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I misteriosi omicidi di Special Enquiry Detail: Engaged to Kill

I misteriosi omicidi di Special Enquiry Detail: Engaged to Kill

In principio fu la signora Fletcher, la portatrice di sventura e morte, una iettatrice senza precedenti nella storia dell'umanità. Qualche anno più tardi l'apparentemente innocua vecchiarella andò in pensione e si fece largo una nuova schiera di investigatori, tecnologici, con le luci stroboscopiche, il montaggio accelerato e il loro vocabolario composto da una serie di termini riassumibili in un solo concetto: fuffa. Inutile che ci giri attorno, non sopporto più CSI e soci, questo genere di telefilm mi annoia, lo trovo vacuo, arido, inutile. E, ironia della sorte, che mi appresto a recensire? Un'avventura grafica che strizza l'occhio proprio al genere giallo. Contrappasso videoludico.

Due detective, la bionda Turino e il suo compagno Lamonte, sono sulle tracce di un serial killer con una particolare predilezione per le ragazze bionde e prossime all'altare, una scia di sangue che si trascina per tutta New York, da Liberty Island fino a Central Park. La trama, pur non brillando per profondità, ha il pregio di non sfociare in un inutile guazzabuglio di banalità e cliché, una scelta che ho decisamente apprezzato. Il racconto scorre senza particolari intoppi e si giunge ai titoli di coda in circa cinque ore, una longevità quasi accettabile se consideriamo che il gioco viene offerto al pubblico ad un prezzo di circa dieci dollari.

Le indagini sono riassumibili in due momenti topici: la raccolta di indizi e l'utilizzo degli stessi per la risoluzione di qualche rompicapo, trabocchetti disseminati qua e là da un killer con molta fantasia. La prima fase può diventare particolarmente tediosa e irritante, è una sorta di copia digitale della rubrica “Aguzzate la vista”, presente da sempre nei settimanali di enigmistica. Trovare una lista di oggetti nascosti in mezzo a una quantità smisurata di cianfrusaglie e carabattole è un esercizio di pazienza, spesso è questione di dettagli insignificanti, a tratti persino microscopici. Più volte mi sono ritrovato a fissare il monitor per minuti interi alla ricerca del proverbiale ago nel pagliaio, ma in alcune occasioni ho sventolato bandiera bianca, non ho problemi ad ammetterlo. Il sistema di aiuto, che evidenzia uno degli oggetti rimanenti, in alcuni casi è la manna dal cielo. Si tratta però di una semplice e pigra scappatoia, il modo più veloce per risolvere un evidente problema di design.

Tralasciando le fasi da “trovarobe”, il resto degli enigmi non mi è dispiaciuto, pur non rappresentando niente di particolarmente eccitante o innovativo, in fondo esercizi di logica, geometria e matematica sono tipici di questo genere di rompicapo. Il livello di difficoltà è ben calibrato, all'inizio le indagini si svolgono in scioltezza, per poi diventare piuttosto complicate man mano che il cerchio si stringe intorno all'assassino. Pur con qualche ingenuità di troppo, SpecialEnquiryDetail:EngagedtoKill si lascia giocare, senza però eccellere.

Dal punto di vista tecnico siamo di fronte a un titolo molto modesto, evidentemente progettato per una futura conversione per il mercato mobile. Ciò non significa che sia da disprezzare a prescindere: la grafica, composta perlopiù da immagini statiche, è dettagliata, le ambientazioni assomigliano moltissimo alle loro controparti reali e l'atmosfera non lascia a desiderare. Certi omicidi hanno quel tocco di macabro che non guasta mai, senza cadere per forza nel gore o nell'esposizione di frattaglie assortite. Il comparto audio è piuttosto deludente a causa di un doppiaggio monocorde, da dimenticare. La colonna sonora è apprezzabile, ma i brani sono molto brevi e ripetuti fino allo sfinimento: spesso sono stato colto dall'impulso irrefrenabile di escludere l'accompagnamento musicale.

Il vero problema che affligge SpecialEnquiryDetail:EngagedtoKill è relativo alla sua essenza: è un gioco senza infamia e senza lode, un compito svolto in maniera diligente senza correre alcun rischio. Ogni sua componente è ingabbiata in una sorta di limbo, non eccelle ma allo stesso tempo non scade nella mediocrità, ogni elemento è sospeso in questa strana dimensione. Apprezzo lo sforzo, ma non posso spingermi oltre la risicata sufficienza, una valutazione che tiene conto anche dei difetti di design che ho evidenziato più volte.

VOTO: 6

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