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Two Point Hospital è Theme Hospital 2

Two Point Hospital è Theme Hospital 2

Two Point Hospital è un gioco gestionale per Windows, Mac e Linux in cui ci si ritrova a gestire ospedali di difficoltà crescente nella fittizia contea di Two Point e che intende rappresentare un ideale seguito di Theme Hospital, storico gestionale sviluppato da Bullfrog (per chi non lo sapesse, la prima software house fondata dal celebre Peter Molyneux).

Ebbene, Two Point Hospital è esattamente il gioco che doveva essere: stessa struttura di base e stesso umorismo del predecessore spirituale, sistema di gioco rodatissimo e con più di un piede nel passato, per far felici almeno il 99% dei nostalgici di Theme Hospital e quel pizzico di concessioni social (come le classifiche online e l'inserimento di commenti sugli ospedali dei vostri amici fra i messaggi del gioco) che gli permettono di non essere liquidato come "gioco di vent’anni fa uscito nel 2018". D'altronde, nel team di sviluppo sono presenti Mark Webley e Gary Carr, rispettivamente designer e grafico di Theme Hospital: che lo storico gestionale di Bullfrog venisse omaggiato a piene mani era praticamente scontato. Esteticamente, poi, è davvero uno spasso: uno stile grafico cartoonoso e pulitissimo, ma che sapientemente rifugge le facili attrattive di un minimalismo lowpoly, fa da base ad animazioni spassose e caratterizzatissime, che riescono a dar vita in maniera magistrale alle varie malattie fittizie presenti nel gioco. Fra di esse citiamo la rapsodite, che fa diventare i poveri malcapitati che la contraggono dei cloni di Freddie Mercury, la cefalea a bulbo, un mal di testa che ha come effetto quello di trasformare la testa del malato in una lampadina, la clownite, che trasforma in pagliacci e chi più ne ha più ne metta. La varietà di malattie presenti nel gioco è di certo più che sufficiente, anche se raramente si discosta dalla formula "IF malattia X THEN costruisci edificio per la cura di quella malattia". Le terapie, tuttavia, sono così divertenti che vi ritroverete spesso a zoomare per guardarle da vicino. Di buonissimo livello, comunque, anche l'azzeccato accompagnamento sonoro, con tanto di DJ radiofonico della contea di Two Point a introdurre brani generalmente rilassanti, con tanto di tributi al Wii Shop e a The Secret of Monkey Island.

Anche a un livello di zoom piuttosto distante, l'azione di gioco resta chiara, grazie alla presenza di balloon contestuali come quello che, in questo caso, ci avverte della presenza di sei persone in fila presso il medico di base.

L'interfaccia, davvero molto rifinita e piacevole da utilizzare, è sempre attenta a mettere il giocatore in condizione di intervenire tempestivamente in qualsiasi situazione di emergenza, grazie a pop-up, messaggi e barre di progresso sempre chiari e mai troppo intrusivi. L'unico aspetto che poteva essere gestito meglio a livello di interfaccia utente è la creazione delle varie stanze. Manca, ad esempio, la possibilità di preparare dei modelli: dopo aver posizionato una scrivania e un armadietto manualmente in cinquanta e più studi di medicina generale nei vari livelli, ci si chiede davvero come mai Two Point Studios non abbia pensato a un sistema per rendere meno ripetitive le operazioni più comuni. Di certo, Two Point Hospital non è un gestionale troppo criptico: la relazione causa/effetto alla base dei problemi che inevitabilmente vengono a galla nei propri ospedali è solitamente piuttosto chiara, anche grazie alla dettagliata rappresentazione dei bisogni dei pazienti. Sono stanchi? Forse siamo stati un po' parchi con le panche. Assetati o affamati? Forse è il momento di piazzare un altro distributore per le bevande, meglio se abbinato diabolicamente a quello per gli snack salati. Devono andare alla toilette? Se i bagni più vicini sono a 700 metri, forse è il caso di costruirne altri. Quell'infermiera sembra particolarmente insoddisfatta del suo trattamento economico? Un piccolo aumento eviterà le sue dimissioni.

Come ogni gestionale che si rispetti, anche Two Point Hospital permette di decorare e abbellire il proprio ospedale con numerosi tipi di oggetti: piante di vari tipi, quadri, poster e persino cabinati arcade per far divertire i pazienti (e grazie a questo gioco, abbiamo scoperto che anche in punto di morte, una partitella non la rifiuta nessuno). Tuttavia, molti di questi articoli non sono disponibili dall'inizio del gioco ma vanno sbloccati spendendo dei kudosh, una valuta speciale che va ad affiancare il vile denaro e che è possibile guadagnare ottenendo stelle nei vari ospedali, vincendo premi di fine anno (ad esempio per il miglior inserviente o per la migliore formazione), ottenendo buone valutazioni in seguito alle visite dei VIP e via discorrendo. Una volta sbloccato, ogni oggetto può essere acquistato in ognuno dei propri ospedali con il normale denaro. Pur comprendendo la volontà di dare ai giocatori una maggiore sensazione di progresso estrinseco (ovvero, una motivazione che vada oltre il piacere intrinseco, ad esempio, di abbellire da subito il nostro ospedale come meglio preferiamo), nelle prime ore di gioco si ha la sensazione che questo sistema limiti un po' troppo le possibilità di personalizzazione, incanalando l'esperienza su binari forse un po' rigidi e allungando in maniera artificiosa i tempi per ottenere determinati risultati. Si ha, insomma, la sensazione di correre col freno a mano tirato.

