Another Sight: Le difficoltà del non vedere
Another Sight è un gioco che si discosta dagli standard del genere d'appartenenza. Non tanto per il fatto che la protagonista è una ragazza quasi cieca (basti pensare a Beyond Eyes e Perception), quanto per il fatto che è qualcosa di molto vicino a un’esperienza narrativa, più che qualcosa che punta unicamente su elementi del gameplay.
Come accennato, nel gioco si impersona una sfortunata ragazza che a seguito di un incidente è diventata quasi completamente priva della vista, fatto che comporta tutta una serie di difficoltà, come l’impossibilità di muoversi rapidamente e il dipendere per molte cose dal secondo personaggio giocabile: un micio di nome Hodge. Il gatto ha gli occhi ben funzionanti e può godere di velocità e agilità tipiche della razza felina, tutte caratteristiche che dovranno essere usate per aiutare Kit, la ragazza, ad attraversare i pericoli e gli ostacoli di un mondo sotterraneo a metà tra Alice nel Paese delle Meraviglie e Nessundove di Neil Gaiman.
Il gioco si sviluppa fondamentalmente come una serie di puzzle da risolvere. Non me la sento neanche di definirlo un’avventura grafica (ma in fondo mi rifiuto di considerare avventure grafiche pure quelle Telltale), è più che altro un puzzle narrativo con un’ambientazione surreale in un passato alternativo, dove si incontrano figure importanti dell’epoca coinvolte in una serie di eventi a cui non potrei accennare senza spoilerare parti interessanti della trama.
Gli enigmi sono generalmente di buon livello e richiedono l’utilizzo creativo delle abilità di Hodge e Kit per essere superati. Se si fallisce o, peggio, si muore, non ci sono comunque problemi, perché il gioco riprende dal momento immediatamente precedente all’errore fatale, rendendo quindi il processo ben poco punitivo e permettendo di concentrarsi sulla direzione artistica, sull’ambientazione e sulla storia.
Se devo muovere una critica al processo di risoluzione degli enigmi, è più che altro nel modo in cui è stato impostato il sistema di controllo. Funziona bene, ma spesso e volentieri ci si ritrova a dover ripetere passaggi o guardare Kit muoversi lentamente brancolando nel buio, anche se potrebbe benissimo correre senza rischi; ma la ragazza può correre solo in prossimità del gatto o se in qualche modo “vede” il percorso davanti a lei. Capisco che gli sviluppatori volevano creare un certo tipo di dinamica e far comprendere le difficoltà che hanno i non vedenti, ma un semplice comando da dare a Hodge di seguire automaticamente la protagonista avrebbe risolto molte situazioni lente, rendendole più snelle. Ora come ora, invece, l’unico modo per far procedere la protagonista a velocità accettabili consiste nel correre in avanti col gatto, passare alla protagonista e correre per una decina di passi, quindi tornare al gatto, farlo avanzare e via di seguito. È ripetitivo, noioso, e non ha alcuno scopo di gameplay. Un semplice pulsante da premere per attivare o disattivare una modalità “segui” in Hodge sarebbe bastato a risolvere questo problema.
Lasciando da parte gli enigmi e il sistema di gioco, quello che rimane è la direzione artistica ed è qui che la produzione Lunar Great Wall Studios ha fatto il suo lavoro migliore. Nel loro surrealismo, le ambientazioni sembrano quasi dei dipinti che prendono vita e quando si utilizza Kit, i suoni si manifestano come macchie di colore, che le permettono di vedere o percepire la strada di fronte a sé. I suoni non sono neanche l’unico aiuto che ha Kit nell’orientarsi, dato che variazioni di temperatura estreme vengono a loro volta percepite dalla ragazza. Muoversi inizialmente con lei in una zona sconosciuta, farsi un’idea dell’ambiente e subito dopo passare a Hodge per vedere come sia davvero ciò che prima ci si era solo immaginato è qualcosa che dona una certa soddisfazione artistica.
Tutto questo, però, rende anche dare un giudizio piuttosto complesso. Another Sight non è quello che definirei un “gioco normale”, e certamente non è un gioco per tutti. Tra il ritmo particolarmente lento e un focus molto netto sull’atmosfera, si tratta di un prodotto adatto più che altro a chi vuole sperimentare un’esperienza diversa dal solito e per assurdo non sia neanche così interessato al lato ludico della vicenda. Significa che si tratta di un brutto gioco? No. In realtà direi il contrario, è un prodotto fatto con amore, passione e soprattutto rispetto per il suo tema centrale, ma al tempo stesso ho avuto la netta sensazione, giocandoci, che non fosse una produzione indirizzata alla massa, quanto semmai a chi è disposto a vivere una calma avventura godendosi una direzione artistica piuttosto ispirata.
Ho sbloccato il gioco grazie a un codice Steam dallo sviluppatore. Sono andato avanti nell’avventura fino a scoprire interessanti intrecci legati alla sfortunata protagonista, potendo anche notare come il livello di difficoltà degli enigmi salga gradualmente durante il gioco, introducendo nuovi elementi e nuove meccaniche per evitare di rendere l’esperienza ripetitiva. Another Sight è disponibile da oggi su PC ma è previsto anche su PlayStation 4, su Switch e su Xbox One per i prossimi mesi.