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Girl Fight è davvero banale come titolo per un videogioco così

Girl Fight è davvero banale come titolo per un videogioco così

L'immagine qua sopra serve solo a trarre in inganno il "ludowanker medio": cuscini, piume e mutandine bianche non c'entrano un bel nulla. Nel cupo, tecnologico e pur condivisibile futuro di Kung Fu Factory, invece, esisteranno donne super intelligenti, con tacco dodici ed enormi poteri psichici, debitamente rinchiuse in arene ultramoderne da combattimento. Costoro saranno sempre abbastanza discinte e pronte a darsela di santa ragione, in qualsiasi momento della giornata, per il mero ludibrio maschile. Si assisterà, così, alla realizzazione di un'esigenza primordiale che caratterizza l'homo ludens sin dalla notte dei tempi: Girl Fight. Che, come titolo, è un po' banale, bisogna riconoscerlo.

A sentire gli sviluppatori (l'abbiamo fatto a San Francisco, in un bugigattolo approntato nella "spenta" area Play della GDC 2012), la trama (la trama??!) del gioco sembrerebbe avere spessore e anche una certa importanza. Dietro ai colpi sexy, dietro agli artwork esclusivi da sbloccare e visionare in lungo e in largo e persino dietro alla bizzarra idea di donne super intelligenti, infatti, sembra tramare una misteriosa organizzazione bellica, intenta a sfruttare secondo chissà quali mire gli invidiabili poteri psichici (e non solo) delle combattenti... Ok, nulla di così innovativo e travolgente per un picchiaduro.

Non c'è molto da dire riguardo alla prova giocata del titolo sviluppato da Kung Fu Factory, prodotto da Microprose e distribuito da Majesco. In Girl Fight, innanzitutto, v'è pochissima fisica applicata al rimbalzo pettorale delle lottatrici, come a dire che il succo del gameplay, qui, è da ricercarsi esclusivamente nelle dinamiche del combattimento, oltre a voler sottinntendere che l'intera saga di Dead or Alive è solamente roba per erotomani del tecnoludico. Ogni lottatrice avrà a disposizione il tipico - ma appena sufficiente - carnet di mosse e movenze, da calci e pugni fino a combo letali, passando per le cosiddette Psi Amps (per un massimo di due alla volta), ovvero abilità psichiche da selezionare, gestire attentamente e riversare sulle sfidanti nei momenti più propizi. Non mancherà neppure la possibilità di personalizzare le duellanti con lifting ad hoc, nuove acconciature o donando loro un dritto ancora più efficace. Allo stadio di sviluppo mostrato e debitamente provato, dunque, si può dire che Girl Fight risulti un picchiaduro tridimensionale semplice ed efficace, senza troppi fronzoli, che cerca di fare poche cose e le fa bene. Per intenderci, uno di quei picchiaduro con pochi tasti e le parate al punto giusto, che danno confidenza in mezzo minuto.

Se il gameplay di Girl Fight può evincersi anche dalle sole immagini statiche qui a corredo, a vedere il titolo di Kung Fu Factory in movimento si riescono a cogliere dettagli e sfumature pregevoli, per un aspetto complessivamente accattivante, per giunta impreziosito da un pizzico di cel-shading e fondo tinta. Girl Fight sarà commercializzato sia su Xbox Live Arcade che sul PlayStation Network, ma non possiede ancora una data d'uscita certa. Forse in primavera, da attendere con morigerata ansia.

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