Outcazzari

Breaking Bad ci mostra come un uomo può cadere completamente

Breaking Bad ci mostra come un uomo può cadere completamente

Parlare di spoiler per una serie TV di oltre vent’anni fa è un po’ assurdo, ma in questo caso si analizzano avvenimenti della quinta e ultima stagione, quindi preferiamo avvisare. Se non avete mai guardato Breaking Bad e non volete sapere cosa accada verso la fine, evitate di leggere questo articolo!

Confesso che Breaking Bad, la pluripremiata serie creata da Vince Gilligan e terminata ormai da più di dieci anni, non ha mai fatto breccia nel mio cuore. Nonostante l’abbia complessivamente apprezzata e sia un prodotto ben realizzato e qualitativamente valido, non mi ha mai fatto impazzire come hanno invece fatto altre serie.

Venni a conoscenza di Breaking Bad per la prima volta molti anni fa, a ridosso del suo esordio televisivo, grazie a un forum che frequentavo all’epoca. Spulciando la sezione “Cinema e TV” di quel forum, lessi pareri entusiasti sulla serie, con questo professore di chimica che decide di darsi alla produzione di metanfetamine per lasciare alla propria famiglia denaro sufficiente per andare avanti dopo la sua morte, causa tumore incurabile ai polmoni. Grazie alla messa in onda in chiaro della serie, avvenuta su Rai 4 un paio d’anni dopo, finalmente la guardai e inizialmente la trovai tutt’altro che esaltante. Walter White mi sembrava una sorta di ragionier Ugo Fantozzi travestito da Ned Flanders, un uomo che, al traguardo dei fatidici cinquanta, si trova intrappolato in una vita modesta, costretto a fare un doppio lavoro per mantenere la famiglia, con un figlio disabile e un altro in arrivo. Gli studenti del liceo dove insegna non hanno alcun rispetto per lui e nessun interesse per la materia, il proprietario dell’autolavaggio dove lavora lo tratta come l’ultimo degli imbecilli, e come ciliegina sulla torta ha una moglie irritante quanto una telefonata commerciale alle sette del mattino. Anche la sua svolta criminale, almeno nelle fasi iniziali, mi sembrava poco convincente. Come potevano lui e il suo ex studente Jesse Pinkman, un delinquentello da quattro soldi, entrare nel mondo del traffico della droga uscendone illesi?

Breaking Bad, almeno per quanto mi riguarda, ha stentato a decollare almeno per le prime due stagioni e mezzo. La serie mi sembrava fortemente orientata verso il lato drammatico piuttosto che su quello crime (e da quel punto di vista c’è da dire che se la cavava bene). Mancava quel guizzo, quel boost che facesse cambiare il ritmo, per me fin troppo lento. Qualcosa cambio proprio a metà della terza stagione, quando, al termine dell’episodio Un minuto, Hank Schrader, cognato di Walt nonché agente della DEA, sopravvive all’agguato tesogli dai gemelli Salamanca, cugini di Tuco, trafficante ucciso dallo stesso Hank poco tempo prima.

Quell’avvenimento diede una considerevole accelerata all’andatura di Breaking Bad, che successivamente avrebbe assunto, almeno per quanto mi riguarda, molto più ritmo nelle puntate e un maggior orientamento verso la carriera criminale del duo piuttosto che sui loro drammi esistenziali.

Da quel momento, ne sarebbe passata di acqua sotto i ponti rispetto a quell’inizio lento e incerto. Walter e Jesse hanno abbandonato i panni della coppia di criminali da strapazzo che sembravano, per assumere quelli di trafficanti veri e propri. Walter sembra il lontano parente del Ned Flanders a cui assomigliava durante le prime stagioni, avendo assunto il ruolo di un vero e proprio boss della droga, non troppo dissimile dagli altrettanto celebri Tony Soprano e Tony Montana: spietato, calcolatore e ingordo. Jesse ha invece subìto un’evoluzione che ha mostrato il suo lato umano, la sua fragilità e vulnerabilità, inghiottito in qualcosa più grande di lui.

