un’azione di per sé mai comunque davvero serrata.
Non tutte le parole hanno effetti tangibili sullo scenario. Alcune, pur di senso compiuto, non ne hanno affatto e servono solamente a sbloccare degli achievement una volta raggiunto un numero sufficiente di “creazioni”. Altre invece hanno effetti estetici, come la parola RAVE che scatena luci e suoni per qualche istante. Altre ancora sono invece fondamentali per proseguire, come “ON” per accendere un macchinario o “HOVER” per far svolazzare una piattaforma.
C’è però un piccolo neo in questa bellissima idea. Le modalità di risoluzione di un enigma sono in realtà limitatissime e, nella stragrande maggioranza dei casi, c’è solo una parola in grado di farci proseguire nell’avventura. Ciò rende Typoman Revised quasi un puzzle enigmistico, smorzando così quella sensazione di utilizzare davvero il potere delle parole che inizialmente, illudendosi, il giocatore può assaporare. In più, ho trovato alcuni passaggi più specificatamente platform mal calibrati o comunque frustranti. Come a volte lo sono gli innumerevoli tentativi persi fino a trovare proprio lei, quella parola sola, bellissima. Che peccato non averci pensato prima.
Però, insomma, nemmeno me la sento di essere troppo cattivo, con Typoman Revised. È il classico bimbo che si impegna tanto ma non sempre riesce, che pare prendere a volte qualcosa dal marmocchio più figo della classe (LIMBO) ma che non riesce ad avere la sua stessa notorietà o riconoscibilità tra i coetanei. Non smettere mai di provarci, Typoman. Io credo in te. E magari fatelo anche voi, specialmente se lo trovate ai saldi.
Ho ricevuto un codice Steam dallo sviluppatore e ho giocato a Typoman: Revised su Steam per circa tre ore prima di arrivare ai titoli di coda. Nonostante le apparenze, un buon gamepad è certamente più indicato rispetto ad una tastiera, specialmente per le sezioni più salterine. C’è pure su Wii U, ma lì non è revised. Non conosco le differenze tra le due versioni. Ciao.