Aprile 2000: Zombi, elfi e mech | Old!
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
Ad aprile del 2000, mentre Nintendo raggiunge quota cento milioni di pezzi venduti fra Game Boy e Game Boy Color e il governo giapponese fa sapere che terrà sotto controllo le esportazioni di PlayStation 2 perché è una macchina sufficientemente sofisticata da poter essere dedicata a utilizzi militari, arriva dalle nostre parti Resident Evil Code: Veronica per Dreamcast. Il 25 aprile 2000 è infatti la data di uscita in zona PAL per quello che rimane a oggi uno fra i migliori esponenti del “ciclo classico” per la serie Capcom. Anzi, se lo chiedete a me, la sua seconda metà è proprio il punto più alto dei Resident Evil primo corso, senza se e senza ma. Circa un anno dopo, ne verrà pubblicata su Dreamcast e PlayStation 2 una versione riveduta, corretta e ampliata, con titolo Resident Evil Code: Veronica X. Lo ha ricordato Marco Esposto per il ventennale dell’uscita in Giappone.
Tre giorni dopo, sbarca ufficialmente in Europa EverQuest, il primo MMORPG con grafica tridimensionale di gran successo. Sviluppato da Verant Interactive e 989 Studios per conto di Sony Online Entertainment (ma portato in Europa da Ubisoft), il gioco continuerà ad essere supportato con espansioni per praticamente due decenni e godrà anche di uno spin-off per PlayStation 2 intitolato EverQuest Online Adventures. Non sarà però il primo MMORPG a raggiungere la console, arrivando quasi un anno dopo Final Fantasy XI. Si vedranno anche altri spin-off, fra giochi di strategia per PC e d’azione per console, e nel 2004 uscirà un vero e proprio seguito, EverQuest II.
Tornando a bomba sui giochi Nintendo che finalmente giungono in Europa, segnaliamo che il 7 aprile 2000 tocca a Pokémon Stadium, che dalle nostre parti si manifesta come prima uscita nella divagazione per Nintendo 64 dei mostriciattoli collezionabili ma è in realtà seguito di Pokémon Monsters Stadium, uscito solo in Giappone nel 1998. Inizialmente pensato per Nintendo 64 DD ma poi “spostato” su cartuccia, il gioco condensa l’esperienza Pokémon ai soli combattimenti, risultando francamente molto semplicistico. Questo non gli impedirà di riscuotere un certo successo, meritarsi un seguito diretto su Nintendo 64 e proseguire con nomi diversi per altre due generazioni di console.
E ancora, il 14 aprile 2000 arriva sui Game Boy Color europei Wario Land 3, terza uscita della serie nata col terzo episodio di Super Mario Land e prima a proporsi in esclusiva per la revisione “colorata” della console Nintendo. Il gioco ripropone in larga misura le meccaniche dell’episodio precedente e continua a spingere l’approccio al platform più “accogliente” da parte di Nintendo. Questo non gli impedisce di risultare divertentissimo e sufficientemente profondo, senza contare la notevolissima qualità grafica. La serie “numerata” si concluderà un anno dopo con un quarto episodio su Game Boy Advance ma continueranno a uscire giochi di piattaforme dedicati a Wario su diverse console Nintendo.
Infine, il 28 aprile 2000 si manifesta in occidente, anche se purtroppo solo sul mercato americano, Gundam Side Story 0079: Rise from the Ashes, gioco d’azione in prima persona ispirato al popolare robottone giapponese, con una lieve spruzzata di tattica garantita dalla possibilità di coordinarsi con due compagni gestiti dall’intelligenza artificiale. Il gioco nasce per essere il primo di una serie che porterà avanti il racconto per svariati episodi ma, sostanzialmente, non si farà in tempo a causa della morte prematura del Dreamcast.