Vitoiuvara e la VR #2
Questa è una rubrica sulla realtà virtuale. Su tutta la realtà virtuale, non solo quella videogiocosa. E non storcete il naso, giuro che proverò a ficcarvela in gola con la forza se non fate almeno lo sforzo di interessarvi almeno un pochino a questa ormai bistrattata tecnologia. Di tutta la VR, dicevo, perché è mia ferma convinzione che il suo più grosso potenziale non sia da ricercarsi in ambito ludico ma in tutta una serie di applicazioni che prima o poi cambieranno il nostro mondo, pure il vostro.
Richie’s Plank Experience
L’idea è di quelle semplici semplici: esci da un ascensore e cammini su una plank di legno sospeso nel vuoto. La plank te la devi portare da casa, OK, ma sull’altare di una maggiore immersività, ho comunque deciso che valeva la pena di andarsi a cercare una palanca di due metri da tenersi poi comodamente in casa. Ovvio, non ho una moglie. Il primo impatto è devastante quasi per tutti, uscire da quell’ascensore non è mai facilissimo a prescindere da quanto si soffra di vertigini, ma la paura di cadere (plank o meno) lascia troppo presto il posto all’abitudine. Probabilmente, le cose potrebbero peggiorare con una grafica più realistica e un audio più coinvolgente. Ci sono anche altre modalità: in una, per esempio, si svolazza in giro, ma non è nulla che possa valere quanto i primi minuti di questa esperienza.
Richie’s Plank Experience su Oculus.
Richie’s Plank Experience su Steam.
VR Kanojo
Vi avevo promesso il porno e so che ci tenete un sacco, ma di solito si tratta di una tizia, dalla moralità discutibile, che vi fa la cavallina davanti fingendo che il pene di un altro sia il vostro. In VR Kanojo, invece, c’è tutta una ricca trama da seguire, forse persino un profondo messaggio politico e filosofico, e infatti ci troviamo nella stanza di una ragazzina che dobbiamo provare a molestare. Dai, di sicuro è quasi maggiorenne. Sulle prime si tratta di stuzzicarla, provocarla, ma non ci vuole molto per finire in scene ricoperte di liquido seminale. La mancanza di un qualsivoglia feedback tattile rende l’esperienza più ridicola che erotica ma son sicuro che gli amanti di Masakazu Katsura avranno anche qualche soddisfacente pizzicorio da risolvere. L’autore di questo pezzo non molesta ragazzine e ha provato VR Kanojo solo per squisita curiosità professionale. Potreste essere chiamati in tribunale per confermare la precedente dichiarazione.
VR Kanojo su Steam.
Elite: Dangerous
Se mi chiedeste quale sia il miglior gioco provato con Oculus, vi risponderei senza dubbio alcuno che niente mi ha regalato le soddisfazioni di Elite Dangerous. Prima di passare alla VR, ci avevo giocato già più di cento ore ma lo spazio diventa incredibilmente più grande quando maneggi il tuo HOTAS all’interno di un’astronave di cui puoi vedere i cavi elettrici. Anche solo raggiungere tutti i pannelli di controllo con il movimento della testa aiuta ad immergerti completamente in un universo mai così reale. È difficile spiegare perché le due fruizioni, con o senza VR, siano poi tanto diverse, in fondo si tratta dello stesso identico gioco con grafica neanche eccezionale, ma vi assicuro che solo una delle due viene dal futuro.
Anne Franke House VR
Nell’Oculus Store si possono trovare molti progetti che di ludico hanno ben poco ma che dimostrano come questa tecnologia abbia grandissime potenzialità anche in termini didattici. Anne Franke House VR non è altro che una riproposizione in 3D, molto ben fatta, dell’ultimo nascondiglio della famiglia di Anna Frank; quello del diario, per intenderci. Mentre qualche riga di testo ricorda gli avvenimenti, ci si può rendere conto del poco spazio a disposizione, di come le condizioni di vita dovessero essere quasi impossibili e di come tutti gli abitanti della casa avessero dovuto rinunciare completamente a privacy e intimità. Funziona, funziona benissimo, pochi minuti in quell’ambiente riescono a consegnare allo spettatore una sensazione claustrofobica di inadeguatezza che neanche i racconti di Anna Frank stessa. Da far provare nelle scuole, sicuramente.
Anne Franke House VR su Oculus.
SACRALITH : The Archer`s Tale
Sacralith è un gioco di uccidere i nemici con le frecce. Dice, perché non raccogli pure una spada, di tanto in tanto? No, manco per niente, io sono l’arciere. Quindi i nemici arrivano a dozzine, più o meno protetti, e tu scocchi frecce nel tentativo di difendere gli amici con spada e martello. Se uno di loro muore, tu muori. Esperienza faticosa: io, dopo trenta minuti, di solito, chiamo un ortopedico per problemi alla spalla destra. Ma è anche incredibilmente appagante, nonostante gli manchi un filino di vibrazione sui controller, che invece era presente (e apprezzata) in Raw Data. Col passare del tempo, e dei livelli, si possono anche acquisire abilità speciali che aiutano nell’impresa, a dire il vero neanche troppo facile. Vengo da sessantacinque ore con l’arco di Assassin’s Creed: Odyssey e una singola freccia di Sacralith mi ha soddisfatto enormemente di più.
SACRALITH : The Archer`s Tale su Oculus.
SACRALITH : The Archer`s Tale su Steam.