Costume Quest 2 e qualche altra sana oretta di RPG all'acqua di rose
Costume Quest è stato uno dei giochi che hanno avviato il nuovo corso di Double Fine Studios, tutto all'insegna delle piccole produzioni sperimentali per il mercato digitale, sempre più lontano dai giga-progetti in stile Brutal Legend che lo studio non era più in grado di inseguire, tanto sul piano economico, quanto su quello dei limiti creativi imposti dai grossi publisher. Sorta di JRPG sui generis, dalle dimensioni contenute e il cui fascino si legava soprattutto alla solita ottima scrittura di casa Schafer e all'idea di proporre una rilettura contenuta e approccabile di quel genere di gioco, si è rivelato un successo sufficiente a giustificare il primo seguito nella storia dello studio. E hai detto niente. Quattro anni dopo l'uscita, sei mesi dopo la pubblicazione da parte di Ubisoft di un esperimento per molti versi simile come Child of Light, ecco che arriva, chiaramente in tempo per Halloween, Costume Quest 2, seguito "bigger, better, more badass" che porta avanti la deliziosa storia dei protagonisti che avevamo seguito nel primo episodio, introduce in maniera riuscita l'elemento dei viaggi nel tempo e propone, già che c'è, un sistema di gioco un po' più ricco e curato. Intendiamoci, siamo sempre dalle parti di un Mario RPG all'occidentale e in formato ridotto, senza contare che, chi da un gioco del genere pretende grinding a non finire e decine - se non centinaia - di ore di gioco, farebbe meglio a guardare altrove. Chi ha apprezzato il primo episodio e non teme un po' di "more of the same", però, può puntare tranquillo su questo seguito.
La struttura generale è rimasta sostanzialmente invariata. Costume Quest 2 è un gioco di ruolo alla giapponese nella misura in cui per esserlo basta proporre una forte componente narrativa, un sistema di combattimento a turni, dei personaggi che crescono facendo esperienza e una certa dose di gestione dell'equipaggiamento. L'elemento di grinding è ridotto al minimo indispensabile, il quantitativo di contenuti "facoltativi" nascosti in giro non lascia certo a bocca aperta e sostanzialmente è possibile completare l'avventura, senza particolari patemi, in ciqnue o sei ore. È tutto molto lineare, nonostante ci sia comunque una serie di mappe esplorabili, e non sognatevi neanche per sbaglio di poter compiere scelte legate all'interpretazione di un personaggio come se si trattasse di un gioco di ruolo occidentale. Tzè.
Il modello più vicino è decisamente quello, come detto, dei GdR marieschi, virato però verso un'esperienza compatta, dedicata a chi non ha tempo da perdere. Il sistema di combattimento viene gestito a turni, ma prevede una componente arcade tramite cui è possibile, premendo il tasto giusto al momento giusto, effettuare doppi attacchi, sferrare bordate più potenti, eseguire parate e tentare addirittura contromosse da caricare, mettendo però a rischio di danni più ingenti l'intero party. È tutto molto semplice, ma nel complesso il sistema è sensibilmente più ricco rispetto a quello del primo episodio, col risultato che i combattimenti rimangono piacevoli e croccanti fino alla fine, grazie anche al nuovo sistema di power up. I timbrini di un tempo lasciano qua spazio a delle carte decisamente più versatili, oltre che più numerose, dando vita a un sistema maggiormente articolato. Inoltre, i temerari possono inseguire l'Achievement/Trofeo che richiede di affrontare tutti i combattimenti con un personaggio vestito da Candy Corn: non può eseguire azioni e si limita a fare da bersaglio ai nemici e regalare battute memorabili.
La "questione" Candy Corn è divertente, perfettamente a tema con l'umorismo surreale tipico di Double Fine e in grado di offrire una buona sfida se ci si ritrova ad inseguirla, ma mette in evidenza un limite del sistema di gioco: Costume Quest 2 è parecchio facile. Con un party regolare, da tre personaggi equipaggiati come si deve, e se si è dotati di un minimo di tempismo nel premere i tasti, uscire sconfitti da un combattimento è praticamente impossibile. Gli stessi boss, per quanto richiedano indubbiamente un minimo di sforzo tattico in più, non propongono una sfida particolarmente tosta. Scegliere se utilizzare o meno il costume da Candy Corn diventa quindi molto più che un'assurda curiosità da cacciatori di Achievement: di fatto, significa selezionare il livello di difficoltà del gioco. Full disclosure: io ho usato Candy Corn solo nelle fasi iniziali, in cui ci sei costretto, e ogni tanto più avanti, quando m'è capitato di farlo indossare per sbaglio a un personaggio, e il risultato è che non sono mai stato sconfitto nel corso di tutto il gioco.
