Apple Arcade: La rivoluzione silenziosa
Da un paio di giorni, correndo i rischi di provare una versione beta di iOS 13 su iPad, ho potuto mettere le mani sul servizio Apple Arcade (gratis per questo mese) e sui primi giochi presentati. Non due, non cinque, ma ben sessantaquattro, al momento. Continuano ad arrivarne, però, quindi non è ancor del tutto chiaro quale sarà il numero definitivo di giochi presenti al lancio. Quello che è certo, quasi sbalorditivo, è che si tratta di un’offerta incredibile, per il prezzo al quale viene proposta. Nell’elenco figurano infatti indie molto attesi (Overland, Hot Lava, Sayonara Wild Hearts, Mutazione, What the Golf?, Jenny Le Clue, Oceanhorn 2), prodotti di grandi publisher (Capcom, Konami, Devolver, Ubisoft) e una quantità esagerata di proposte sconosciute ma sicuramente interessanti.
Scorrendo la lista di giochi disponibili, ero eccitato nello scoprire quest’orgia di materiale ludico praticamente vergine, mai mostrato al pubblico, che spaziava su ogni genere immaginabile e anche oltre. Ero curioso e vagamente ottimista anche in precedenza, lo ammetto, ma ero anche abbastanza sicuro di trovarmi di fronte a un sacco di rumenta mobile, giochini poco complessi e destinati a intrattenere per non più di dodici minuti (soglia scientifica dopo la quale un giocatore serio sente il bisogno fisiologico di leccare una cartuccia di Zelda). E invece Apple ha fatto le cose in grande, voleva stupire con gli effetti speciali e la sua proposta colpisce l’occhio, tranne che in rarissime eccezioni. Che poi si tratti di capolavori ludici è tutto da dimostrare, ovvio, ma era quasi impossibile fare di meglio.
Funzionerà? Questo è molto più difficile da dire. Il videogiocatore è un essere abitudinario, prevenuto, e quando decide che il mercato mobile è una puttana che non merita la sua attenzione, è quasi impossibile fargli cambiare idea. Apple Arcade, però, sembra pensato più per lui che per il solito mercato, con la totale assenza di transazioni e un prezzo, cinque euro al mese, che sarà comunque altissimo per chi ha giocato sempre e solo gratis. Gran parte dei giochi proposti (almeno il 90% per la mia esperienza) supporta un pad tradizionale, per esempio; una feature che, nel mio caso, può fare davvero la differenza.
Dovesse funzionare, però, niente potrà più esistere al di fuori di Apple Arcade. È una preoccupazione che faccio mia per qualsiasi pass che sta invadendo il mercato: bello tutto, bello per tutti, ma c’è o può esserci vita anche senza abbonamento, per gli indie? Io ho dei dubbi, molte delle persone con cui parlo credono che i bei giochi avranno comunque spazio, ma vale lo stesso per Apple Arcade? Quando a quel pubblico disposto a pagare, che è solo una parte di quello disponibile, lo abbuffi di cento giochi in abbonamento, dove troverà il tempo per giocare ad altro? Io stesso, l’altra notte, mi sono sentito quasi sopraffatto dall’offerta. Questo backlog sconfinato sarà durissimo da smaltire. E se il servizio comincerà, nel corso dei mesi, ad inglobare le migliori uscite, chi convincerà il giocatore a spendere qualcosa oltre quei cinque euro?
Lo scopriremo. Dopo tutto, sono qui a leccarmi i baffi, mentre solo pochi giorni fa guardavo con disprezzo a cosa era diventato il mercato mobile. Ho smesso da anni persino di controllare le uscite, perché non ho nessuna voglia di infilarmi in prodotti pieni di valute, timer e tentativi di accedere al mio portafoglio. Per ora hanno i miei cinque euro, è una vittoria, ma i prossimi mesi ci diranno anche fino a che punto sia disposta a spingersi Apple per farla diventare un’abitudine.