Il Pedro di spade 7x01: L'inverno è arrivato
Ogni settimana, Natale "Pedro Sombrero" Ciappina ci illumina con le sue elucubrazioni sul nuovo episodio de Il trono di spade. Chiaramente, trattandosi di analisi sui singoli episodi, evitate di leggerle se non siete aggiornati con le trasmissioni.
Quest’anno è stata dura. Tredici mesi, o quasi; tanta è la distanza fra l’ultimo episodio della sesta ed il primo di questa settima, e penultima, stagione de Il trono di spade. Però alla fine eccoci tutti qui, più o meno, ai nastri di partenza, in occasione di questo nuovo inizio che promette, sin da subito, fuoco e fiamme. E no, non si tratta di frasi di circostanza. Più ci si avvicina al finale, più le storyline dei tantissimi personaggi si avvicinano, approssimandosi sempre più alla collisione, per una guerra attesa con un misto di impazienza e timore. E questo primo episodio, Roccia del drago, ne è la conferma: chi riuscirà a sopravvivere all’inverno?
Partiamo fin da subito dicendo che quest’anno la serie parte lentamente. Nessun particolare fuoco d'artificio ai nastri di partenza; semplicemente una delle più classiche puntate riepilogative, con tanta politica e in cui si fa il punto della situazione, collocando tutti i personaggi sulla scacchiera e avanzando le loro storyline quel tanto che basta da poter farci pregustare tutta la carne messa a fuoco. L'inverno è arrivato, sì, ma anche la guerra si fa sempre più vicina. Così passiamo tutta l’ora di cui si compone questa prima puntata ad osservare la preparazione di tutte le fazioni in gioco, fra nuove alleanze, corazzate già conosciute e schegge impazzite. La buona notizia, per gli Stark, è che ci sono tutti, più in forma che mai. C’è Arya che, formata dall’addestramento in stile spia della CIA, parte subito, ad inizio episodio, con un colpo di scena la cui conclusione si intuisce dopo una manciata di minuti, sì, ma comunque impressionante; questo in attesa di raggiungere il suo più grande obiettivo: prendere la testa di Cersei. Poi c’è Bran, che si appresta a ricongiungersi, finalmente, con Sansa e Jon. Il Professor X de noantri tornerà utile nella battaglia contro gli Estranei. Forse.
Intanto, i suoi fratelli iniziano ad avere qualche battibecco su come gestire il Nord finalmente riconquistato. Questo piccolo scazzo potrebbe lasciare degli strascichi che si ripresenteranno successivamente ma, a prescindere da tutto, le cose da notare sono essenzialmente quattro: 1) Sansa che fa la copia in cartacarbone di Cersei; diffidare sempre dalle copie, soprattutto in politica; 2) Baelish pronto a metterla in quel posto agli Stark; quando e come, però, non si sa; 3) Jon che, con grande lungimiranza, inizia a pensare come affrontare gli Estranei, il vero grande pericolo; gli tornerà utile il vecchio amico Sam, il cui aiuto potrebbe, tra l’altro, far convergere la preparazione della battaglia contro i White Walkers alla riscoperta delle vere origini di Jon; 4) la piccola lady Mormont che si appresta ad aggiungersi al lungo necrologio della serie. Perché? Perché tutti la amiamo, semplice. E dunque potrebbe non avere vita lunga, purtroppo.
Se a Nord si pensa ai nemici che vengono dall’alto, più a Sud c’è politica pura: ci si guarda attorno, nel tentativo di capire chi sia un alleato e chi un nemico. I sondaggi dicono che Cersei ha una bassissima probabilità di mantenere il trono dei Sette regni ancora a lungo. Però i sondaggi non sempre hanno ragione: vedi Trump, vedi Brexit. Sì, anche quella de Il trono di spade è politica. E infatti Cersei corre subito ai riparti, offrendo quanto di più prezioso ha: il suo frutto maturo – con annesso trono, si intende. Ah, Cersei, che donna; straordinaria, davvero. Gioca saggiamente, scoprendo le giuste carte, e con grande charme mette in gioco il più classico dei giochi femminili: dare illusioni. Agli uomini, soprattutto. E per uomini, in questo caso, sono da intendersi gli ammutinati dell’Isola del Ferro, con lo zio Greyjoy a far da portabandiera. Mi ripeto: anche questa è politica. Intanto Daenerys torna a casa, a Dragonstone, con annesso giga-esercito al proprio seguito. A scandire la sua risalita c’è una regia solidissima, che mostra i muscoli del budget alle spalle de Il trono di spade con riprese a campo aperto maestose, grazie anche ad computer grafica impressionante. La potenza di fuoco su cui Daenarys può contare è enorme, ed in qualche modo andrà, forse già da subito, a collidere con un personaggio finora da lei distante; quel Jon Snow le cui origini si intrecciano al proprio destino.
In lontananza, intanto, si prende sempre più spazio quello che è forse uno dei personaggi più sottovalutati della serie: Sandor Clegane, il Mastino; folgorato sulla via di Damasco, si potrebbe dire, con una progressiva affezione al culto del Signore della Luce. Il Mastino è una di quelle schegge impazzite cui si accennava prima che, dopo sei stagioni passate più o meno involontariamente da diverse parti della barricata, sembra convergere in direzione dell’allegra combriccola di Thoros di Myr, quella sorta di apostolo del Signore della Luce, fra le figure più misteriose del mondo de Il trono di spade. Anche questa è una di quelle storie che convergeranno in una storyline più complessa. Probabilmente in direzione Jon Snow; pure lui, ma vai a sapere.
Appunti e aspettative per il prossimo episodio:
Qualcosa bolle dentro la pentola di Cersei. Molti la danno per spacciata entro la fine di questa stagione. Io non ci metterei la mano sul fuoco.
Arya/Jason Bourne potrebbe prendere già da subito qualche bel calcio in culo. Non può essere tutto così facile, anche dopo il suo addestramento oltre i confini della realtà.
Io che sbocco ad una nuova scena che ritrae la routine di Sam.
Delirio di onnipotenza di Daenarys; tranquilli, però. Nel breve periodo non dovrebbe fare chissà quali danni.
Baelish ha avuto troppo poco spazio in questo primo episodio; forse sarà così anche settimana prossima. In tal caso vorrebbe dire solo una cosa: per gli Stark c’è da preoccuparsi.
Una sessione di allenamento cafone con Brienne lunga più di mezz’ora. In realtà, più che un aspettativa, sarebbe un sogno.