Make MotoGP 17 Great Again
MotoGP 17 è Valentino Rossi: The Game, senza però Valentino Rossi: The Game.
In pratica, è la versione liscia di MotoGP 16, con lo stesso handling, lo stesso motore grafico (obsoleto), gli stessi e gli stessi difetti di sempre… che quasi ti fa passare la voglia di recensirlo. Ma lui se ne frega. Perché non ha concorrenza, nessun competitor, zero avversari. Pista completamente libera, licenza ufficiale e, se proprio lo vuoi, te lo prendi così com’è. E frechete.
MotoGP 17 è la stanca reiterazione di un’operazione commerciale che ormai si consuma di anno in anno. Il motomondiale virtuale, oggi, manca di coraggio, innovazione e incisività. Sa di noia e ripetitività. Cosa piuttosto bizzarra, invero: l’attuale (e reale) campionato di MotoGP è – finora - il più avvincente degli ultimi anni, con sei diversi vincitori su nove gare e una classifica con quattro piloti stipati in dieci punti.
Rispetto allo scorso episodio, mantiene sostanzialmente inalterato l’intero impianto ludico, dalla fisica che governa la manovrabilità fino alla modesta (ma pur funzionale) realizzazione grafica. Sì, OK, la fluidità è finalmente dignitosa, si avvicina ai 60 fotogrammi al secondo e si sfreccia velocemente. Ma il colpo d’occhio, l’impatto visivo, l’aspetto… insomma, la cazzo di cosmesi tout court, purtroppo (l’ennesimo), non ci stanno dentro. Appartengono visibilmente a un gioco vecchio, che non entusiasma quasi mai le pupille gustative.
DualShock 4 alla mano, MotoGP 17 propone il solito, suadente ed efficace compromesso, appositamente progettato per esaltare i novizi, stuzzicare la fantasia di molti e scontentare quelli come me che speravano deliberatamente in un fantastico ritorno al rude/appagante motore fisico di MotoGp 08. E invece no. Stessa minestra più o meno arcade di sempre, da buttare giù in piega senza troppi patemi o godimenti.
L'ebbrezza di cavalcare bolidi da oltre duecentocinquanta cavalli è smorzata da un'intelligenza artificiale non di certo all'altezza della licenza. Gli avversari non hanno la benché minima consapevolezza della nostra presenza in pista, guidano non curanti delle nostre traiettorie.
L’offerta ludica è piuttosto canonica, senza guizzi di genio o piccole rivoluzioni. C’è il multiplayer online o in schermo condiviso, gare, prove a tempo e campionati veloci, l'immancabile modalità Carriera e la Rookiee Cup di RedBull. L’unica novità per la serie (mentre per il resto del mondo, sai che novità!) è la modalità Carriera Manageriale. Che è lenta, lunga e avara di soddisfazioni immediate. Una modalità piuttosto classica/collaudata, con l’aggiunta qui e là di qualche piccolo elemento gestionale.
La serie MotoGP ha bisogno di ritrovarsi e ripartire. Profondamente. Seriamente. E rapidamente. Magari impennando sull’Unreal Engine, come ha fatto qualche giorno fa suo cugino MXGP3, abbandonando il vecchio motore proprietario di Milestone. O forse da una rivoluzione sostanziale, con un nuovo motore fisico e un nuovo approccio alla guida virtuale, anche più simulativo come il vecchio GP500. O con l’aggiunta di banane e gusci blu.
Qualsiasi cosa, tranne che questa stanca ripetizione a cui stiamo assistendo. Che non ha neppure più senso recensire.
Ho giocato a MotoGP 17 su PlayStation 4, dopo aver configurato accuratamente il controller in base alle mie specifiche esigenze, ovvero acceleratore sullo stick analogico destro e freni indipendenti. Ho incominciato la lunghissima Carriera Manageriale per vedere un po'... poi, però, ho dovuto portare Wookiee a spasso e ciao. Ah, come al solito, SE e dico SE acquistate MotoGP 17 su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.