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Diehard Dungeon: tanta ferocia per un euro

Un euro equivale più o meno agli ottanta Microsoft Point che vi servono per scaricare il qui presente Diehard Dungeon. OK, ora che ho spiegato il senso del titolo dell'articolo, posso iniziare a parlarvi del gioco in questione. Oppure posso dilungarmi su questioni tipo "Oh, quanto è bello spulciare la lista dei giochi indie e cercare quelli carini". Che poi è quello che farò, perché in effetti vagabondare nella sezione Giochi Indipendenti di Xbox Live riserva più di qualche sorpresa. Di recente hanno fatto capolino bei giochi tipo Ninja Crash, Entropy o il già recensito Snops Attack!: con la classica manciata di euro ci si crea una vera e propria ludoteca a basso costo, che fortunatamente non corrisponde al concetto di "scarso divertimento". Anzi, si affianca alla grande ai cosiddetti titoli AAA. In ogni caso, tra le tendenze diffuse in ambito di giochi indipendenti, ci sono quella di copiare Minecraft e quella di creare giochi roguelike con grafica retrò e meccaniche semplici semplici. Visto che di parlare di FortressCraft, Zombie Miner e via dicendo proprio non mi va - anche perché su Xbox 360 c'è la versione ufficiale di Minecraft che è pure gran bella - ho deciso di dedicarmi a mostri, labirinti e spadate. http://www.youtube.com/watch?v=GeGrIGePD7c

Si, perché di solito, un gioco fantasy in stile roguelike, tipo Dungeon of Dredmor, implica che il giocatore si trovi impegnato ad esplorare un labirinto generato casualmente partita dopo partita, cercando di fuggire, o comunque tentando di sopravvivere il più possibile, piano dopo piano. Che poi è esattamente quello che accade in Diehard Dungeon: il nostro eroe si becca una freccia nella schiena e sviene, risvegliandosi poi in una cella di un labirinto sotterraneo. Armati di un coltello analogo a una spatolina per spalmare la Nutella e di un elmo di carta stagnola, inizieremo quindi ad esplorare stanze e corridoi, sfasciando tutto quello che ci capita davanti (casse, vasi e tutta quella roba che i costruttori di dungeon ammassano nelle loro creazioni senza apparente motivo), raccogliendo chiavi per aprire porte, schivando trappole di vario genere e di tanto in tanto risolvendo qualche semplicissimo rompicapo. Tutto qui. Ah, e poi ci sono i mostri. Tanti, a dire il vero. Tanti e di parecchie tipologie differenti. C'è il blob che vuole solo morire affettato, il goblin (o quel che è) che viene a romperci le scatole col suo pugnaletto (mooolto meglio della nostra spatolina), il pelato (tipico mostro da dungeon, in effetti, molto diffuso in questo gioco), il fantasma e via dicendo. Giocando ho contato almeno una decina di diverse creature, proposte tra l'altro in varie declinazioni (blob di ogni colore e comportamento, pelati di varie dimensioni e via dicendo).

http://www.youtube.com/watch?v=z8dKy-I6d9E

Durante lo sviluppo di Diehard Dungeon, i designer devono aver discusso parecchio sul tipo di gioco che volevano realizzare. Qualcuno voleva creare un gioco alla Zelda, con le belle casse da aprire, i boss da pigliare a spadate e le monete da raccogliere. Qualcun altro preferiva invece realizzare un bello sparatutto con doppio stick analogico, zeppo di nemici e proiettili. Evidentemente NON si sono messi d'accordo (oppure si?) e così Diehard Dungeon è uscito fuori come una netta fusione tra i due generi. Combattere corpo a corpo implica semplicemente avvicinarsi ai nemici e premere il tasto per la spadata, come siamo abituati a fare da circa vent'anni a questa parte. Utilizzare le armi a distanza - ce ne sono diverse - richiede invece l'uso di entrambi gli stick, uno per muovere il nostro nasuto eroe (ve l'ho già detto che ha il nasone?) e l'altro per prendere la mira. Un sistema di controllo ibrido che viene ben introdotto nelle fasi di tutorial del gioco e che si rivela il nostro miglior amico, fornendo tra l'altro un buon carattere al gioco. Diehard Dungeon fa tantissime cose che abbiamo visto migliaia di volte, ma il modo in cui ce le propone, la particolare miscela preparata da Tricktale e la relativa freschezza del tutto rappresentano ottimi motivi per spendere 'sto euro (eddaje, è un caffe!) e dedicarsi ad un po' di sano dungeon crawling. Esploreremo, potenzieremo il nostro eroe, completeremo qualche mini-gioco, otterremo abilità speciali e perderemo poi tutto al game over per ricominciare daccapo.

Diehard Dungeon

Anche l'aspetto grafico, per dire, apparentemente pasticciato e pure un po' sgradevole, riesce a proporsi con violenta coerenza e abbondante uso di effetti particellari, risultando alla fine persino piacevole: vi ho appositamente inserito ben due trailer in questa pagina, per darvi un'idea di come appaia il gioco. Ma sopratutto, è la sfida offerta da Diehard Dungeon che ci spinge ad avventurarci più volte in questi ennesimi labirinti. Perché la generazione casuale del tutto porta anche a passaggi di una difficoltà immane, dai quali emergere significa provare quel senso di soddisfazione simile a quanto ci hanno trasmesso giochi come Demon's Soul/Dark Souls o un passaggio di Halo 4 giocato a Leggendario (su questo poi ci torno... poi...). Tra l'altro, la presenza di bivi da un livello all'altro garantisce anche una discreta rigiocabilità, che, unita alla natura casuale dell'avventura, porta a chiedersi: "Ma che cavolo volete di più, per ottanta Microsoft Point?".

Come vi dicevo all'inizio, passo intere nottate a vagare nel canale Indie di Xbox Live e, proprio durante una di queste peregrinazioni, sono incappato in Diehard Dungeon, l'ho comprato, me lo sono giocato a fondo e, quando il Maderna mi ha chiesto se potevo caricargli un articolo di urgenza perché oggi non c'aveva niente da pubblicare, ho estratto dal cilindro questa recensione. Poi mi sono scordato di scrivere il paragrafetto in corsivo che state leggendo, quindi l'ha scritto appunto il Maderna. Ringraziatelo.

Voto: 7.5
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