Legion: forse abbiamo la prima bomba seriale del 2017
Probabilmente, in quell’eterogeneo organismo borderline qual è lo staff di Outcast.it, sono fra le persone meno adatte a parlare di supereroi. Non è per spocchia, eh; semplicemente non trovo una grossa attrattiva in questo filone seriale così in auge negli ultimi tempi. Magari l’ultimo film degli Avengers lo guardo, ecco, e mi diverto pure, però poi finisce lì. Per quanto riguarda la serialità televisiva nel suddetto ambito, invece, questo mio già scarso interesse va ulteriormente scemando per motivi nemmeno troppo precisi. L’unica serie TV a tema supereroistico che ho visto, giusto per fare un nome, è Jessica Jones, che a suo modo, in ogni caso, esula un pochino dal concept tipico dei telefilm con gli eroi in calzamaglia che menano schiaffoni. Forse proprio per questo sono stato attratto, sin dal primo momento, da Legion, la nuova serie prodotta da FX (in Italia sarà trasmessa, a partire da stasera, su FOX, canale 112 di Sky, alle 21:50) che, nonostante si inserisca a pieno titolo nell’universo degli X-Men, si propone di distanziarsi dal classico filone tracciato, almeno in TV, da Arrow, The Flash e compagnia cantante.
Per riuscire nel tentativo, FX ha messo tutto nelle mani di Noah Hawley, creatore della serie TV di Fargo (prodotta dal medesimo network); uno che ci sa fare e che è riuscito a dare nuova linfa a quella perla qual era in principio la pellicola dei fratelli Coen, creando un lavoro proprio e personale. Detto ciò, va però prima fatta una premessa su cosa effettivamente questo Legion tratti. Innanzitutto, è una roba tratta dagli X-Men, si diceva, quindi non si inserisce nel Marvel Cinematic Universe, di cui i mutanti non fanno parte, nonostante la stessa Marvel abbia comunque messo lo zampino nella produzione. E gli stessi legami con i film degli X-Men sono molto, molto labili. In ogni caso, la storia vede protagonista David Charles Haller, noto nei fumetti anche come Legion (o Legione, nella localizzazione italiana); figlio di Charles Xavier, fondatore degli X-Men, David eredita da quest’ultimo, oltre alla sua natura da mutante, anche tantissimi dei suoi poteri mentali. La differenza principale fra padre e figlio, tuttavia, sta nella stabilità psichica. Se infatti il professor X è noto, anche ai profani di comics quale il sotto scritto, come un leader sognante ma razionale, il figlio è uno schizofrenico che nemmeno ha coscienza delle proprie abilità da mutante, tant’è che ce lo ritroveremo, per quasi tutto l’arco dell'episodio pilota, rinchiuso in un ospedale psichiatrico a curare i propri disturbi mentali, incapace addirittura di capire se i propri poteri siano reali o frutto della propria immaginazione.
Un pretesto che darà il là ad una stratificazione della narrazione davvero interessante; guardando ciò che accade a schermo, dovremo prestare abbastanza attenzione a quello che accade, dato che, fra ricordi, fantasie e realtà che si incrociano su più livelli, non sarà sempre semplicissimo avere chiaro il quadro della situazione. Ed è questo il punto: Legion non è affatto un pasticcio pretestuoso di robe che si incrociano senza soluzione di continuità, rimbambendo lo spettatore con narrazioni illogicamente extra ed intradiegetiche; è piuttosto un prodotto dalla personalità forte e propria, calcolato e affinato in ogni suo più minimo dettaglio, e che si discosta, per registro e cadenze, in modo netto rispetto a quanto proposto da altri network, quali The CW, che producono serie TV sui supereroi. Anzi, a tratti non sembrerà nemmeno che stiamo guardando una roba della Marvel.
Sia chiaro, stiamo sempre parlando di un lavoro televisivo che mantiene tutte quelle regole di linguaggio proprie del media a cui fa riferimento, quindi non è che ci troviamo di fronte ad una roba lynchiana che toh, se ti perdi un dettaglio potresti esserti sputtanato l’intero film. No, semplicemente si richiede allo spettatore di mettere da parte lo smartphone e di stare attenti a quanto accade a schermo; un aspetto che forse non tutti gli amanti dei supereroi, soprattutto seriali, potranno apprezzare, e dunque resta da vedere se questo leitmotiv si manterrà anche per il resto di Legion, che sarà spalmato nell’arco di otto episodi. L’impressione, soprattutto guardando l’ultima parte del pilot, che è decisamente più improntata all’action, è che FX voglia accontentare un po’ tutti: da un lato chi, nel bene o nel male, cerca quell’azione tipica dei film della Marvel, dall’altro chi, invece, vuole qualcosa che rompa realmente una tendenza che nemmeno le serie Marvel di Netflix sono riuscite ad invertire.
Ed è per questo che la produzione è stata affidata alle sapienti mani di Noah Hawley: lo spettacolo che ha messo in scena è solido, granitico nonostante la sua estetica ricercata ed onirica, sia pure dilatata in 67 minuti che forse avrebbero potuto ridursi ad una cinquantina. Che sia realtà, sogno o passato, tutto si intreccia meravigliosamente in un flusso estetizzante dai colori sbrilluccicanti e dalle musiche psichedeliche, dando delle volte l’impressione di essere quasi all’interno di un musical; un vero spettacolo a schermo che non dà mai l’impressione di essere fine a se stesso. Insomma, l’idea che mi sono fatto, una volta concluso il primo episodio, è quella di trovarmi di fronte ad una delle serie TV più interessanti di questo 2017 appena iniziato. Vedremo come proseguirà, anche se le basi viste in questo pilot paiono solidissime e fanno ben sperare.
Ho visto Legion in anteprima, ovviamente in lingua originale. Questa sera, alle 21.50 su FOX, potrete invece gustarvi, eventualmente, anche la versione doppiata in italiano – anche se penso ci sia comunque la possibilità, su Sky, di cambiare la lingua. Con ogni probabilità l’episodio sarà disponibile successivamente anche su NowTV, anche se non ho certezze su quanto a lungo rimarrà nel catalogo dell’internet TV di Sky.