eXistenZ #39 – Meglio zombi o male accompagnati?
eXistenZ è la nostra rubrica in cui si chiacchiera del rapporto fra videogiochi e cinema, infilandoci in mezzo anche po' qualsiasi altra cosa ci passi per la testa e sia anche solo vagamente attinente. Si chiama eXistenZ perché quell'altro film di Cronenberg ce lo siamo bruciato e perché a dirla tutta è questo quello che parla proprio di videogiochi.
Chiariamo subito una cosa: il titolo di questo articolo non ha nessun senso, è piuttosto cretino e non c'entra nulla con il contenuto dell'articolo, a meno di volersi agganciare al fatto che parlo in maniera un po' tangente di Dead Rising: Watchtower. Non so neanche bene perché ho scelto di metterlo là sopra, è che mi è venuto in mente, così, d'istinto, subito dopo aver aperto il documento per scrivere, e quindi a posto così. A proposito d'istinto, che vi fidiate o meno del vostro, potete farvi un'idea su Dead Rising: Watchtower ascoltando quel che ne ho detto in The Walking Podcast Extra o anche leggendo quel che ne ho scritto sul mio blog. Toh, vi metto anche il trailer.
Ma perché tutto ciò? È che stavo pensando a quella cosa un po' bizzarra che è l'approccio diversissimo fra oriente e occidente all'adattamento da videogioco a cinema. Ovviamente è un approccio figlio di impostazioni culturali e di abitudine a determinati tipi di linguaggio audiovisivo e narrativo, ma tant'è, non si potrebbe essere più lontani. Voglio dire, pensate a roba tipo, così, per fare l'esempio più ovvio, l'Ace Attorney di Takashi Miike o, per allargare lievemente il campo, il suo Yattaman. Sono film completamente fuori di testa, che se ne fottono nella maniera più assoluta del realismo, del dare al tutto una parvenza di credibilità. Anzi, non è vero che del realismo se ne fottono, è che lo fottono proprio, dall'entrata posteriore.
Definirli "adattamenti" sarebbe fuorviante: sono trasposizioni fedeli in maniera quasi maniacale all'estetica, allo spirito e all'assurda iconografia dei manga/anime/videogiochi di riferimento. E il cinema giapponese è pieno di esempi simili: funziona così. Loro prendono quel che c'è in origine e lo sbattono su pellicola. Poi, certo, adattano, perché stagliuzzano e ricuciscono il racconto in base alle esigenze del momento, ma non hanno alcun interesse a ragionare nell'ottica di quel che funziona in versione animata ma non potrebbe mai funzionare nella realtà. Insomma, è un approccio all'insegna del #fottesega.
In Occidente, un approccio del genere è inconcepibile. Per portare al cinema le cose matte dei fumetti e dei videogiochi bisogna normalizzarle, renderle accettabili, scolorirle. L'ha fatto Bryan Singer coi suoi X-Men, l'ha fatto ancora di più Christopher Nolan col suo Batman e chi non poteva normalizzare più di tanto il materiale di partenza (che so, un dio norreno biondo che salta in giro facendo roteare un mantello o un pirla altrettanto biondo che indossa stelle e strisce) ci ha girato attorno per provare a smorzare un po' e/o l'ha buttata sul ridere per renderlo accettabile. Siamo fatti così, forse, o magari è solo mancanza di coraggio, ma tant'è, non vedo come sia possibile anche solo provare ad immaginarsi un film come Ace Attorney dalle nostre parti.
E Dead Rising: Watchtower è l'ultimo esempio di questo trend. La butta sul ridere e sulle scemenze, tanto quanto il videogioco a cui si ispira, ma lo fa cercando una via diversa, più addomesticata e immediatamente comprensibile. Quell'umorismo "estetico", fatto di gag visive e personaggi demenziali, viene confinato al solo Frank West, trasformato in una specie di cabarettista d'avanspettacolo. E sì, si manifesta un po' anche in altri personaggi, ma in maniera molto più moderata, con qualche accenno di satira d'accatto e dei sopravvissuti che sono la versione anestetizzata di quelli visti nei giochi, tanto quanto le armi combinate e le altre cosette bizzarre, pur presenti, sembrano messe lì più per dovere che per piacere.
Giusto così? Vai a sapere. Quel che mi chiedo, però, è se, in un momento in cui i film trash a basso budget che hanno successo sono quelli che che se ne fregano del dare una logica alle cose (vedi alla voce Asylum), possa avere ancora senso questa specie di approccio a metà, poco convinto, che non ha il coraggio di andare fino in fondo in una direzione o nell'altra. Nel momento in cui sai in partenza – e lo sai, non ci credo che non lo sai – che il film di Dead Rising sarà una trashata poverella con qualche momento poco riuscito e nulla più, tanto vale buttarla davvero in caciara e inseguire il pubblico da trashata convinta, no? In un mondo che ha accolto Murphy e la sua Z Nation, forse, c'è spazio per un adattamento di Dead Rising che sia davvero Dead Rising, con le sue assurdità fuori di cozza. No?