Outcazzari

Blu Brothers #32

Non devono salvare un orfanotrofio pieno di debiti e non sono nemmeno inseguiti da una banda di neonazisti bifolchi. La missione dei Blu Brothers di Outcast è analizzare scrupolosamente (e quindicinalmente) i migliori Blu-ray del momento disquisendo amabilmente di compressione, soundstage multicanale, bordate del sub, grana e rumore video. E vista la mole di materiale che giunge quotidianamente a casa dei due fratelli blu, non ve ne liberete tanto facilmente.

Skyfall

Si è parlato tanto e con diffusa venerazione del “reboot mendesiano” di Bond, atipico in quanto legato allo stesso attore protagonista dei film precedenti. Se infatti con il buonissimo Casino Royale il cambio di rotta verso un realismo più marcato e un tono più serioso rispetto alle pellicole con Pierce Brosnan era evidente, Skyfall incupisce ulteriormente i toni, diluisce l’azione e getta un ponte tra il Bond passato e presente, dando nuovo volto ad alcuni personaggi chiave della saga, alternando il moderno campo di battaglia informatico con gadget e armi “old style” (strizzando l’occhio alla crisi e al fascino vintage contemporaneamente) e con un cattivo finalmente carismatico come ai vecchi tempi. Alternanza anche tra novità e tradizione, con la scena d’azione iniziale spettacolare ed eccessiva come sempre e gli stupendi titoli di testa animati con il celebre brano di Adele. Si è parlato di un’operazione “Nolaniana” nella rivisitazione del personaggio, ma francamente, al di là del maggior realismo e di un tocco di introspezione (ma più del villain e di Judi Dench che di Daniel Craig), il film sembra semmai confermare la tendenza al revival delle “vecchie glorie”, alla glorificazione delle icone, quale certamente 007 è. Un bond un po’ invecchiato e acciaccato ma che non ha perso fascino e spacca ancora i culi alla grande, verrebbe da dire Old but Gold! Più che Batman, tutto ciò mi ricorda (chiaramente con esiti artistici diversi) I Mercenari e il conseguente/attuale ritorno degli eroi anni ’80 in sala. Solo che Bond c’è da 50 anni e Mendes ha un gusto e una raffinatezza visiva che elevano Skyfall tra i migliori episodi della saga. Ma i capolavori sono altri.

Certamente quella proposta da 20th Century Fox è un’edizione molto valida, tuttavia non raggiunge i vertici qualitativi che i fan più intransigenti si aspetterebbero. Un limite è rappresentato dalla canonica e risaputa mancanza dell’audio lossless in italiano, che determina quel lieve ma avvertibile squilibrio tra la pur ottima traccia DTS 5.1 half-rate italiana e la straordinaria versione originale in DTS-HD MA. Il mixing per entrambe è precisissimo e dalla dinamica davvero pronunciata, con tutti i canali all’opera e un LFE ben dosato ma esplosivo quando la scena lo richiede. È altrettanto vero, però, che nella spettacolare sequenza d’apertura e nell’esplosivo attacco finale l’inglese ha una marcia in più. Discorso analogo per il video, che, vista l’eleganza della fotografia, speravamo di riferimento, ma di fatto si pone un gradino al di sotto, non per difetti particolari ma per la semplice, banale constatazione che a livello di definizione abbiamo visto di meglio. Ma come fedeltà alla resa in sala cinematografica, la soddisfazione è garantita. Negli extra (tutti in HD), il piatto forte è Le riprese di Bond, un ricco making of di un’ora diviso in capitoli. A corredo troviamo un filmato sulla prima a Londra (4’), il trailer, lo spot della colonna sonora e i commenti audio lungo il film del regista e dei produttori, entrambi sottotitolati anche in italiano. [P.B.]

