Solito avviso sugli spoiler: se non avete visto il cortometraggio, evitate di leggere l'articolo perché potreste rovinarvi la sorpresa. Da consumato videogiocatore e attempato consumatore di film e telefilm bellici, mi sono avvicinato al cortometraggio Ghost Recon Alpha con la tipica diffidenza di chi ha visto tutto, sentito tutto e odiato qualsiasi cosa sembrasse anche lontanamente una "convergenza di media". Alla fine la visione mi è piaciuta perfino più di quanto potessi aspettarmi, anche se l'interpretazione targata Little Minx dell'universo Ghost Recon potrebbe essere un omaggio a Hideo Kojima e nessuno griderebbe allo scandalo. Tinte metalliche, esagerazioni tecnologiche e cattivi troppo eleganti svelano subito la fonte d'ispirazione. Ma andiamo con ordine e dividiamo il discorso in tre fasi distinte, che sono poi le sensazioni che emergono nei 20 minuti del cortometraggio.
http://youtu.be/2z-Qv2tYt_c
Fase 1: Siamo i migliori anche sotto copertura
All'inizio di Ghost Recon Alpha c'è una breve introduzione al contesto delle operazioni dei Fantasmi. Il gruppetto di soldati scelti, in un futuro più o meno lontano, deve trovare ed eliminare un certo Sokolov, trafficante di armi che sta per "piazzare" un oggetto top secret sul mercato nero, di importanza capitale per la sicurezza degli USA (o chi per loro). Le scene iniziali timbrano perfettamente il cartellino del serial militare, con stacchi ravvicinati sui personaggi e sulle loro smorfie arrabbiate e qualche breve scena d'azione in cui mettono in mostra le loro abilità e rapidità sovrannaturali. In questo senso, Ghost Recon Alpha non parte male, anzi: siamo più o meno sulla linea di serie come The Unit, senza la parte in stile soap opera (che era anche la peggiore).
Il telespettatore, se amante del genere, è abbastanza intrippato e vuole seguire lo sviluppo della "storia".
Fase 2 - Quasi quasi ci scappa la partita a Angry Birds
Ed ecco che il nostro quartetto armato sfodera gli attrezzi del mestiere. Non bastassero il drone comandato a distanza quadrimotore, i visori azzurrini e le mille sovrimpressioni più o meno inutili, ecco spuntare un bel tablet corazzato con mappe e informazioni contestuali. Da qui in poi, è bene dirlo, ci sarà un'escalation di esaltazione tecnologica e rumori elettronici più o meno inventati, ma possiamo ignorarli guardando l'attenzione per le inquadrature e la fotografia tutt'altro che amatoriale. Citazione obbligata: il montaggio "ipercinetico" firmato da Pietro Scalia, che vanta collaborazioni con gente del calibro di Oliver Stone. Sopratutto, i filtri desaturati sull'immagine e l'elevato contrasto riducono lo stacco tra elementi in computer grafica, attori e scenario, riuscendo a tenere incollato il tutto. Magari con lo scotch, però conta che la cosa stia assieme e riesca ad andare avanti.
Il telespettatore, sommerso da tutta questa tecnologia, si chiede quand'è che inizieranno a combattere.
Fase 3 - Il combattimento e l'omaggio a MGS
Arrivati nei pressi di una fabbrica abbandonata, dove si sta svolgendo la compravendita di armi, i Fantasmi si preparano a eliminare il loro bersaglio posizionando attrezzature e armi. Nell'arco di qualche minuto, scoppia naturalmente l'inferno, con alcuni ospiti inattesi a complicare la situazione e perfino una vittima tra i "buoni". Quando tutto sembra avviato sul binario del realismo, ecco spuntare clamorosamente un mech quadrupede. L'arma segreta dei trafficanti, dotata di intelligenza propria, inizia a braccare uno dei Ghost forte della mitragliatrice gatling montata sulla schiena. Se come regia e spettacolarità l'intera sequenza merita più di un'occhiata sfuggente, la sola presenza del "robottone" fa a testate con la serietà generale dell'opera. Però sappiamo che Ghost Recon ha mollato da anni le connotazioni iniziali di simulatore per diventare una serie futuristica e talvolta perfino fantasiosa, quindi con un piccolo sforzo si riesce anche a non ridere.
Il telespettatore, preso alla sprovvista dal "cane robot", prega che da un momento all'altro non esca qualche ninja con i capelli lunghi.
Scherzi a parte, è apprezzabile lo sforzo profuso da Ubisoft in questo progetto. Molto poco amatoriale nella realizzazione, cede il passo solo in alcune scelte stilistiche troppo "da videogame" e nei molti cliché applicati a inquadrature, svolgimento e personaggi. Però, se ci guardiamo alle spalle pensando a esperimenti dello stesso tipo, il quadro non è certo da Oscar. Anzi, volendo esagerare con l'ottimismo Ghost Recon Alpha potrebbe anche essere un buon pilot per un'eventuale serie televisiva, togliendo magari i cani robot armati di gatling e mettendo qualcuno più espressivo nei ruoli cardine del cast. Per il resto, come impegno stilistico e regia ci siamo anche, e come introduzione al gioco la missione può dirsi compiuta, tanto che i venti minuti del cortometraggio sembrano davvero pochi.
Insomma, se oltre a questo prologo ci fosse anche una puntata conclusiva, sarebbero in pochi a lamentarsi, a partire dal sottoscritto.