Antigraviator fa rimpiangere WipeOut
Il genere delle corse futuristiche con navicelle antigravità è sempre stato amato e popolare, sin dall’uscita di F-Zero per il glorioso Super Nintendo. Da allora, di titoli memorabili ne sono usciti molti, passando per l’indimenticabile WipeOut (a mio avviso e per i miei gusti, ancora il miglior esponente del genere) e arrivando ad uscite molto recenti e comunque ben riuscite, come il buon Fast RMX per Nintendo Switch o l’italiano Redout.
Antigraviator, in questo scenario già molto popolato, è consapevole di dover offrire qualcosa di unico per distinguersi dalla concorrenza. Il sistema di guida di base è tipico per il genere, ma il freno aerodinamico non concede un controllo per il lato sinistro e destro (cosa che mi ha lasciato piuttosto perplesso: si tratta di una caratteristica importante per le strategie di gara). Gareggiando e vincendo tornei, si guadagnano crediti che è possibile spendere per acquistare potenziamenti, che non si limitano unicamente a migliorare il mezzo, ma influiscono in generale sulle caratteristiche di guida, permettendo di personalizzarlo in modo che sia più adatto allo stile di gioco di ogni giocatore. Ad esempio, è possibile installare degli alettoni che aumentano l’accelerazione ma permettono di portare con sé meno cariche del turbo, o magari si può sostituire la piastra antigravità per avere maggior maneggevolezza ma minore resistenza ai danni. Il risultato finale è che ogni mezzo è diverso dagli altri ma si mantiene un certo bilanciamento di base, cosa che rende le gare sempre combattute e mai scontate.
Altra caratteristica unica di questo Antigraviator è la sua gestione delle armi. Decidendo di non essere né del tutto privo di armi come Fast RMX né pieno di powerup come WipeOut, Antigraviator sposta il focus sulle trappole. Procedendo nella corsa, ci si può trovare in zone “attive” e uno qualsiasi degli altri concorrenti può attivare la trappola della zona, che può essere la caduta di ostacoli, l’attivazione di getti di vapore dai lati della pista o altri tipi di ostacoli. L’idea funziona solo in parte, perché sembra che l’attivazione sia più che altro casuale o legata a chi è più veloce tra i concorrenti a premere il tasto per attivare la trappola, con ben poco spazio lasciato allo scegliere il momento giusto o al crearsi una strategia vera e propria. Un vero peccato, considerando che è chiaro che lo sviluppatore ha investito molto nell’ideare questo sistema.
Le altre caratteristiche del gioco sono piuttosto tipiche. Le piste si lanciano in percorsi tortuosi ma sono prive di scorciatoie vere e proprie. A volte ci sono dei percorsi alternativi, ma la creatività dei circuiti è molto inferiore rispetto a quanto vista in un qualsiasi WipeOut, o anche nel più recente Fast RMX. L’impressione che ho avuto, in realtà, è che gli sviluppatori volessero creare un’esperienza il più possibile equilibrata, ma l’effetto finale è di rendere le gare più monotone rispetto quanto visto in altri titoli del genere. E non è che i giochi di guida antigravità mirino al realismo e alla sportività: sono infami, sono veloci, sono eleganti nella loro brutale affilatezza tecnologica.
Provando numerose gare, ho trovato il livello di sfida piuttosto elevato: è estremamente difficile ritrovarsi a distanziare gli avversari, ma per il modo in cui le trappole sono pensate, vi è un fattore “fortuna” che spesso è frustrante. Questo è soprattutto vero in alcune modalità di gara specifiche, come la deathrace, in cui si ha una sola vita e l’ultimo classificato viene automaticamente eliminato. Tra l’abbondanza di trappole e il fatto che con alcuni mezzi basta urtare i bordi della pista per esplodere, ho avuto la netta sensazione che fosse lasciato decisamente tutto troppo al caso.
Del lato tecnico non c’è molto da dire. Il look futuristico dei mezzi a disposizione è gradevole, per quanto non memorabile, e il fatto che le navicelle a disposizione di base sono fondamentalmente tre, per quanto personalizzabili coi potenziamenti, non aiuta molto. Le piste sono invece piuttosto ben caratterizzate, diverse tra loro, ed è un vero piacere correrci, ma mantengono il difetto di linearità descritto poco prima.
Dopo averlo provato piuttosto a lungo e aver sbloccato tutti i mezzi e relativi potenziamenti, posso dire che, come gioco di corse antigravità, Antigraviator è apprezzabile, ma ben lontano dall’essere il miglior rappresentante della categoria. Offre alcune visuali gradevoli e degli spunti di gioco che cercano di essere originali, ma sul mercato sono presenti offerte semplicemente migliori.
Ho sbloccato il gioco grazie a un codice Steam fornito dallo sviluppatore. L'ho provato per circa dieci ore, sbloccando la maggior parte dei campionati e tutti i mezzi e potenziamenti. Ho sperimentato col sistema per capire e farmi un’idea dell’effetto delle configurazioni. Antigraviator è disponibile anche su PlayStation 4 e Xbox One.