Racconti dall'ospizio #198: La telenovela giapponese di Mr. Driller
Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.
Qualche settimana fa, durante la registrazione dello speciale destinato a fare il punto su PlayStation Classic, ma soprattutto la punta al cazzo alla sua lineup, è saltato fuori che nessuno dei presenti - ossia, oltre al sottoscritto, il Talarico, il Bellotta e financo quello spazzino di Esposto, che si è giocato la peggio feccia uscita nei Novanta – si era mai trovato faccia a faccia con Mr. Driller. Va detto che giopep in quel momento si era temporaneamente assentato con la scusa di badare all’erede, e magari lui al titolo di Namco ci aveva pure giocato, eh. Tuttavia, in mancanza di, abbiamo finito col rubricarlo come l’ennesima roba senso senso infilata dagli stagisti di Sony Interactive Entertainment nella scarsa memoria di PlayStation Classic (o mini, o come pare a voi).
- A margine: lungi da me contestare la sofisticata pedagogia montessoriani di casa Maderna, ma se il nostro avesse seguito il mio illuminato consiglio – ossia pucciare il ciuccio della pupa nella grappa come faceva la buon’anima di mia nonna ai tempi suoi, con me - probabilmente il povero Mr. Driller sarebbe sfuggito per tempo all’oblio della nostra ignoranza. Ma tant’è.
Detto questo, capace che non rientri tra i titoli più rappresentativi dell’era PlayStation, OK, ma considerato che nella sciagurata lineup hanno trovato posto per certa roba poligonale invecchiata malissimo tipo Syphon Filter, il qui presente puzzle game dall’essenziale dueddì e i colori pastello non si rivela affatto la scelta peggiore possibile. Anzi.
Anche il gameplay, con quella lievissima (issima-issima) sfumatura platform, a riprenderlo in mano oggi è ancora godibile e immediato: non c’è che da scavare infilando blocchi dello stesso colore, e via. Eppure, tra imparare in fretta regole e variabili e saperle padroneggiarle, ne passa. Il difficile è addestrare la memoria del corpo e l’istinto a infilare dentro lo stesso istante colpo d’occhio, strategia e azione. E in questo senso, Mr. Driller si è mantenuto impegnativo e ingaggiante.
Artisticamente parlando, poi, al netto della suddetta grafica semplice e ispirata, ciò che veramente salta all’occhio, anzi, all’orecchio, del titolo Namco è il suo prodigioso comparto musicale. Ora, io non sono certo un espertone come quei due là, ma nella mia grassa ignoranza, il lavoro fatto da Go Shiina e Tomoko Tatsuta mi è parso addirittura prodigioso, con quel gusto per i suoni di fine Ottanta-inizio Novanta riarrangiati in chiave leggermente più moderna, al punto che Mr. Driller meriterebbe di essere recuperato anche solo per i nove temi principali e relativi remix ospitati nel Sound test menù.
Oppure potete fare un salto qua e sollazzarvi senza sbatta, a voi.
Eppoi c’è il lore, sorprendentemente sfaccettato per una roba del genere. Nomen omen, scavando nella storia del gioco sviluppato da Yasuhito Nagaoka e prodotto da Hideo Yoshizawa (Mighty Bomb Jack), è possibile svelarne un lignaggio di nobiltà che conduce fino al celeberrimo Dig Dug.
Uscito originariamente nel 1999 in versione arcade dopo essere passato per il titolo di lavorazione - vedicaso – di Dig Dug 3, Mr. Driller infila il giocatore nei panni del giovane Susumu Hori, che altri non è se non il figlio minore di Taizo Hori, protagonista della serie Dig Dug, e di Masuyo "Kissy" Toby, a sua volta personaggio principale di un altro titolo Namco: Baraduke. Noto anche come Alien Sector, quest’ultimo è uno shoot 'em up uscito nel 1985, che condivide col più celebre (ma di poco successivo) Metroid lo svelamento finale dell’identità della protagonista.
Lanciando ipotesi in base al lore, è possibile che i due eroi si siano conosciuti tra le fila della United Galactic Space Force (UGSF), di cui sono entrambi ex membri, ma a differenza della famiglia Pac-Man, la loro storia d’amore non ha avuto un lieto fine: dopo un po’, la coppia finì col divorziare per ragioni sconosciute, anche se le malelingue mormorano di certe debacle da parte della trivella di Taizo. Tra l’altro, esiste un ulteriore membro della famiglia Hori, Ataru, il fratello maggiore ribelle di Susumu, che ha fatto il suo debutto in Mr. Driller G, del 2001.
Anche Susumu - che, val la pena ricordarlo, quando non è tutto preso a scavare, si ingarella in MotoGP 3 - ha il suo bravo interesse amoroso: Anna Hottenmeyer, giovane di origini tedesche proveniente dalla Elite Driller School of Germany. Pare che la ragazza abbia intrapreso l’attività di scavatrice per ragioni catartiche, a seguito della morte dei genitori, consumatasi in una grotta quando lei era ancora una bambina. Il che, con qualche licenza, ne farebbe la Asuka Sōryū Langley della storia. E sempre restando in tema Gainax, mi sono preso la briga di cercare qualche connessione tra i personaggi di Mr. Driller e il protagonista dell’anime Sfondamento dei cieli Gurren Lagann, Simon, pure lui scavatore, e… No, non ho trovato nulla.
Questo articolo fa parte della Cover Story dedicata a PlayStation Classic e alla prima PlayStation, che potete trovare riassunta a questo indirizzo.