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Guacamelee! 2, ora col 70% di pollo in più!

Guacamelee! 2, ora col 70% di pollo in più!

Senza girarci troppo attorno, Guacamelee! 2 è il più classico dei seguiti, di quelli comunemente bollati con l’infamante dicitura di “more of the same”, la cui negatività mi è sempre sfuggita. Specie quando, come in questo caso, gli sviluppatori si impegnano nel cercare di migliorare l’esperienza di gioco senza intaccarne la struttura originale che già funzionava alla perfezione. Il primo Guacamelee! mi aveva divertito molto, in un’era in cui la parola metroidvania era molto meno ricorrente che oggi. Spuntò più o meno dal nulla col suo stile unico e coloratissimo, in cui ogni schermata sembrava uscita dritta dritta da un’illustrazione del “Dia de los Muertos”, la caratteristica celebrazione dei defunti di origine messicana, molto comune, per ovvi motivi, anche negli Stati Uniti.

Pensate a un Grim Fandango meno tetro e con la saturazione sparata a palla. Guacamelee! 2 mantiene tutti gli elementi che avevano reso il suo predecessore così divertente: il platforming è sempre particolarmente impegnativo e costringe a prove di coordinazione non da poco, specie quando entra in gioco la meccanica di cambio di dimensione, che fa apparire e scomparire determinate piattaforme e ostacoli. I combattimenti sono sempre molto soddisfacenti e danno peso ad ogni singolo cazzotto, testata, schivata e pile driver di Juan, il luchador protagonista, con una croccantezza che trapela da ogni suono ed effetto grafico. Per il resto, la formula del metroidvania è quella: aggirarsi per la mappa alla ricerca di nuovi potenziamenti in grado di sbloccare nuovi percorsi e nuove tecniche di combattimento. C’è anche un albero di upgrade sbloccabili utilizzando le monete trovate in giro per la mappa o guadagnate effettuando combo più o meno lunghe.

La storia, a questo giro, è particolarmente assurda e attinge a piene mani da tutta una serie di testi sacri della cultura nerd. Juan è costretto a indossare nuovamente le vesti del leggendario luchador per proteggere il Mexiverso (si chiama proprio così) dall’avvento di un malvagio luchador, che intende acquisire i poteri del guacamole sacro. L’introduzione della molteplicità di linee temporali si presta a tutta una serie di battute e riferimenti che non si fermano all’ovvio Rick and Morty ma spaziano in maniera molto ampia in tutto l’universo nerd, da Street Fighter II ai meme. È tutto un susseguirsi di battute stupide, topos portati all’assurdo e situazioni completamente surreali, ed è uno spasso, pur con quel gusto un po’ eccessivo nel voler infarcire ogni schermata e ogni dialogo di citazioni che facciano andare in brodo di giuggiole i giocatori.

Le novità sono poche ma bastano a distanziarlo positivamente dal precedente capitolo. Innanzitutto, è possibile giocare a Guacamelee! 2 in quattro (rispetto ai soli due del capitolo precedente), ognuno col proprio personaggio selezionabile a piacere fra i costumi sbloccati. Le meccaniche sono simili a quelle della co-op della serie dei New Super Mario Bros. L’importante è che almeno uno dei giocatori rimanga vivo in una particolare schermata, per far sì che gli altri possano avanzare, e, in ogni caso, anche se un giocatore muore, ricompare dopo qualche secondo sotto forma di bolla, che uno dei giocatori ancora in vita può toccare per farlo tornare in azione. Ovviamente, in questo modo, le già complesse meccaniche di platforming diventano ancora più caotiche, con quattro imbecilli che saltellano sullo schermo, ma lo svantaggio è bilanciato dal fatto che basta che uno solo dei giocatori ce la faccia ad arrivare fino in fondo. Inutile dire che in quattro giocatori gran parte delle sfide di combattimento diventano più semplici, a meno che non richiedano particolari restrizioni temporali, come accade spesso nelle fasi finali del gioco.

E come non parlare della trasformazione in pollo? Se in Guacamelee! la metamorfosi era solo un buffo modo per permettere al giocatore di passare attraverso stretti passaggi, nel seguito assume tutta una sua dignità personale. Se si può parlare di dignità per un pollo con la faccia da scemo, ovviamente. In Guacamelee! 2 l’alter ego volatile del protagonista ha a sua disposizione un set di attacchi e abilità, spesso complementari o alternativi a quelli di Juan in forma umana, utilissimi sia per navigare all’interno del dedalo di livelli ma anche durante i combattimenti. Spesso rappresenta un modo alternativo per approcciare molti degli ostacoli di platforming. Il “Pollo Shot”, una sorta di Shoryuken in diagonale, è veramente letale in combattimento, specie quando potenziato. C’è molto più pollo, in questo Guacamelee! 2, e se ne sentiva il bisogno.

Dove il gioco continua un po’ a deludere è nella curva di difficoltà, e il problema riguarda sia i combattimenti, sia le sezioni di platforming. Sono presenti vistosi picchi di difficoltà in molte sezioni che diventano rapidamente frustranti, specie se affrontate da soli. Un momento prima sei lì a fare i tuoi bei wall jump tranquillini e poi BAM, ti ritrovi davanti una sezione iper-complicata, in cui concatenare cambi di dimensione, salti, dash e ogni sorta di tecnica, per poi tornare a qualcosa di ben più prosaico. Spesso e volentieri, gli errori sono puniti con la morte istantanea, costringendo a tornare al checkpoint precedente. Lo stesso si può dire dei combattimenti, che passano in maniera altalenante dalla sagra dello spam a durissime e serrate schermaglie iper-tattiche, a volte anche con limiti di tempo da rispettare. Oh, poi magari sono io quello scarso, ma al di là della difficoltà in sé, è stata l’erraticità della curva di difficoltà a infastidirmi. Son contento di vedere che, però, almeno le boss battle sono meglio congegnate rispetto a quelle del primo capitolo, dove spesso risultavano davvero frustranti e difficili da leggere.

L’altro problema di Guacamelee! 2 è meno direttamente collegato al gioco e più al periodo storico in cui è uscito. Se cinque anni fa la parola metroidvania era sconosciuta ai più, negli ultimi anni, anche grazie al successo di Guacamelee!, abbiamo visto una rinascita del genere che potrebbe portare a un’altrettanto rapida saturazione del mercato. Insomma, può Guacamelee! 2 distinguersi in un epoca in cui Hollow Knight, Dead Cells e tanti altri titoli, con approcci ben più freschi al genere, scalano le classifiche di vendita?

Personalmente spero di sì, ché al netto di meccaniche solide ma molto classiche e una curva di difficoltà calibrata molto male, il gioco di DrinkBox è uno spasso per stile, dialoghi e situazioni. Sarà anche un sequel fin troppo prudente e manieristico, ma ce ne fossero di fatti così bene.

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Ho giocato a Guacamelee 2 su PlayStation 4 Pro grazie a un codice fornito dagli sviluppatori. Ho terminato il gioco in poco più di otto ore, raccogliendo segreti qui e lì. Completando il gioco, si sblocca una nuova difficoltà e raccogliendo tutti gli oggetti nascosti è possibile accedere a un nuovo finale. Guacamelee! 2 è disponibile tramite download su PC e su PlayStation 4.

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