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Expelled! mi fa pensare al futuro

Expelled! mi fa pensare al futuro

Uscito circa un mese fa, Expelled! è il nuovo gioco di inkle, uno fra gli studi indipendenti più interessanti, sperimentali e affidabili nell’output creativo fra quelli emersi nell’ultimo decennio (ormai anche abbondante). Come è tradizione dello studio, il gioco è incentrato sul far pasticciare con la struttura narrativa e interagire col racconto, seguendo le vicende di una ragazza, Verity Amersham, a rischio di espulsione dal collegio privato che frequenta. Ci sono tante meccaniche interessanti e c’è un gran lavoro sul donare al giocatore l’opportunità di sperimentare con l’esito degli eventi e plasmare in maniera comoda il racconto, mantenendo però sempre grande coerenza narrativa grazie a un paio di espedienti molto semplici ma efficaci, a cominciare da quello del narratore inaffidabile (la protagonista stessa) il cui dialogo col padre fa da cornice al racconto.

Expelled! si presenta come evoluzione di Overboard!, gioco pubblicato da inkle nel 2021 che proponeva già a grandi linee la stessa struttura in un contesto diverso. Da quella base, prende ed espande idee, contaminazioni, direzioni, trovando una formula che, pur essendo nella sostanza la stessa, finisce per risultare molto più ricca, versatile e priva di alcuni limiti fastidiosi dell’originale. Ora, a me l’originale era piaciuto molto e questo secondo tentativo mi piace ancora di più, ma non è strettamente di questo che voglio parlare, anche perché tanto in queste quattro settimane di recensioni di Overboard se ne saranno viste e lette centosessantamila. No, io voglio fare un discorso di tipo diverso, che parte più da lontano.

Il primo gioco di Inkle è Frankenstein, pubblicato nel 2012, ma quello con cui lo studio si è davvero presentato al mondo è Sorcery!, successivo di circa un anno, per poi sfondare definitivamente nell’immaginario collettivo nel 2014 con 80 Days. Già allora inkle si appoggiava sul suo motore ink, che di lì a breve sarebbe diventato un punto fermo della scena indie, utilizzato non solo dallo studio dei suoi creatori per i loro vari giochi ma anche da diversi altri sviluppatori su titoli come Sable, Goodbye Volcano High e Thirsty Suitors. Tra l’altro, di quei primi anni di inkle avevo già scritto qui qualche tempo fa.

Ora, la prima Inkle si è focalizzata a lungo, più o meno per un quinquennio, su una formula di gioco abbastanza fissa, sicuramente in parte anche perché con Sorcery! stavano portando avanti una serie da quattro uscite che andava conclusa. Ricordo ancora lo stupore quando, qualche tempo dopo, alla GDC 2017, me li ritrovai davanti che mi mostravano Heaven’s Vault, un gioco che pur appoggiandosi sempre sul solito motore ink, faceva cose radicalmente differenti e per molti versi più ambiziose. Da lì è cominciata una fase molto più sperimentale, nella quale inkle ha improvvisamente smesso di essere uno studio da cui sapevi esattamente cosa aspettarti. Certo, sapevi che sarebbe arrivato un gioco di stampo narrativo e il cui gheimplei si intreccia profondamente con la narrazione, ma nonostante questa base comune, i giochi erano tutti profondamente diversi fra loro.

Heaven’s Vault, Pendragon, Overboard! e A Highland Song sono infatti tutti giochi molto distanti l’uno dall’altro, nonostante come detto sia chiaro il filo conduttore che li unisce. Ma con Expelled!, per la prima volta dal 2016, inkle è tornata sul luogo del delitto e ha proposto un gioco che aderisce in larghissima misura al format di un suo titolo precedente, al punto che lo si potrebbe considerare seconda uscita all’interno di una serie. Ora, non è che ci sia nulla di strano, eh, però questa cosa mi ha colpito. E soprattutto mi ha fatto volare con la fantasia. Un decennio fa, ai tempi dei Sorcery! e di 80 Days, Inkle ci ha mostrato cosa sa fare quando rielabora, rifinisce, ridefinisce e ripropone una formula. Dopo i primi due Sorcery!, già bellissimi ma a posteriori forse “di riscaldamento”, è arrivato 80 Days, un passo in avanti enorme per idee e versatilità del sistema di gioco, certo aiutato nel suo successo anche dalla natura più “popolare” del libro su cui era basato. E poi sono arrivate quelle due cose incredibili, enormi, del terzo e del quarto Sorcery!, che mostravano un’ambizione, un’apertura, una voglia di espandere, arricchire e rielaborare forse insospettabili.

Ecco, a grandi linee, e levando dall’equazione il successo di pubblico che costituisce una variabile a parte, io credo che Expelled! sia per Overboard! quello che 80 Days è stato per Sorcery!: un gioco che prende la formula, la riplasma e rielabora alle sue esigenze, ne lima i difetti e ne potenzia i pregi, tirando fuori quella che potrebbe sembrare la sua versione migliore possibile. L’enfasi, però, va su “sembrare”, perché a questo punto mi piacerebbe vedere l’equivalente di ciò che a suo tempo furono il terzo e il quarto Sorcery, due giochi dall’ambizione talmente fuori scala che la formula andava forse ormai un po’ stretta e che proprio per questo hanno saputo usarla in modi incredibili. E che forse proprio per questo hanno fatto da rampa di lancio per un decennio successivo nel quale inkle ha sparato in ogni direzione. Io non lo so se abbiano in cantiere un terzo gioco basato sulla formula di Overboard! ed Expelled!, ma un po’ ci spero, perché davvero quella cosa lì vorrei ritrovarmela fra le mani.

Ho provato Expelled! grazie a un codice Switch ricevuto dall’agenzia di PR che segue il gioco e sono - credo - ancora ben lontano dall’aver scoperto tutte le sfumature che può offrire.

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