Un paziente affetto da monociglio appena ricoverato. Continuo a non capire perché la malattia non sia stata chiamata eliodielioelestorieteseite.

Soddisfacendo determinati obiettivi in ogni ospedale, si ottengono stelle, fino a un massimo di tre. Per sbloccare gli ospedali successivi, basta ottenere una stella in quelli già accessibili. Le nuove ambientazioni che si rendono via via disponibili introducono diverse novità, come ad esempio la formazione e il marketing, non disponibili inizialmente, nuove sfide (ad esempio, nelle zone più fredde, è necessario provvedere al benessere termico di pazienti e staff con un attento posizionamento dei termosifoni) e naturalmente nuove malattie e terapie. Alcune di esse non si sbloccano automaticamente ma vanno studiate in laboratori di ricerca. Insomma, dopo un avvio decisamente dolce, raggiunte le cinque-sei ore di gioco Two Point Hospital si apre fino a raggiungere una complessità soddisfacente, anche se mai ingestibile. Nonostante non sia quasi mai richiesta una microgestione esagerata, il nostro intervento diretto può risolvere le emergenze in maniera più tempestiva. Ad esempio, dopo la morte di un paziente (eh sì, abituatevici), il suo fantasma prende il suo posto, terrorizzando pazienti e staff che incontra sul suo cammino. La soluzione? Assumere un inserviente con la specializzazione Acchiappafantasmi, naturalmente! Tuttavia, a volte, il nostro (o i nostri) acchiappafantasmi potrebbero essere distanti dal luogo del decesso: in quel caso, possiamo prenderli manualmente e spostarli immediatamente dove necessario, risolvendo il problema ectoplasmico in minor tempo. Allo stesso modo, immaginatevi di avere una decina di pazienti in fila per entrare nella sala della diagnosi. Sfortunatamente, l'ultimo della fila è il paziente messo peggio. Un rapido controllo della sua scheda fa comprendere che gli restano pochi minuti di vita simulata: di questo passo, morirà prima di essere visitato. In casi come questo, possiamo intervenire direttamente, spostando il poverino di turno in avanti nella fila per farlo entrare prima. In questo caso, il nostro intervento lo avrà aiutato di certo ad avere più possibilità di restare in vita.

Un certo "Kelvan", mio amico su Steam e sicuramente spietato squalo della gestione ospedaliera, ha un tasso di cure migliore del mio. Di un punto percentuale. Immagino sia chiaro anche a voi che, finché non raggiungo l'86%, oggi non si va a dormire.

Come detto in apertura, Two Point Hospital fa quello che deve fare, senza eccessivi sprazzi di genialità, senza innovare troppo (piacevoli divertissement social a parte), ma offrendo un'esperienza quasi sempre pulita e piacevolissima: è il solito 7,5 al compito di italiano del secchione della classe che potrebbe impegnarsi di più, ma che sa perfettamente che non ce n'è bisogno. Il prezzo, tuttavia, non è basso e non biasimo chi deciderà di attendere uno sconto, anche piuttosto ingente: pur con tutte le sue qualità, infatti, Two Point Hospital non mi ha dato l'idea di un gioco in grado di tenere desto l'interesse del giocatore per enormi quantità di tempo, complici opzioni di personalizzazione piuttosto limitate (ad esempio, ogni stanza del gioco deve attenersi a una griglia quadrata). Giochi come Cities Skylines e Planet Coaster hanno dimostrato che per mantenere un gestionale moderno sui nostri hard disk per lungo tempo bisogna dare al giocatore la possibilità di scatenare il piacere intrinseco della creatività, grazie a opzioni di personalizzazione ricche e ben integrate. Su questo versante, Two Point Hospital non riesce a staccarsi troppo dalla formula tracciata da Theme Hospital vent’anni or sono, e per questo rischia di non riuscire a competere, sul lungo periodo, con i moderni classici del genere. Detto questo, chi voleva giocare a un Theme Hospital aggiornato troverà in Two Point Hospital tutto quello che stava aspettando e forse anche qualcosina in più.

Ho ricevuto un codice Steam a cui ho giocato per una decina di orette, ottenendo dieci stelle e gestendo sei delle location presenti nel gioco. Two Point Hospital è disponibile solo tramite download su PC.

Old! #272 – Settembre 1988

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