A me Parigi piace, piace molto. Anzi direi che delle città che ho visitato è quella dove torno sempre molto volentieri. Certo, ci sono i parigini, però è un piccolo prezzo da pagare per godersi uno dei luoghi più belli al mondo. Sono stato molto in dubbio se acquistare Assassin's Creed Unity. Non sono un grande fan della serie, anzi, ho giocato solo il primo e l'ho mollato a due terzi, e in genere non sopporto molto i giochi con milioni di cose da fare e decine di collezionabili da.... collezionare. Quindi il dilemma era atroce: da una parte la possiblità di godermi una Parigi digitale riprodotta in maniera maniacale, dall'altra un gioco con un gameplay che non mi garbava e una serie di bug di cui tutti si lamentavano. Ho atteso qualche settimana e a inizio gennaio, sfruttando la promozione di una famosa catena di elettronica, ho deciso che sì, magari un giro nella Parigi rivoluzionaria me lo sarei fatto, su PS4. Ora, sincermanete faccio fatica a capire la serie infinita di critiche che questo gioco ha ricevuto e inizio a pensare che l'internet si sia veramente trasformato in un posto dove gravitano solo troll. OK, appena inserito il disco ho dovuto scaricare una patch ciccia (6 GB e oltre), cosa che però, grazie anche a una connessione decente, non mi ha portato via più di mezz'ora (utilizzata per altro per cenare). Da lì in poi mi sono ritrovato in un gioco visivamente sontuoso, senza particolari cali di frame rate e con una trama e un gameplay decisamente migliori di quanto mi sarei aspettato.
http://youtu.be/xzCEdSKMkdU
Partiamo dalla tecnica. Gli Assassin's Creed sono sempre stati abbastanza da mascella per terra per quanto riguarda la grafica, però secondo me qui si è raggiunto un livello veramente superiore. Prima di tutto, sin dall'inizio (dopo il breve incipit a Versailles) tutta Parigi è esplorabile. Salire sulla guglia della Sainte-Chapelle o rimanere appollaiati su un gargoyle di Notre-Dame a metà tra un Quasimodo alternativo e un Batman della rivoluzione francese fa veramente impressione. Anche senza Tour Eiffel a dominare lo skyline parigino si riconoscono i posti, le distanze, i monumenti. Mi è capitato di esclamare "Toh, la cupola dell'Hôtel des Invalides" vedendola scintillare in lontananza sotto il sole. Insomma, usando una parola, impressionante. Per altro, la sensazione di stupore mi ha colpito ancora di più entrando proprio nella Sainte-Chapelle, dove ho messo in pausa e ho tirato fuori le foto dell'ultima gita a Parigi per rendermi conto di che incredibile lavoro abbia fatto Ubisoft.
Dopo aver sbavato un bel po' sulla grafica, bisogna dire che sì, qualche incertezza ogni tanto il motore ce l'ha (ma ogni tanto e proprio sporadica), e immagino che senza le patch a supporto la situazione al day-one dovesse essere più problematica. Però è anche vero che oggi come oggi stiamo parlando di dettagli che non inficiano l'esperienza e che probabilmente la maggior parte delle persone "normali" neanche nota. L'accompagnamento sonoro, dal canto suo, fa un lavoro onesto ma senza rimanere impresso. Non c'è un tema musicale che si pianta nella testa del giocatore e questo, secondo me, per un gioco del genere, è un po' un peccato, perché soprattutto nei momenti topici dovrebbe esserci un tema, una trama musicale che enfatizzi in maniera più forte le nostra gesta e che magari ci rimanga nella testolina una volta spento il gioco.
