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Lightstep Chronicles, salvataggi spaziali falliti e intelligenze artificiali inquietanti

Lightstep Chronicles, salvataggi spaziali falliti e intelligenze artificiali inquietanti

Una misteriosa astronave aliena, una missione di esplorazione, un qualcosa che non va come dovrebbe. Se leggendo queste parole si ha un leggerissimo senso di déjà vu non credo sia una cosa abbastanza normale. È praticamente la trama di qualsiasi film di fantascienza un po’ inquietante dal 1950 a oggi, ed è anche l’incipit di Lightstep Chronicles, visual novel a stampo sci-fi sviluppata da Eipix Entertainment. 

Le visual novel sono una categoria di giochi che mi ha sempre affascinato. Questa affinità nasce con Nine Hours, Nine Persons, Nine Doors gioco sviluppato da Chunsoft che al tempo comprai praticamente a scatola chiusa per Nintendo DS e che mi rapì subito con i suoi testi intriganti e una trama decisamente ben orchestrata. 

Ma se Nine Hours, Nine Persons, Nine Doors basava il suo appeal su un gioco al massacro degno di SawLightstep Chronicles ci porta in una tipica ambientazione fantascientifica abbastanza anonima che già da subito sa di già visto, partendo dalla sequenza iniziale dove vediamo la nostra squadra di recupero che, nel tentativo di scoprire cosa sia successo nella misteriosa nave aliena, viene attaccata da una forza misteriosa.

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Pochi attimi dopo ci svegliamo seduti su una sorta di trono super tecnologico, bloccati, con dei cavi che ci sentono fermi e permettono la comunicazione con i sistemi della nave. In particolar modo possiamo comunicare con un’Intelligenza Artificiale di nome Aleph, che ci spiega come quella situazione che a noi sembra di estremo pericolo sia l’unico modo per nasconderci e quindi permetterci di salvare il resto della nostra squadra, catturata da forze ben più pericolose.

Da lì a breve Aleph ci introduce alle possibilità che abbiamo grazie alla sedia su cui siamo bloccati: pur non potendoci muovere, abbiamo la possibilità di controllare alcuni scanner ambientali e tramite delle telecamere scoprire e attivare determinati meccanismi e macchinari all’interno della nave. 

Tutto questo dialogo tra noi e l’IA (la prima perché ovviamente non sarà l’unica che incontreremo durante la permanenza sull’astronave e sicuramente non è la più inquietante) viene effettuato tramite delle finestre di testo che appaiono in cascata, molto velocemente, cosa che potrebbe essere un problema considerando che a volte dobbiamo anche verificare cosa succede sullo schermo durante le nostre scansioni, utilizzando gli oggetti che dopo le scansioni ci vendono indicati come attivabili.

Quando si riesce a sbloccare una nuova zona della nave veniamo trasportati insieme alla sedia che ci tiene prigionieri in una situazione diversa, con una IA diversa che tenta di mettere in dubbio le (poche) informazioni che le altre intelligenze artificiali ci hanno confidato poco prima.

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Il gioco è completamente in inglese ed è, a mio avviso, sconsigliato a chi non ha una padronanza abbastanza buona della lingua. Oltretutto, quando si inizia a capire le varie IA a volte ci raccontino cose solo per il loro tornaconto, è necessario comprendere anche le sfumature annidate nel testo, in quanto non c’è doppiaggio a voce, ma come il genere delle visual novel impone, c’è tantissima roba da leggere a schermo. 

Purtroppo, pur essendo in alcune parti sfiziosa, la trama non è incisiva come ci si aspetterebbe da un titolo che si affida praticamente solo sulla narrazione per intrattenere il giocatore. Alcune parti troppo prolisse, ci si annoia facilmente nella estrema prolissità delle intelligenze artificiali che tentano di impersonare parti fin troppo stereotipate, un impatto grafico che non aiuta a passare molto tempo a leggere da schermo e un feeling di “già visto” rendono decisamente anonimia l’esperienza nel mondo Sci-Fi di Lightstep Chronicles.

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Ho giocato a Lightstep Chronicles grazie a un codice review gentilmente inviatoci dagli sviluppatori. Ho discusso con le varie intelligenze artificiali cercando di immedesimarmi nel protagonista dell’avventura senza però sentimi mai veramente coinvolto. Come detto in fase di recensione il gioco è completamente in inglese..

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