Judgment: La Yakuza non è uguale per tutti
Judgment è spiccicato a Yakuza, togliamoci subito questo peso dallo stomaco. Se sono le novità che andate cercando, beh… anche no. Il quartiere è lo stesso, il picchia picchia è differente come lo sarebbe in qualsiasi seguito di uno Yakuza e le quest secondarie sono altrettanto fuori di testa e divertenti. Quando si gioca, insomma, si nota a malapena la differenza. C’è qualche sezione investigativa, certo, ma durano troppo poco e sono troppo banali per considerarle centrali nell’esperienza.
Judgment, però, non è affatto uno Yakuza. Plot twist. Nonostante sia tutto uguale, ma uguale veramente, essere un investigatore privato, e non un membro della mafia, nelle strade di Kamurocho fa tutta la differenza del mondo. All’atto pratico, si risolve tutto con dei bei cazzottoni ben assestati, innegabile, ma in qualche modo, quello che facciamo e diciamo assume una valenza del tutto nuova. Kiryu segue la sua legge, una roba di onore e lealtà tra malviventi, mentre Takayuki Yagami si preoccupa della polizia, di finire nei guai o di essere arrestato, ragiona come l’avvocato che era.
Sembra una cosa da poco ma questo cambiamento ha permesso agli autori di imbastire una trama dai toni completamente diversi, più credibili, pure, con tutta una nuova carrellata di personaggi che poco hanno in comune con i mafiosi ai quali siamo stati abituati negli anni. Rimane qualche punto di contatto, il protagonista è comunque stato cresciuto e protetto dalla famiglia Matsugane, ma è solo una linea sottile che unisce due mondi quasi inconciliabili.
Non rimarranno delusi i fan di Yakuza, c’è tutto quello che dovrebbe esserci e qualcuno, come me, potrà persino apprezzare ancor di più questa deriva narrativa. Si poteva calcare più la mano sul fronte investigativo/tribunalesco (termine inventato da me, come sparamuretto, cerchiamo di metterlo agli atti, questa volta), c’era lo spazio di manovra per trasformarlo in un Phoenix Wright con la gente da prendere a pugni, e speriamo che i nostri desideri possano essere esauditi in un eventuale seguito, magari sdoganato da un quartiere che, bello tutto, non sia sempre lo stesso.
Ho giocato a Judgment su PlayStation 4 liscia dopo averlo acquistato al day one. Ho completato l’avventura principale in circa trenta ore di gioco con parecchie quest secondarie ancora da completare e ignorando le attività extra. Judgment è disponibile al momento solo su PlayStation 4. Come al solito, se acquistate il gioco (o qualsiasi altra cosa) su Amazon passando dai seguenti link, una piccola percentuale di quello che spendete andrà a noi, senza alcun sovrapprezzo per voi. Se volete procedere su Amazon Italia dirigetevi qui, se preferite Amazon UK puntate qui.