Novembre 1991: Mazzate, JRPG, porcospini minori e Another World | Old!
Old! è esattamente quella stessa rubrica che da vent'anni vedete apparire su tonnellate di riviste o siti di videogiochi. Quella in cui si dice "cosa accadeva, nel mondo dei videogiochi, [inserire a piacere] anni fa?" Esatto, come su Retro Gamer. La facciamo anche noi, grazie a Wikipedia, pescando in giro un po' a caso, perché siamo vecchi nostalgici, perché è comoda per coprire il sabato e perché sì. Ogni settimana, anni Settanta, Ottanta, Novanta e Zero, o come si chiamano. A volte saremo brevissimi, a volte saremo lunghissimi, ogni singola volta si tratterà di una cosa fatta senza impegno, per divertirci assieme a chi legge, e anzi ci piacerebbe se le maestrine in ascolto venissero a dirci "oh, avete dimenticato [inserire a piacere]".
A novembre del 1991 arriva ufficialmente in Europa il Neo Geo “casalingo”, console fuori di testa dal prezzo ingestibile e dalle capacità mostruose, superiori a quelle di qualsiasi concorrente dell’epoca e per qualche tempo insuperate anche in sala giochi. Proprio in zona arcade nasce l’hardware, riproposto sostanzialmente tale e quale a casa, con dei “cartuccioni” che contengono esattamente i giochi che SNK spara in sala giochi. Si tratta di un mostro e un oggetto del desiderio inarrivabile, che ha il solo ovvio limite di essere focalizzato su giochi di natura quasi totalmente arcade e da cui nasceranno svariate serie di picchiaduro a incontri in grado di rivaleggiare con il re Street Fighter II.
Lo stesso mese vede anche l’uscita della versione a 8 bit di Sonic the Hedgehog, sviluppata dallo studio Ancient (fondato per l’occasione da Yuzo Koshiro) e pubblicata da Sega su Game Gear e Master System. Non essendo gestibile una conversione diretta del gioco per Mega Drive, Ancient costruisce un platform in larga misura inedito: ne viene fuori una discreta bomba e tutto sommato ben più che un premio di consolazione per chi non è (ancora?) passato ai 16 bit.
Ma a novembre del 1991 ci si diverte anche su computer, con Delphine Software che porta su Amiga e Atari ST il capolavoro di Eric Chahi, Another World. Appoggiandosi su una classica struttura da arcade adventure, Chahi propone una veste grafica altamente innovativa, un gameplay semplice, diretto, pulito e una capacità evocativa con pochi eguali. Ne viene fuori un titolo seminale, che influenzerà tantissimi sviluppatori futuri e che abbiamo ricordato in molti modi diversi. E ricorderemo ancora da qui a fine mese.
A fine mese si torna sulle produzioni di origine giapponese. Il 23 novembre 1991 arriva in occidente Final Fantasy IV, ribattezzato Final Fantasy II per non creare confusione relativamente alla mancata uscita dei due episodi precedenti. È l'episodio della serie che segna il passaggio a 16 bit del Super Nintendo e introduce una serie di innovazioni, aumentando fra le altre cose in modo considerevole il focus su una narrazione drammatica e coinvolgente. Non godrà di una versione europea per dieci anni, fino alla riedizione su PlayStation nella Final Fantasy Anthology. E la tarantella della titolazione occidentale "ballerina" proseguirà ancora per qualche anno.
Due giorni dopo fa il suo esordio in sala giochi Fatal Fury: King of Fighters, primo capitolo in una fra le più popolari serie di picchiaduro a incontri con cui SNK lancia la sfida a Capcom. A curarne lo sviluppo, tra l'altro, c'è proprio quel Takashi Nishiyama che quattro anni prima ha diretto il primo Street Fighter. Pur basato su una struttura classica e ormai consolidata, il gioco si permette di introdurre un paio di idee innovative: il combattimento si svolge su due diversi piani in profondità e quando un secondo giocatore entra in partita, prima di affrontarsi, i due contendenti collaborano nell'eliminare il combattente controllato dalla CPU. La serie di Fatal Fury andrà avanti a lungo, con il suo apice segnato nel 1999 da Garou: Mark of the Wolves, ma darà anche vita a una serie ancora più longeva e popolare, The King of Fighters. Restate tonnati per un Racconto dall'ospizio in arrivo il 25 novembre, firmato da un nome al suo esordio su Outcast.