Veniamo ora al gameplay. Prima di tutto, confesso: ho finito Assassin's Creed Unity seguendo praticamente solo le missioni principali, ignorando qualsiasi side quest e non facendo neanche un tentativo in multiplayer. Pur facendo così, e quindi non sfuttando i guadagni "paralleli" che alcune attività offrono ma facendo upgrade delle abilità e dell'attrezzatura un po' alla garibaldina, ho finito il gioco tirando un paio di improperi solo in due o tre missioni. Questo fa capire che Assassin's Creed Unity non è particolarmente difficile, ma comunque è necessario utilizzare in maniera saggia i gadget a nostra disposizione e sfruttare la conformazione del palazzo/area/livello in cui dobbiamo infiltrarci. Ecco, se si è abituati (come lo ero io) a menare le mani e le spade, qui si finisce in fretta sottoterra, perché già da metà gioco il numero di nemici che vi arrivano addosso una volta scoperti è talmente alto che non è semplice uscirne vivi. Quindi bisogna far grande uso di un approccio più stealth che action, studiando bene dove sono le guardie, quali sono i possibili diversivi e come è strutturata l'aera da esplorare.
In questi casi si nota uno dei due aspetti che mi hanno fatto storcere il naso: il sistema di controllo di Arno, il protagonista. Mi è capitato tantissime volte (e purtroppo in qualcuna di queste ci ho rimesso la pelle) che il simpatico guascone, invece di correre saltando l'ostacolo di turno, si aggrappasse al primo appiglio vicino, che esso fosse una cassa, un muro o una statua. Il risultato era che o il cattivone che inseguivo fuggiva, oppure che la dozzina di guardie che mi stava inseguendo mi infilzava come uno spiedino. Purtroppo, questo aspetto è insito nel sistema di controllo, che deve comunque essere rivisto, perché nelle fasi concitate sono più le volte che si rimane bloccati, o comunque che non si riesce a fare esattamente quello che si vuole, che quelle in cui tutto funziona liscio.
L'altro aspetto che non ho apprezzato è una parte della localizzazione italiana. Il doppiaggio di tutti i personaggi va dal molto buono all'ottimo e in pochissime occasioni c'è la tipica sensazione di "tono di voce fuori contesto perché il doppiatore non sapeva in che punto del gioco avrebbero messo quella frase". Quello che non ho apprezzato - e non so se sia un problema solo della localizzazione italiana, perché non ho provato altre lingue - è il tono degli insulti che si ricevono dai nemici durante le fughe o i combattimenti. È molto facile che, quando si viene scoperti da qualche cattivone, si venga apostrofati con parolacce molto attuali come "stronzo", "dove cazzo vai" o peggio ancora. Ora, non sono uno storico della rivoluzione francese, ma secondo me difficilmente si veniva insultati in quella maniera. Insomma, non capitava quasi trent'anni fa, figuriamoci nel 1700. È come se quella parte di doppiaggio fosse stata fatta a parte e fuori contesto e veramente spezza tanto l'illusione di essere a Parigi in mezzo a Napoleone e Robespierre... fa molto più Milano Stazione Centrale, ecco.
Chiudo questo sproloquio con due parole sulla trama: molto meno terribile di quanto mi aspettassi, con un protagonista un po' anonimo ma abbastanza negli standard, e un personaggio femminile molto bello, forte, intelligente e sexy, che fortunatamente non scade negli stereotipi videoludici soliti (no, le tette non si vedono). Praticamente, chi si lamentava di non poter usare una donna nel gioco si ritrova una co-protagonista (effettivamente non giocabile) molto migliore del vero eroe. Durante le vicende di Arno e dalla sua amata Elise, si verificano anche dei balzi temporali che lasciano piacevolmente spiazzati, piccoli lampi fuori dal contesto storico del resto del gioco, che però fanno la loro figura... e mi fermo qui perché ho già detto troppo.
Assassin's Creed Unity alla fine mi è piaciuto, e molto. Certo, non mi sono ammorbato volontariamente con ore e ore di quest laterali e ho giocato (come faccio sempre) cercando di immedesimarmi il più possibile in Arno e nella sua sete di vendetta e di conoscenza. Brava Ubisoft, il giro a Parigi me lo sono goduto. Magari per Londra prendiamoci quel paio di mesi in più per evitare i troll dell'internet e far uscire il gioco funzionante e senza bug da cineteca.
Ho giocato Assassin's Creed Unity per PS4 acquistandolo in negozio e il download della patch non è stato un trauma. Ho finito il gioco in una quindicina scarsa di ore, seguendo solo la quest principale ed evitando come la peste missioni laterali e multiplayer.