Freedom Finger si presenta letteralmente facendo il dito medio
Il primo trailer di Freedom Finger è di quelli che catturano l’occhio: c’è un’astronave a forma di mano che mostra il dito medio… e boh, forse qualcos’altro. Chiaro infatti che, almeno al primo impatto, l’attenzione ruoti tutta intorno alla strana forma della nave protagonista, più che ai proiettili e alle esplosioni che le si agitano intorno. Ma non è solo una scelta di marketing, l’intero gioco si propone di essere dissacrante, divertente e finalmente satirico.
Grazie alla demo messa a disposizione dallo sviluppatore, ho potuto provare i primi quattro livelli di gioco (più qualcosina di più impegnativo, ma ve ne parlo tra poco) e il tono è quello sopra le righe del kubrichiano Dottor Stranamore, scritto bene e recitato meglio grazie alla partecipazione di gente del calibro di Nolan North, John Di Maggio, Eric Bauza, e Sam Riegel. Che aò, io non li conosco ma, se ci tengono a nominarli, sicuramente son bravi. Ho trovato esilaranti la prima manciata di personaggi incontrati, non c’è che da sperare per il meglio.
Convince anche lo sparatutto, non fraintendetemi, con nemici e ostacoli molto più leggibili rispetto alla media del genere e con le abilità speciali della piccola astronave fanculatrice (si possono prendere a pugni gli avversari ed è addirittura possibile catturarli per usarli a proprio vantaggio) che provano a variare un pochino l’azione. Non che siano riusciti completamente nell’intento, perlomeno nei pochi livelli provati, ma è davvero troppo presto per trarne un giudizio definitivo. Sempre nella stessa demo, è possibile provare anche qualche livello più avanzato della storia (in tutto, saranno 36 livelli) ma le belle pizze in faccia che mi son preso mi hanno impedito di raccontarveli per intero. Diventa bastardo, insomma, con il fuoco nemico che riempie lo schermo e i movimenti che devono farsi più chirurgici.
Vedremo quanto riusciranno a mantenerlo accessibile e impegnativo al tempo stesso. Certo è che, se la scrittura si confermerà di livello, potrebbe sorprendere forse più per le sue scelte narrative.