Nel mondo iOS, il mai troppo lodato Unreal Engine di Epic viene da tutti associato a due applicazioni: la splendida demo grafica Epic Citadel, che lasciò tutti a bocca aperta e, naturalmente, la saga di Infinity Blade. La grafica mozzafiato del titolo Epic e Chair viene, ahinoi, fortemente ridimensionata dall'essere uno spettacolare Punch Out! dei giorni nostri, con l'interattività e l'esplorazione completamente azzerata. Non fosse arrivato in un mondo affamatissimo di giochi di qualità, dove la grafica fantastica sembra già un mezzo miracolo, Infinity Blade sarebbe stato liquidato come una demo grafica con un giochetto insulso dietro. Per fortuna c'è chi ha avuto il coraggio di fare un passo avanti e i Phosphor Games Studio (con Zynga come produttore) si sono spinti in questa direzione con Horn: un gioco che, con un grafica spettacolare, offre anche la possibilità di esplorare liberamente un mondo in 3D, seppur con qualche compromesso. http://youtu.be/dsjCnrI2JFg
La trama è tanto debole da risultare imbarazzante: l’adolescente Horn, apprendista fabbro, un giorno si sveglia e scopre che tutti gli esseri del mondo si sono trasformati in mostri di roccia e metallo detti pygon. Ma scopre anche che, sconfiggendoli, può farli tornare al loro stato originale. E quindi, naturalmente, deciderà di salvarli tutti. Lo accompagnerà, molto controvoglia, la testa del primo pygon sconfitto che, autentica "vena comica" del gioco, si scontrerà in divertenti siparietti verbali con il nostro ingenuo protagonista. Il tutto si svolge in un mondo di gioco veramente ben realizzato, evocativo ed angosciante nella misura giusta, adeguato alla trama e abbastanza vario nelle tre macro-aree di gioco. Ottima, fra l'altro, come detto, la qualità grafica: non arriverà ai livelli di Infinity Blade, ma qui si deve muovere tutto!
Un plauso va fatto a Phosphor Games Studio per l'ottima ed originale implementazione dei comandi. Finalmente si abbandonano gli scomodi tasti e pad virtuali e si passa ad un'interfaccia touch. Facendo scivolare il dito sullo schermo, ruoteremo la visuale intorno a Horn, mentre per fare in modo che il ragazzo si diriga da qualche parte basterà fare un singolo tocco sul terreno nel punto desiderato. In questo modo potremo anche gestire salti e arrampicate. Non è versatile come un pad (ad esempio non consente di camminare all'indietro o di decidere l'istante del salto) ma è veramente un sistema intuitivo e pratico. Peccato solo per fastidiosi, seppur non frequentissimi, bug del sistema che fanno incastrare Horn nello scenario con la necessità di ricaricare.
Per ora, evidentemente, non è tecnicamente possibile avere questa grafica spettacolare in un mondo di gioco attivo che si combini con i combattimenti in tempo reale. Ecco infatti che in Horn hanno fuso Epic Citadel con Infinity Blade nello stesso gioco, per simulare questa situazione. Il mondo di gioco, a parte qualche ottima animazione, è in effetti totalmente passivo di fronte alle nostre esplorazioni e decisamente vuoto. Spicca qualche facile enigma qua e là, che comunque non metterà in difficoltà nessuno dei nostri lettori. Possiamo notare i rari e giganteschi avversari che ci aspettano fermi e apparentemente catatonici. Quando li raggiungiamo, si passa senza soluzione di continuità alla fase del combattimento, che usa un "motore" diverso: possiamo colpire l'avversario (e lo swipe sullo schermo dovrà essere direzionato in modo da simulare il colpo dato con l'arma) e rotolargli intorno con delle capriole ottenute toccando i due angoli opposti dello schermo ai lati di Horn. Non basterà attaccare attaccare ciecamente il nemico, ma dovremo prevedere ed evitare i suoi colpi (non è possibile pararli), evitare i suoi blocchi e magari cercare di colpire anche il lucente “punto debole”, dopo avergli frantumato la corazza.
Alla lunga, in effetti, il combattimento di Horn è un po’ ripetitivo, tanto più che le tipologie di avversari sono cinque o sei in tutto, ma la brusca impennata della difficoltà, quando ormai penserete di andare avanti come un carro armato, la bellezza della fase di pura esplorazione e la curiosità di vedere la fine vi spingeranno avanti per le circa quindici (avete letto bene, circa quindici) ore necessarie a completare il gioco.
In Horn è esplciitamente dichiarato l'omaggio al mondo console: il giovane protagonista è vagamente somigliante nell’aspetto all'Ico di Fumito Ueda, mentre, nelle movenze, richiama il Link di Shigeru Miyamoto. Nel mondo di gioco si aggirano, purtroppo o per fortuna non affrontabili, giganteschi mostri che non sfigurerebbero in Shadow of the Colossus. Per di più, le monete del gioco somigliano tantissimo alle rupie di Zelda. E, tanto per non sconfessarsi, i forzieri vengono aperti da Horn con un calcio e il premio di "fine livello" viene sollevato ancora come in Zelda. Per non parlare dell'arco che fa anche da rampino o dei mostri con il punto debole visibile, di alcune situazioni o combattimenti in cui sembra di essere in presenza di un Link con l'abbigliamento "sbagliato", della necessità di imparare a suonare l'ocar... ehm.., il corno che Horn si porta appresso e così via. Un vero tripudio di citazioni.
Il gioco consente anche l'acquisto in app di armi, soldi e potenziamenti, e qui si potrebbe storcere la bocca. È però semplicemente un “cheat”, in grado di rendere la vita facile agli incapaci: per completare Horn al 100%, non è necessario spendere nulla che vada al di là del prezzo di acquisto iniziale. Se siete un videogiocatore degno di questo nome, non spenderete un centesimo oltre al prezzo iniziale del gioco. E quindi compratelo. Non è un gioco perfetto, ma è quanto di più si avvicini ad un gioco “hardcore” su iOS. Oltre a regalarvi una quindicina di piacevoli ore in uno scenario veramente suggestivo, rappresenta una splendida pietra miliare che potrà essere ricordata come il momento di svolta dei giochi su iOS: “da oggi si fa sul serio”. Lo stesso sistema di controllo rappresenta il miglior emblema di un gioco nato e cresciuto intorno all’interfaccia touch. E dimenticate Infinity Blade, grazie.
Horn è stato acquistato a 5,49 € e giocato su un iPad di terza generazione e su un iPhone 4S (il gioco è infatti universale). Sul tablet il gioco dà il meglio di sè, ma mostra qualche occasionale “scattino”, pur non essendo a risoluzione Retina. Su iPhone 4S, gli scattini sono leggermente più frequenti, pur non inficiando l’esperienza di gioco. Purtroppo, però, lo schermo piccolo vi permetterà di godere solo in maniera ridotta della bellezza grafica di questo titolo. Non sono supportati iPad 1, iPhone 3GS e, abbastanza soprendentemente, iPod touch.