Film: 7,5 Blu-ray: 8,5 (Video 8,5 - Audio 8,5 - Extra 8 )

Magic Mike

Ci sono registi che si amano o si odiano… ma anche registi che si amano e si odiano. Steven Soderbergh è un maestro, nella sua iperattività registica, nel passare da progetti commerciali a sperimentazioni d’autore senza soluzione di continuità, ma recentemente (vedi anche Knockout) mostra una padronanza del mezzo cinematografico tale da ibridare le due modalità, creando un prodotto attraente tanto per un pubblico generico quanto per una platea più avvezza a un cinema più ricercato. La stessa operazione che qui Soderbergh compie su un genere e un tema classico del cinema hollywoodiano, seguendone i tòpoi narrativi ma ribaltandone la prospettiva. Mike, trentenne volenteroso che sogna di aprire un’attività commerciale in proprio, di giorno lavora e di notte si esibisce in uno strip club per guadagnare la somma necessaria. Un giorno incontra il diciannovenne Adam e ne intuisce il potenziale sul palco, facendolo così entrare nel gruppo di ragazzi che si esibiscono nel club. Il cambiamento repentino di stile di vita porta Adam a perdere il controllo, mentre Mike, invaghitosi della sorella del giovane, scopre di non essere così soddisfatto della vita che conduce. Il sogno americano e la disillusione, la commedia romantica (ma senza smancerie), il racconto di formazione/autodistruzione… tutti elementi che coesistono nel film dal taglio obliquo (anche nelle inquadrature) di Soderbergh, che riesce a rendere convincente persino un attore solitamente inespressivo come Channing Tatum (con un passato da spogliarellista da cui ha avuto origine il film), un personaggio sensibile e intelligente “intrappolato” in un corpo troppo bello che lo rende puro oggetto di desiderio. Con personaggi secondari e relativi interpreti meno approssimativi e qualche guizzo narrativo in più (tutto prosegue su binari facilmente prevedibili), forse Magic Mike sarebbe qualcosa di più di una variante al maschile di temi solitamente associati a spogliarelliste, cheerleader o donne in carriera.

Come sempre, Soderbergh sceglie il digitale più all’avanguardia e interviene sull’immagine pesantemente in post-produzione, creando un netto contrasto tra le riprese nello strip club e tutte le altre ambientate “nel mondo reale”. Il regista sceglie di lasciare alle sequenze nel club uno stile più naturale e definito, con l’intera gamma cromatica a disposizione, mentre appena ci si sposta all’esterno l’immagine si fa più opaca, fortemente virata a tonalità giallastre e poverissima di rosso e blu. Proprio a causa di queste scelte visive radicali, è bene scordarsi che il film è stato girato con camera Red Epic, perché il contrasto e la nitidezza molto bassi non lasciano trasparire l’origine 5K delle riprese. Il Blu-ray rispecchia queste scelte offrendo un quadro fedele nel pregi e nei limiti descritti, con un valido encoding AVC che non risente del disco a singolo strato utilizzato. Sul fronte audio, curiosamente, il mixing italiano si discosta in più punti da quello originale, ma non necessariamente in peggio, anzi, in molte scene le musiche sono molto più “presenti” e vigorose rispetto al mix originale, offrendo una maggiore spazialità. In alcuni punti accade anche l’opposto, ma fortunatamente le due tracce lossless sono “coerenti” se prese singolarmente e non fanno avvertire questi squilibri, se non passando dall'una all’altra durante la visione. Buona la resa generale, specie nelle scene nel club, molto coinvolgenti. Sul fronte degli extra troviamo il trailer italiano (SD), un breve dietro le quinte (7’ HD), interviste al cast (HD) e tre scene (coreografie) estese HD. [P.B.]

Film: 6,5 Blu-ray: 7,5 (Video 7,5 - Audio 8 - Extra 6)

eXistenZ #12 – Mortal Kombat: Legacy

eXistenZ #12 – Mortal Kombat: Legacy

Metal Gear Rising: Revengeance - L'importanza di chiamarsi Raiden?

Metal Gear Rising: Revengeance - L'importanza di chiamarsi Raiden?