Racconti dall'ospizio #153 - Tombi è una perla piena di porci
Racconti dall’ospizio è una rubrica in cui raccontiamo i giochi del passato con lo sguardo del presente. Lo sguardo di noi vecchietti.
Ore! Tomba! È il titolo originale giapponese. Tomba! quello americano. Tombi! qui da noi in Europa, altrimenti, soprattutto nei paesi come l'Italia, avrebbe avuto un doppiosenso un po' creepy. Ma amen, per tutti era "Il gioco dove meni i maiali? Che risate!"
In Giappone era il 1997, uno di quegli anni nei quali, per PlayStation, è uscito un po' di tutto. Da noi, 1998, uno di quegli anni nei quali... è uscito tutto tutto, santissimo il cielo. Avete notato quanti ventennali stiamo festeggiando quest'anno? E ancora ne avremo, di qui al 2020, ché la prima PlayStation non se la scorda nessuno, con tutti quei giochini. Tra cui Tombi! e il suo punto esclamativo.
Il me ragazzino, da poco possessore della prima PlayStation, inserì la mitica raccolta di demo Demo1 dopo averla sfilata dalla sua custodia rossa. Era una seconda versione dell'altra Demo1. quella con la manta e il dinosauro. Dentro questa, il delirio, dal trailer del gioco del film delle Spice Girls (non chiededete) al livello di prova di Crash Bandicoot 3 (vent'anni!), passando per Tomb Raider 3 (vent'anni!) e Medievil (vent'anni! Sony, ti ricordi che hai annunciato il remake, sì?). Beh tra una demo e l'altra, eccomi cadere dal cielo nei panni di un ragazzino selvaggio alla Goku di Dragon Ball, solo coi capelli rosa. I nemici? Cicciottissimi maiali.
Tokuro Fujiwara era l'ideatore di questa roba qui. Il papà di Ghosts 'n' Goblins e l'artefice di Resident Evil, per citare due robe, che suggerì gli zombi a Shinji Mikami prima di lasciare Capcom e fondare WhooPeeCamp, nome bellissimo, logo e jingle ancora di più. A margine, andò malissimo, due Tombi! e ciao, tutti a casa.
Ecco, Tombi! è un gioco che in lingua italiana è praticamente introvabile. O meglio, introvabile senza dover vendere la mamma. Io ci riuscii ormai parecchi anni fa grazie a eBay, pagandolo comunque come un gioco nuovo a prezzo pieno. E fu come vivere un sogno, perchè per almeno dieci anni, di Tombi! giocai solo alla demo. Fino allo sfinimento, sfidandomi con gli amici a chi scopriva più quest, più segreti.
Poi comprai Tombi! 2, bellissimo, ma con quel 3D che un po' rompeva la magia del primo capitolo. Un'avventura simil Zelda piena di piattaforme e mazzate, ma soprattutto di quest da portare a termine. Una caccia all'oggetto continua per poter proseguire e liberare il continente dagli incantesimi dei perfidi Maiali Koma. Maiali da catturare negli appositi sacchi, custoditi un po' da tutti qua e là. Fiori che scorreggiavano, uova carnivore, scimmie che ci chiedevano nuove paia di pantaloni. Tombi! non è un gioco facile da spiegare. È un gioco da provare. A cui giocare più volte, finché non si completano tutte le missioni nascoste, sicuri di aver totalizzato il punteggio massimo.
A pensarci bene, non esiste nulla di simile a Tombi! Fujiwara deve aver sorriso parecchio alla presentazione del gioco, e ancora di più alla sua uscita nei negozi. Forse sapeva che non avrebbe mai venduto milioni di copie, ma sicuramente era consapevole di aver partorito una folle unicità. Una perla che han capito in pochi. O han capito in porci. Dai, che un remake anche di questo secondo me lo tirano fuori, ormai tutto è possibile.
Vi lascio con una folle serata in cui ho giocato a Tombi! in compagnia di un sacco di brutta gente, ospite dei Kenobisboch che immagino già conosciate bene: enjoy perché è successo di tutto. E viva Tombi! (col punto esclamativo!).