Outcazzari

Librodrome #103: Vita, morte e miracoli di Sega of America

Librodrome #103: Vita, morte e miracoli di Sega of America

Attenzione, in questa rubrica si parla di cultura. Niente di strepitoso, o che ci farà mai vincere il Pulitzer, ma è meglio avvertire, perché sappiamo che siete persone impressionabili. E tratteremo anche dei libri. Sì, quelle cose che all’Ikea utilizzano per rendere più accattivanti le Billy. E anche le Expedit. Ma solo libri che hanno in qualche modo a che fare coi videogiochi eh! Per tutti gli altri, c’è quell’altra rubrica.

Ken Horowitz è un professore di inglese appassionato di videogiochi che collabora con svariate riviste e di recente ha deciso di dilettarsi anche nella scrittura di libri. A lui dobbiamo l'esistenza di Sega-16, un sito nato nel 2003 per parlare di Mega Drive in maniera totalizzante, coprendo ogni singolo gioco mai uscito per la macchina Sega ma anche pubblicando approfondimenti di vario tipo e interviste a nomi fondamentali dello sviluppo. Nel tempo, Sega-16 si è poi allargato anche alle console a 8 bit del produttore giapponese e proprio in questo mese di gennaio 2018 ha aperto le porte anche a Saturn, Dreamcast e coin-op. Insomma, per gli amanti di Sega, è un luogo fondamentale. E pure il primo libro di Horowitz non si butta.

Playing at the Next Level: A History of American Sega Games racconta la storia di Sega of America, concentrandosi ovviamente sugli anni d'oro della sua attività: si parte dai primi vagiti a tema Master System, per poi proseguire con il vero cuore del libro, l'incredibile sforzo produttivo, di sviluppo e di marketing con cui il Mega Drive (anzi, il Genesis) venne portato là in cima, arrivando a scippare sostanzialmente metà del mercato statunitense e relativo monopolio a Nintendo. E ovviamente il libro si conclude con una parte dedicata al successivo crollo, il conflitto fra le divisioni americana e giapponese di Sega, l'incredibile serie di fallimenti più o meno conclamati, fra Mega CD, 32X, Saturn e Dreamcast.

Non è esattamente argomento "vergine" e, anzi, in questa rubrica è stato trattato a più riprese. Del resto, le vicissitudini della divisione americana di Sega costituiscono a modo loro un pezzo fondamentale nella storia dei videogiochi e hanno la caratteristica di essere molto più accessibili e documentate rispetto a tante altre storie che si potrebbero raccontare. Non a caso, nell'avvicinarmi al libro di Ken Horowitz temevo un forte senso di déjà vu, mi aspettavo di leggere i soliti aneddoti e racconti, ormai fin troppo noti. E mi sbagliavo. È chiaro che determinati aspetti delle vicende, beh, quelli sono e quelli rimangono, ma Playing at the Next Level: A History of American Sega Games si rivela essere in realtà un libro perfettamente complementare ad altri accostabili come Console Wars, The Rise And Fall of Sega o Sega Mega Drive/Genesis: Collected Works (o, se vogliamo partire per la tangente, The History of Sonic), perché offre una prospettiva tutta sua sull'argomento.

Horowitz, ovviamente, non trascura un racconto di ampio respiro sulle vicende, partendo dalle difficoltà del Master System e documentando tutti gli anni successivi, ma si concentra soprattutto sul piccolo, sui giochi e i progetti, sulle persone incaricate di svilupparli. Il racconto procede mettendo in fila le storie dei vari studi di sviluppo, i loro rapporti con Sega, l'importanza delle diverse produzioni per la crescita del marchio giapponese, la ricerca di innovazione nell'ambito della distribuzione via cavo e dello sfruttamento di internet e molto altro ancora. E ne viene fuori un racconto interessante perché narrato in un certo senso dal basso, lasciando ai margini chi prendeva le decisioni da sopra e focalizzandosi su tutto il resto. Il lavoro di documentazione condotto da Horowitz è clamoroso e il risultato è un coacervo di informazioni, dettagli, aneddoti e curiosità su tutti i giochi e gli sviluppatori più importanti soprattutto degli anni Novanta, sulle loro pratiche, le loro idee, i progetti riusciti e quelli abortiti, i giochi mai pubblicati e quelli entrati nelle case di milioni di persone. E a fare impressione è la leggibilità di un tomo che riesce a stipare una notevole quantità di informazioni in poco più di trecento pagine, senza risultare pesante o pedante, conservando anzi un buon flusso narrativo. Aggiungiamoci anche qualche reperto fotografico particolarmente sfizioso, seppur penalizzato dalla scelta del bianco e nero, e abbiamo il ritratto di un libro veramente imperdibile per chi ama documentarsi su questi argomenti.

Il libro non è disponibile in edizione italiana. Come al solito, se acquistate il libro su Amazon passando dai nostri link, ci fate ricevere una piccola percentuale di quanto spendete, senza sovrapprezzi per voi. Potete farlo su Amazon Italia a questo indirizzo qui o su Amazon UK a quest'altro indirizzo qua.

The Post: lo Spielberg che ci piace

The Post: lo Spielberg che ci piace

Prey, un gioco fuori dal tempo

Prey, un gioco fuori dal tempo