Nel corso del recente evento milanese dedicato alla lineup THQ prossima ventura, ho assistito a una presentazione dedicata a Metro: Last Light che ha sostanzialmente riproposto quanto mostrato da THQ all'E3 2012, seppur sotto forma di un lungo filmato, invece che di un tizio in sala che giocava in diretta. La presentazione è stata introdotta da un membro del team 4A Games, secondo le cui parole il gioco mira ad essere quanto di più lontano possibile dalla banalità degli shooter moderni, tutti basati su corridoi interminabili e tiro al bersaglio con nemici che saltano fuori in base a script prevedibili. E io voglio credergli, voglio credergli fortissimo e rimango fiducioso ma, francamente, quel che è stato poi mostrato del gioco non sembra proprio confermare le sue parole: una - bella, eh! - serie di eventi palesemente scriptati - bene, eh! - che si manifestano mentre un tizio ci guida fra gli ambienti dicendoci cosa fare e sostanzialmente poco altro.
Intendiamoci, non c'è problema: gli sparatutto in prima persona che puntano tanto sulla spettacolarizzazione, la linearità e la ricerca di momenti cinematografici figlia di eventi sceneggiati mi vanno benissimo. Appare un po' strano, però, questo cercare di vendersi in maniera diversa, perlomeno alla luce di ciò che è stato poi mostrato. Ma insomma, sono discussioni che lasciano il tempo che trovano: parliamo piuttosto di quel che ho appunto osservato, e che fra l'altro è almeno in parte apparso su Youtube di recente. Il taglio degli eventi, quello sì, sembra davvero essere caratterizzato da un'atmosfera e un ritmo piuttosto lontani dai trend dominanti del genere: sviluppi dai ritmi lievi, tutt'altro che incalzanti, e forte ricerca di atmosfere subdole e inquietanti.
http://www.youtube.com/watch?v=SKsB4hECFMQ&feature=relmfu
La demo, presumibilmente tratta dalle fasi iniziali di gioco, si svolge in pieno centro cittadino e vede il protagonista e il suo accompagnatore aggirarsi fra le macerie della civiltà. Gli spostamenti avvengono tanto sotto terra quanto all'aperto e tutto il percorso è accompagnato da una costante sensazione di essere osservati da una qualche presenza oscura. Nel corso della passeggiata, emergono alcuni interessanti dettagli di gioco, a cominciare dalla necessità di indossare maschere antigas per non respirare fumi tossici e, nel contempo, tenere d'occhio il timer da polso che segnala l'autonomia rimasta per le maschere stesse. In giro per gli ambienti si trovano diversi oggetti dal vario utilizzo e l'impressione è che si voglia porre una certa enfasi sull'elemento survival e sulla necessità di recuperare, conservare e utilizzare al meglio tutto quel che è sparso in giro.
Per questo diventa importante non solo rovistare fra gli angoli, utilizzare magari l'accendino per bruciare ragnatele e scoprire nuovi anfratti, raccogliere tutto il possibile, ma anche sciacallare i cadaveri. Gesto, questo, che viene in qualche modo fatto pesare: non si tratta semplicemente di premere un tasto e raccogliere oggetti, magari tramite un menu, bisogna invece andare a spostare il corpo tumefatto e deforme di esseri umani passati lì prima di noi. Magari è un dettaglio, ma certamente contribuisce all'atmosfera, e fa pure un po' schifo. Dal punto di vista delle armi, si vede un bel lavoro di caratterizzazione, con bocche da fuoco bizzarre e figlie dell'arte di arrangiarsi, mentre i combattimenti, almeno per quanto visto, sembrano voler spingere comunque su un certo elemento survival horror, con bestiacce mutanti che saltano fuori all'improvviso, anche parecchio numerose, e sembrano piuttosto potenti. Certo, sotto questo punto di vista sarà anche importante affrontare il gioco alla difficoltà giusta, e la demo non sembrava esattamente impostata su Very Hard, con nemici che cadevano come mosche alla prima alitata.
Per il resto, sul fronte dello script degli eventi, apprezzabile tutta una sequenza ambientata sul relitto di un aereo, precipitato durante l'esplodere del conflitto atomico che ha generato il triste mondo di Metro: Last Light. I due personaggi, mentre vagano nel relitto, vengono assaliti da visioni del passato (non è chiarissimo cosa le provochi) e si ritrovano a vivere il disastro aereo assieme ai passeggeri dello stesso. La sequenza è senza dubbio affascinante negli intenti, anche se magari non realizzata al meglio, e aggiunge comunque un tassello al mosaico di sensazioni che il team di sviluppo pare voler assemblare. Metro: Last Light punta ad essere un gioco capace di coinvolgere con il suo racconto, con la sua personalità, con la ricerca stilistica nel design degli ambienti e con il forte dramma di un mondo post-apocalittico, riprodotto non solo attraverso valanghe di mostri da abbattere a ripetizione ma anche attraverso la sofferenza umana di sopravvissuti e non. Scopriremo a inizio 2013, su PC, Xbox 360 e PS3, se e come ci riuscirà.
[nggallery id=100]