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Librodrome #88: Oliver Frey ti voglio bene

Librodrome #88: Oliver Frey ti voglio bene

Attenzione, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit.

Oliver “Oli” Frey nasce a Zurigo il 30 giugno del 1948, si trasferisce con la famiglia in Gran Bretagna per qualche tempo ma torna poi a vivere fra casette di marzapane, cioccolato ed emmental. Forte della sua conoscenza perfetta di tedesco e italiano (e inglese, via), il ragazzo si appassiona all’idea di una carriera nel cinema e, dopo l’esperienza nell’esercito svizzero, torna in Inghilterra per frequentare la London Film School. Il mondo della celluloide non diventerà la sua casa più accogliente, anche se gli permetterà di togliersi qualche soddisfazione (sono sue le pagine che vediamo scorrere nei secondi iniziali del Superman di Richard Donner). Troverà più spazio in altri campi. Per esempio in quello delle illustrazioni, dove fra l’altro, con lo pseudonimo di Zack, si costruirà una carriera estremamente influente e apprezzata a base di soggetti omosessuali. E ancora, i fumetti, tramite i quali arriverà ad occuparsi del suo amato Dan Dare, seppur purtroppo in un periodo nel quale il personaggio non sarà più quello di una volta. Ma a renderlo immortale nel nostro circoletto di amici nerd saranno i videogiochi.

L’inquietante copertina del primo numero di CRASH.

Nel 1983, suo fratello Franco e il suo collega e amico Roger Kean danno vita a CRASH, una fra le riviste di videogiochi più importanti e influenti di sempre, e Frey collabora fin da subito come illustratore, creando copertine, poster, immagini che si inseguono fra le pagine. Dal successo di quella rivista dedicata al mondo Spectrum nascono Zzap!64 (Commodore 64), Amtix (Amstrad) e The Games Machine (multiformato), due delle quali avranno anche un successone nelle rispettive edizioni italiane. Grazie al lavoro su queste riviste, Frey farà esplodere tutta la sua forza espressiva, spaziando fra mille ambiti e generi, impazzendo per infilare le sue creazioni nelle gabbie dell’impaginazione, dando sfogo soprattutto alla propria bravura nella composizione dinamica delle immagini e regalando alle pubblicazioni targate Newsfield una personalità unica. Inoltre, fra le pagine di CRASH e Zzap!64 troverà spazio anche la serializzazione di The Terminal Man, sua opera a fumetti di fantascienza purtroppo destinata a rimanere senza conclusione.

The Fantasy Art of Oliver Frey è un volume pubblicato originariamente nel 2006 e dedicato alla vita e alle opere dell’illustratore svizzero. A maggio 2016, tramite una campagna di raccolta fondi su Kickstarter, è stata messa in produzione una Extended Edition, ora disponibile per l’acquisto in tutto il suo lucido e cartonato splendore in grande formato. Il libro si apre con una trentina di pagine dedicate a Frey stesso, alla sua storia personale e professionale, ai successi e alle delusioni, all’approfondimento, insomma, dell’uomo nascosto dietro a quelle illustrazioni che tanto hanno fatto sognare gli appassionati di videgiochi (e non solo) per due decenni. Dopodiché viene lasciato spazio alle illustrazioni, organizzate per genere e stampate alla perfezione, su doppie e singole pagine lucidissime che illuminano d’immenso, accompagnate da brevi testi esplicativi, commentate da Frey stesso, liberate dalle costrizioni di scritte e titoli. Spesso trovano posto a margine le edizioni pubblicate, riprodotte in piccolo per organizzare sapidi confronti e osservare l’abilità con cui Frey si destreggiava nel comporre immagini entusiasmanti all’interno di insopportabili costrizioni.

All’interno delle oltre duecento pagine è possibile ammirare l’evoluzione dello stile di Frey, dagli inizi incerti, via via attraverso le figure composte con grazia sempre maggiore, giungendo infine alla manciata di immagini che riproducono alcune sue opere davvero mozzafiato dello scorso decennio. Si ammira una varietà di stili notevole ed emerge la sensazione, tutto sommato scontata, che Frey abbia trovato davvero la capacità di esprimersi al meglio quando veniva lasciato libero di scatenare la fantasia, anche e soprattutto dal punto di vista delle tematiche. Insomma, le immagini dalle tinte horror sono una meglio dell’altra.

Il volume pubblicato da Reckless Books e Fusion Retro Books è un bellissimo cartonato, ottimo da appoggiare sul tavolino di vetro, da scagliare in testa a un ladro notturno o da infilare nella libreria assieme ad altri pregiati tomi di illustrazioni. Ma è anche delizioso da sfogliare, leggere, assimilare e fare proprio. E poi ci sono anche i nomi miei e di Erik Pede nell’elenco dei sostenitori su Kickstarter. Insomma, The Fantasy Art of Oliver Frey non può mancare nei salotti bene del videogioco.

Chiaramente, è possibile comprarlo sul sito ufficiale dell'editore.

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