L'altro aspetto discutibile sta nella maniera in cui il sistema di gestione della salute del party è un po' sbilanciato. Al di là del curarsi al volo durante i combattimenti, ci sono due modi per ripristinare l'energia vitale: andare a bere alle fontane sparse in giro per le mappe o mangiare un po' delle caramelle raccolte (che nel gioco vengono usate come valuta per l'acquisto di equipaggiamento). La seconda opzione è stata aggiunta su console, e con una patch su PC, quando Double Fine si è resa conto che andare ogni volta a raggiungere una fontana era un po' una rottura di scatole. In realtà io, siccome tanto ho le mani bucate nella realtà quanto sono un avido bastardo nei videogiochi, non ho praticamente mai usato le caramelle e son sempre tornato alle fontane, perché tanto era questione di pochi secondi. Ma il punto è che questa facilità nel curarsi sempre e comunque, senza particolari rinunce, rende la gestione della salute poco più che una formalità e riduce fondamentalmente all'inutilità le carte e le super mosse dedicate allo scopo. E, insomma, rimane addosso l'impressione di un sistema un pochino "rotto", seppur sempre con la postilla data dal fatto che usando il costume da caramella le cose si complicano. E toh, a voler proprio spaccare i maroni, possiamo aggiungere che ogni tanto il sistema di movimento fa incastrare fra i fondali e la selezione delle opzioni dai menu è un po' imprecisa. Ma non è nulla di grave.
Nel complesso, comunque, Costume Quest 2 porta avanti in maniera convincente i concetti espressi dal primo episodio. Lo si potrebbe descrivere come un JRPG per chi non c'ha tempo. Nel giro di cinque o sei ore, riesce a comprimere come si deve quello stile di gioco, con tutte le sue caratteristiche di base, senza farlo mai sentire costretto e senza concedersi alla brodaglia allungata. Poi, per carità, si può essere "filosoficamente" contrari all'idea di un gioco di ruolo che non duri decine di ore e abbia un sistema di gioco tanto semplice, ma significa semplicemente che non si è interessati a questo tipo di operazione. E non c'è nulla di male, eh!
Però, Costume Quest 2 è un gioco divertente, stilisticamente delizioso, scritto benissimo, con una storia bambinesca, ma intrisa di una comicità e di omaggi assolutamente dedicati a un pubblico adulto. Ha un sistema di gioco sufficientemente ricco da non stufare mai per la sua durata (e non sono sicuro che si potesse dire lo stesso del primo episodio) e sfrutta il tema dei viaggi nel tempo per proporre non solo un racconto a base di paradossi temporali, ma anche i classici enigmi giocati sulle conseguenze future di quanto fatto nel passato. Dura il giusto, non disturba, non fa danni e non sporca, ti lascia solo un po' lì con quella sensazione a metà fra "Ne vorrei ancora" e "Se me ne dessero ancora, forse, sarebbe troppo", un po' in stile Monument Valley. Bottom line: chi ha apprezzato il primo episodio e, per l'appunto, ne vuole ancora, beh, dovrebbe proprio giocarselo.
Ho regolarmente acquistato Costume Quest 2 su Xbox 360 e il contatore legato al mio salvataggio sostiene che ho impiegato quattro ore e cinquantatre minuti per portare a termine l'avventura, sbloccando quattordici Achievement su diciotto, trovando tutti i costumi, completando tutte le missioni (tranne una sidequest minore) ma lasciandomi alle spalle un po' di carte. Leggo in giro che la versione Wii U non sfrutta in alcun modo il GamePad e mi sembra un po' uno spreco, considerando che sarebbe stato comodo visualizzarci sopra la mappa e accedere ai menu tramite il touch screen. Ma insomma, sopravvivremo. Ah, le versioni per console Sony si sono beccate il costume da Sackboy come DLC gratuito post lancio. Maledetti sonari!