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The Textorcist: The Story of Ray Bibbia, un'anteprima demoniaca

The Textorcist: The Story of Ray Bibbia, un'anteprima demoniaca

Alla veneranda età di quarantacinque anni, posso dire di aver provato veramente tante tante cose nell’ambito dei videogiochi: tanti generi, tanti sotto generi, crossover, influenze varie, hack e via discorrendo. Ecco, in tutti questi anni, credo non mi sia mai capitato di imbattermi in una commistione di generi così diversi come mi è capitato provando The Textorcist: The Story of Ray Bibbia.

Il titolo dell’italianissima Morbidware si presenta infatti come un gioco in pixel art con una meccanica da sparatutto bullet hell (nel senso che siamo bersagliati da una valanga di colpi dei nemici in stile Ikaruga), nel quale però, invece di controllare una navetta spaziale, siamo ai comandi di un prete esorcista dal nome di Ray Bibbia, che deve lottare contro diverse forze del male.

Ma ovviamente il nostro Ray non lancia anatemi o esorcismi semplicemente premendo un pulsante, lo fa grazie a noi che dobbiamo scrivere - sì: proprio digitare sulla tastiera - le varie litanie necessarie a sconfiggere i demoni.

Quindi, contemporaneamente, dobbiamo schivare le decine di colpi che ci vengono vomitati (spesso letteralmente) addosso dai nemici e digitare come forsennati formule tipiche degli esorcismi. Se questa accoppiata vi sembra bizzarra, lo diventa ancora di più se consideriamo che i nemici spesso possono “accecarci”, rendendo impossibile leggere le parole da digitare, o che per ogni lettera sbagliata ce ne viene cancellata una digitata correttamente.

Da spiegare è veramente complicato,  ma da giocare è uno spasso. L’ambientazione satanica, una grafica in pixel art deliziosa e una colonna sonora degna di Hotline MIami, rendono l’esperienza di The Textorcist veramente unica, considerando anche la commistione di generi che è il gioco, una sorta di fusione tra Ikaruga appunto e The Typing of the Dead.

Come si diceva prima, The Textorcist è un progetto tutto italiano e infatti è ambientato in una Roma oscura e zeppa di demoni e persone possedute. Nonostante questo, il gioco è completamente in inglese, cosa che rende l’esperienza più internazionale ma anche più complessa per chi deve digitare velocemente sulla tastiera e non è abituato alla lingua della Regina. È però prevista la versione in italiano per la release finale. Sicuramente, la localizzazione nella nostra lingua renderà il tutto ancora più spassoso, dovendo avere a che fare con rituali e preghiere a noi ovviamente più comprensibili.

Tra un combattimento e l’altro, ci sono anche diverse cutscene, sempre con la splendida grafica in stile 8/16-Bit, che raccontano una trama ovviamente sopra le righe e completamente folle, con il nostro esorcista che si lascia spesso andare al turpiloquio o a considerazioni non proprio da uomo di Chiesa.

Questa mezz’oretta di assaggio di The Textorcist è stata veramente piacevole: sono molto curioso di vedere il gioco completo, che dovrebbe arrivare su PC per il primo trimestre del 2019, e scoprire se Ray Bibbia riuscirà a farsi largo, con il suo indubbio carisma, attraverso produzioni magari più blasonate ma sicuramente non per questo migliori.

Ho provato The Textorcist: The Story of Ray Bibbia grazie a un codice Steam ricevuto direttamente dagli sviluppatori. Il gioco è previsto solo su PC, come del resto è forse inevitabile, vista la necessità di una tastiera.

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