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La storia fantastica, ancora una fiaba prima di dormire

La storia fantastica, ancora una fiaba prima di dormire

Se dovessi essere costretto a stilare una breve lista dei miei film della vita, La storia fantastica ci sarebbe sicuramente. The Princess Bride, in lingua originale, anche se forse per una volta è il titolo inglese a non dare davvero la sensazione di raccontare qualcosa di meraviglioso. C’è una principessa sposa, sì, ma c’è tantissimo altro, che Game of Thrones, lévati.

-Ci sono lotte, duelli, torture, vendette, giganti, mostri, inseguimenti, evasioni, grandi amori, miracoli… !
-Ce n’è, di roba… cercherò di restare sveglio!

Il nonno e il nipote

Da qui la possibilità di chiamare così il film, derivata dal successo de La storia infinita, che se appena appena c’erano gli estremi per fare un po’ di bait e attirare gente in sala, negli anni Ottanta, in Italia, non ci si faceva problemi. Il film si apre con un videogioco. Poi c’è un bimbo malato, e un nonno bellissimo, a cui Peter Falk dona un’anima stupenda.

E a un nipote malato cosa vuoi fare, se non raccontare una storia? Cercando di tenere alta la sua attenzione da bimbo anni Ottanta, ovviamente, tutto TV e 8 bit, che voglio vedere Falk a farlo con un ragazzino di oggi.

E via, il film diventa libro, il libro diventa film, anche perché La storia fantastica è l’adattamento di un libro, in italiano rimasto La principessa sposa, che William Goldman ha prima scritto e poi adattato per il cinema. E la trama del libro è quella di uno scrittore che propone una sceneggiatura per un film. Sceneggiatura che è la storia che il nonno legge al nipote nel film. Scatole cinesi, ma quel che conta è la storia, fantastica appunto.

Fezzik, Inigo Montoya e Vizzini.

Un’amore impossibile che vince le distanze, un’eroe più ironico che coraggioso, a cui Cary Elves da vita, Westley. La principessa Bottondoro, in fuga col suo amato, creduto morto e ritrovato. Il perfido Vizzini, che deve recuperarla per conto del viscido principe Humperdink, che vuole sposarla. Nemici e poi amici sono gli aiutanti di Vizzini, Fezzik e Inigo Montoya. Il primo è un gigante buono, interpretato da un tenerissimo Andre The Giant pochi anni prima di lasciare questo mondo. L’altro uno spagnoleggiante spadaccino, messo in scena da Mandy Patinkin. Con il sorriso smargiasso e la promessa di una vendetta nel cuore.

Una fuga divisa in tappe, una sorta di on the road fantasy. O un fantasy e basta, visto che spesso il viaggio è parte integrante del genere. Ma con tonnellate di ironia che non permettono mai alla noia di annichilire gli spettatori. Niente pipponi politici, niente stirpi infinite con listoni di nomi tutti uguali. La semplicità di una serata passata con gli amici a giocare di ruolo.

Il look del film è meravigliosamente kitsch, a tratti poverissimo, ma intenzionalmente teatrale. A volte così bello da non sembra vero, per fortuna.. Del resto è un racconto, no? Una fiaba, quasi fosse tutto di cartone, come in quei libri da aprire coi cartoncini che formano figure tridimensionali.

Anche gli effetti speciali sono spesso figli della pezzenteria, ma aiutano a mantenere quel look da spettacolo teatrale. E poi donano quel piacere che solo gli effetti speciali pratici possono offrire, che supera il confine della vista, roba che puoi quasi percepirli da spettatore. Scusate, sto delirando.

Menzione d’onore a Billy Crystal, irriconoscibile nei panni di Max dei Miracoli, medico quasi mistico che aiuta il gruppo a far rivivere Westley dopo che le torture subite mentre era imprigionato da Humperdink lo hanno ucciso, o quasi. Perché Max ci ricorda che c’è differenza tra “morto” e “tutto morto”. Una della vagonata di frasi del film che cito sempre, come il mantra della vendetta di Inigo, che dirà in faccia all’assassino di suo padre il giorno che se lo troverà davanti: “Hola! Mi nombre es Inigo Montoya. Tu hai ucciso mi padre, preparate a morir.”

Sì, perché La storia fantastica è uno di quei film con citazioni memorabili ogni cinque minuti, potrei semplicemente mettermi a elencarle tutte oppure dirvi di riguardarlo o di scoprirlo, se fino ad ora non vi siete mai entrati in contatto, in quest’ultimo caso, fatelo al più presto, anche se il genere fantasy non dovesse essere nelle vostre corde. Parola di Inigo Montoya. Non perdetevi anche il doppiaggio italiano, che rende alcune caratterizzazioni memorabilii. Mizzega.

Che poi, la colonna sonora di Mark Knopfler. Di che stiamo parlando?

Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a Il trono di spade e al fantasy lercio, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.

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