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Le tre fasi del rapporto con Madre!

Le tre fasi del rapporto con Madre!

La prima fase del rapporto con Madre! è quella in cui non sai bene cosa aspettarti. Il trailer te lo vende come una specie di Rosemary's Baby con Jennifer Lawrence, Michelle Pfeiffer, Javier Bardem ed Ed Harris, diretto da Darren Aronofsky. Che, insomma, è una prospettiva quantomeno intrigante. Solo che la gente te ne parla come di una roba assurda, bellissima o bruttissima, che sbarella le carte in tavola e parte per la tangente. Del resto, oh, sappiamo cosa ha diretto Aronofsky prima di arrivare qui. E quindi? E quindi, per chi si trova in questa fase del rapporto e vuole un'opinione sul film senza saperne di più, possiamo dire che Madre! è - come talvolta accade con Aronofsky - un thriller non thriller, un film che sfrutta cliché e convenzioni del cinema di paura per mettere addosso inquietudine mentre sta comunque facendo sostanzialmente altro. Secondo me merita, ma merita per motivi che non sono quelli del thriller chiuso in casa e stanno piuttosto in una mezz'ora finale completamente folle, splendida ma capace di far incazzare col turbo. Chi non vuole sapere altro può fermarsi qui, anche se nel secondo paragrafo non svelo poi molto altro.

La seconda fase del rapporto con Madre! è quella in cui sei al cinema, lo stai guardando e ti trovi effettivamente davanti a un film che per larghi tratti è un po' un [inserire titolo di film con casa probabilmente infestata], un film di paranoia e angoscia che crescono nel cuore di una donna più o meno intrappolata in casa propria. Gli interpreti sono bravi, il film è diretto e costruito in maniera professionale, non ci sono idee particolari nella rappresentazione dell'ansia ma fila via tutto abbastanza liscio. Allo stesso tempo, però, ti trovi davanti ad un film che mette a dura prova la tua tolleranza per le svolte narrative discutibili e i comportamenti poco credibili, specie considerando la maniera in cui il maccosometro esplode durante la mezz'ora conclusiva. Se il protagonista medio di film horror ti fa incazzare perché non scappa dalla casa, qui Aronofsky è capace di scatenarti un travaso di bile per la logica di ciò che accade. Insomma, se lo prendi in maniera letterale, Madre! ti racconta un crescendo che vira piuttosto velocemente dal surreale all'insensato, per poi tuffarsi nel macosacazzo. Il fatto, però, è che c'è l'allegoria. E se non ne volete sapere nulla, evitate di leggere oltre.

La terza fase del rapporto con Madre! è quella in cui ti rendi conto di cosa sia davvero il racconto al centro del film. Se te ne sei reso conto in anticipo perché hai letto un'intervista al cast o te l'ha detto qualcuno su Facebook, a posto così. Altrimenti sei lì che guardi il film e, mano a mano che il maccosometro sale di giri, inizia a venirti il dubbio. L'idea che ti eri fatto dal trailer (io mi aspettavo che ci fosse dietro una faccenda di culti satanici con Michell Pfeiffer super strega infame) diventa sempre più improbabile. Inizi a pensare che il film non possa essere scritto in maniera così cretina senza che ci sia qualcosa dietro. E quindi scoppia il macello finale, una mezz'ora talmente sparata per aria e fuori di testa, in cui succede talmente tutto e il contrario di tutto che, se deve esserci un senso, è per forza quello di un'allegoria. E OK, sì, è chiaramente un film che parla di violenza sulle donne e matrimoni all'insegna dell'abuso (a proposito, meglio avvisare: lo fa in una maniera molto esplicita, che in quella folle mezz'ora conclusiva potrebbe mettere molto a disagio), oltre che di quanto sia piacevole, oggi, essere una celebrità. Ma sotto c'è altro. Cosa? ALLEGORIA! Occhio, ora ve la spiego. Siete ancora in tempo per smettere di leggere.

La nostra amica ALLEGORIA è, col senno di poi non c'era nemmeno da porsi dubbi, una storia in cui Javier Bardem è Dio, Jennifer Lawrence è il pianeta Terra, la natura, questa cosa che Lui ci ha regalato e noi, a cominciare da Adamo (Ed Harris) ed Eva (Michelle Pfeiffer), poi via via con figli e discendenti, massacriamo, devastiamo, distruggiamo senza alcun ritegno. Il senso del film sta tutto lì, in una parabola a sfondo religioso che mette in scena in maniera brutale lo stato delle cose e si rende completamente esplicita nell'ultimissima inquadratura, per non lasciare dubbi. O magari ci sono altre dodicimila allegorie che non ho colto, ma insomma. Mother! è un film ambizioso e fuori controllo, ben lontano dall'Aronofsky migliore, quello di The Wrestler e Black Swan, ma affascinante nel suo delirio e nella bravura di attori comunque da stimare per essersi imbarcati in un progetto così assurdo. E alla fine, boh, come fai a non andare a vederlo? Perché privarti di quella mezz'ora finale così incredibile?

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