L’episodio Declino, il quattordicesimo della quinta stagione e il terzultimo della serie, costituisce l’apice di Breaking Bad. Teatro della prima metà dell’episodio è quella porzione di deserto del New Mexico dove i due protagonisti avevano iniziato a cucinare metanfetamine a bordo di uno scassatissimo camper, come ci ricorda il flashback in apertura. Hank, che ha scoperto l’attività criminale del cognato, lo incastra grazie all’aiuto di Jesse, che ha deciso di redimersi e abbandonare per sempre il socio a seguito delle atrocità che gli ha visto commettere. Walt, ormai in stato di arresto, viene soccorso dalla banda di Jack Welker, criminale con cui ha collaborato in diverse occasioni. Dopo il flashback, lo scenario a cui lo spettatore si trova davanti è drammatico: Hank è gravemente ferito e non ha più un proiettile in canna, il suo partner è morto, mentre la banda di Jack non ha subito alcuna perdita ed è, neanche a dirlo, in forte superiorità numerica. Walt chiede a Jack di risparmiare la vita di Hank, in cambio di tutto il denaro guadagnato in questi anni: la bellezza di ottanta milioni di dollari. Hank, che non ha nessuna intenzione di implorare Jack, dice a Walt una frase che non può non rimanere impressa nella memoria: “Sei l’uomo più intelligente che conosca, eppure sei così stupido. Lui ha già deciso dieci minuti fa”.

Dopo aver visto Hank morire, Walt cade a terra. Ha causato la morte del cognato ed ha perso quasi tutto il suo denaro – Jack gli lascerà un barile contenente una decina di milioni di dollari – ma ciò non gli nega di essere spietato fino alla fine, consegnando alla banda Jesse Pinkman, non prima di avergli confessato di aver lasciato morire Jane, l’ex ragazza di Jesse, in preda all’overdose. Basta solo questa prima parte dell’episodio per renderlo memorabile, ma sarebbe sbagliato non citare ciò che avviene nella seconda parte, in cui Walt, tornato faticosamente a casa, chiede alla sua famiglia di scappare insieme e rifarsi una vita altrove. La moglie, già a conoscenza delle attività illegali del marito, gli volta le spalle quando realizza che Hank è morto: si tratta di un punto di non ritorno, qualcosa che non può essere né ignorato né dimenticato. Lo stesso figlio di Walt, che fino ad allora nutriva un’ammirazione smisurata per il padre, una volta scoperta la verità non vuole più aver a che fare con lui. La moglie ferisce Walt alla mano con un coltello da cucina, e il figlio chiama la polizia per farlo arrestare. In quel momento, Walt realizza di aver perso definitivamente anche la sua famiglia, l’unica cosa che gli era rimasta.

Un episodio, Declino, dedicato interamente alla caduta sia fisica che esistenziale del protagonista: Walt crolla a terra fisicamente dopo aver assistito e crolla psicologicamente dopo aver perso tutto: un membro della sua famiglia, il denaro accumulato, e per ultima, la famiglia. Nemmeno un gesto incosciente come quello di rapire la figlia neonata, Holly, gli consente di salvare qualcosa: una volta riacquistata lucidità, lascia la figlia presso la centrale dei pompieri e lascia per sempre la città, iniziando la sua latitanza.

Breaking Bad chiuderà la sua corsa due episodi dopo con Walt che, prevedibilmente, cercherà di rimediare agli errori del passato, chiudendo i conti in sospeso e un cerchio durato due anni. Una macchina che parte molto lenta, focalizzandosi sulla natura umana dei personaggi, sui loro sentimenti e sui loro rapporti, che carbura stagione dopo stagione fino ad arrivare all’ultimo arco di episodi che sono un crescendo di tensione e drammaticità. Non rimane nulla in sospeso, viene tutto chiuso coerentemente e ciò che doveva essere raccontato, è effettivamente stato raccontato.

Che prima o poi l’ex professore di chimica e il suo socio Jesse tornino in attività, non è da escludere.

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata ai "Momenti memorabili", che potete trovare riassunta a questo indirizzo qui.

I giapponesi amano i loro treni almeno quanto io amo Densha de Go!

I giapponesi amano i loro treni almeno quanto io amo Densha de Go!

La nostalgia di casa in Elite Dangerous

La nostalgia di casa in Elite Dangerous