Luglio 1999: Scimmie analogiche, risse in coppia e altro ancora | Old!
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
A luglio del 1999, si manifesta sui PC di mezzo mondo Outcast, un gioco che mi risulta impossibile non menzionare qua dentro. Sviluppato da Appeal e pubblicato da Infogrames, Outcast si fa notare soprattutto per la chiacchiera sull'utilizzo della tecnologia voxel nel motore grafico, anche se vi segnalo che su Wikipedia potete trovare una spiegazione accurata dei motivi per cui è sbagliato parlare di voxel per questo gioco. Si tratta, comunque, di un’avventura d’azione ambientata su un mondo alieno e, per sicurezza, anche in un universo parallelo, che viene molto apprezzata per l’atmosfera e il senso di libertà, anche se qualche critica piove sull’eccesso di fetch quest. Il gioco ottiene un discreto successo e partono i lavori su un seguito, che verrà però abbandonato quando lo studio di sviluppo chiuderà per bancarotta. Outcast rimarrà comunque un titolo di culto e godrà negli anni di diverse riedizioni.
Il primo di luglio del 1999 spunta nelle sale giochi Tekken Tag Tournament, seguito non seguito che sfrutta l’hardware e il motore grafico di Tekken 3 per proporre una variante in cui si affrontano team da due lottatori, che possono darsi il cambio in qualsiasi momento. Pur con qualche malumore per il suo non essere un vero e proprio sequel, il gioco viene accolto favorevolmente e, opportunamente tirato a lucido sul piano visivo e delle modalità, si proporrà poi come titolo di lancio PlayStation 2. Godrà anche di un seguito dodici anni dopo.
Quasi contemporaneamente, arriva sulle PlayStation europee Ape Escape, un bel gioco di piattaforme 3D sviluppato da Sony per PlayStation, che per qualche tempo riuscirà a spingerlo come titolo più o meno di punta e portatore sano di classica mascotte da platform game. Forse un po’ sottovalutato all’epoca per il sempre ingombrante paragone con quell’altro tizio baffuto, Ape Escape ha dalla sua una realizzazione eccellente e un gameplay a modo suo innovativo, che punta tutto sull’utilizzo delle due levette analogiche offerte dal DualShock. Il gioco riscuote un grande successo e dà il via a una vera e propria serie che durerà qualche anno, fra seguiti e spin-off. Ve ne ha parlato in abbondanza l’Esposto nel suo Racconto dall’ospizio.
Passa qualche altro giorno e si manifesta su PC Dungeon Keeper 2, seguito del gioco pubblicato due anni prima che pone ancora una volta il giocatore nei panni del gestore di dungeon, impegnato ad assemblarli e popolarli di creature e trappole mortali con cui demolire i party di incauti avventurieri. Pur aggiungendo diverse novità e migliorando sostanzialmente l’aspetto visivo, il gioco viene sì accolto con favore ma anche abbastanza criticato per la scarsità di innovazioni. Venderà comunque bene e partirà la produzione di un seguito e un port su PlayStation, ma entrambi i progetti si risolveranno in un nulla di fatto. La serie, quindi, si conclude qui, se facciamo finta di dimenticarci l’atrocità mobile che Electronic Arts pubblicherà nel 2014.
Il 9 luglio 1999 arriva sulle PlayStation europee Syphon Filter, avventura d’azione dal taglio militar-futuristico che ha la fortuna/sfortuna di essere stata concepita in un momento in cui sembrava che il taglio pseudo-realistico-contemporaneo non potesse funzionare nei videogiochi. Questo ha reso lo sviluppo un po’ travagliato ma, allo stesso tempo, finirà per inserire il gioco in un filone di successo, grazie anche alla fortuna/sfortuna di essere semi-contemporaneo a Metal Gear Solid, a cui molti lo paragoneranno. Ma il gioco segue in realtà una strada abbastanza personale e troverà un buon successo, tale da giustificare svariati seguiti. Ve ne ha parlato il Moretto nel suo Racconto dall’ospizio.
Il 20 luglio arriva invece dalle nostre parti Croc 2, altro gioco di piattaforme tridimensionale per la prima PlayStation che non ha il portato innovativo e la potenza tecnologica di Ape Escape ma propone comunque un’avventura simpatica, buffa e accattivante. Come seguito, non offre nulla di particolarmente innovativo rispetto al primo episodio e viene accolto dalla critica senza entusiasmo. Al di là delle successive conversioni su PC e Game Boy Color, la serie si concluderà qui.