Gennaio 2001: L’inizio di Runescape e la fine del Dreamcast | Old!
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
Il 4 gennaio del 2001, Jagex lancia la prima beta pubblica di RuneScape, un MMORPG gratuito nato in maniera molto rozza ma che si evolverà nel tempo fino a diventare un fenomeno fuori scala, roba da duecento milioni di abbonati e riconoscimento nel Guinness dei primati come MMORPG gratuito più grande e aggiornato più di frequente al mondo. Fra aggiornamenti e revisioni, il gioco cambierà parecchio nel corso degli anni, al punto che verranno pubblicate anche delle edizioni "old school" più fedeli alla versione originale. Nel 2020, con calma, arriverà anche su Steam.
Due settimane dopo, arriva in Europa Legend of Dragoon, JRPG per la prima PlayStation sviluppato dal Japan Studio di Sony, che si presenta dopo tre anni di sviluppo e forte di un budget particolarmente corposo per l'epoca. Accolto in maniera non particolarmente favorevole dalla critica, che lo categorizza come una specie di Final Fantasy del discount, il gioco venderà bene soprattutto negli USA, dove sfiorerà il milione di copie (praticamente il triplo rispetto a quanto ottenuto in patria). Non sarà comunque un risultato sufficiente a garantirgli un seguito.
Passa un'altra settimanina e arriva su PC e PlayStation 2 Oni, "l'altro" gioco sviluppato da Bungie mentre si occupa di creare un certo altro franchise dal discreto successo. Sorta di sparatutto/picchiaduro in terza persona dall'estetica e dall'immaginario largamente ispirati alla fantascienza giapponese, Oni è un gioco interessante nelle idee e discretamente riuscito, ma non lascerà davvero il segno. Ne ho comunque chiacchierato tempo fa in un Racconto dall'ospizio.
Ma l'evento più memorabile di quel mese riguarda Sega. Il 23 gennaio, il quotidiano giapponese Nihon Keizai Shinbun ci fa sapere che il produttore avrebbe intenzione di abbandonare il Dreamcast e dedicarsi allo sviluppo di videogiochi multipiattaforma. Inizialmente, la casa del porcospino nega, ma poi ammette di stare abbracciando una nuova strategia che prevede lo sviluppo su PlayStation 2 e Game Boy Advance, per poi annunciare ufficialmente, il 31 gennaio 2001, che il Dreamcast verrà messo fuori produzione due mesi dopo e Sega diventerà uno sviluppatore e publisher "third party". A ciliegina sulla torta, annunciano anche una riduzione di prezzo per smaltire le scorte di Dreamcast già prodotti. Nel mentre, PlayStation 2 continua a vendere come il pane e il problema più grosso di Sony sono quelli che si lamentano perché col cavo RGB vedono i film in DVD verdi.
Vi lascio con l'ultimo gioco pubblicato su Dreamcast.